Il caffè è un rito, ma deve avere il giusto prezzo

Non dobbiamo pensare solo alla materia prima, ma ad arredi, locale, persone, energia. Il caffè al bar è un'esperienza e non possiamo pensare che costi meno che andare in bagno in stazione

24 dicembre 2024 | 09:00
di Aldo Mario Cursano

Si fa un gran discutere dell'aumento del costo dell'espresso. Il caffè, però, non può essere pensato soltanto come una materia prima. Sarebbe come dare valore a una macchina valutando soltanto il metallo che la compone. Il caffè è un'occasione per incontrarsi e dietro a una tazzina ci sono un locale, degli arredi, delle persone, l'energie. E come per tutto il resto, il prezzo è l'insieme di tutte queste fonti di costo. Tutti gli aumenti con cui dobbiamo fare i conti passano dalla tazzina. In questi ultimi cinque anni, però, gli aumenti sono rimasti al di sotto dell'inflazione e noi vendiamo il caffè sottocosto. Il prezzo giusto, nella realtà, è quello che troviamo in Europa, dove per meno di 3,50 non ti fanno nemmeno vedere il caffè.

Certo, in Italia l'espresso è un rito, ma se tutto aumenta non possiamo fare finta di niente. O si adeguano i prezzi o si fallisce. Nelle stazioni italiane si paga per andare in bagno quanto costa un caffè al bar. Il rischio è che le attività chiudano e se dovessimo perdere i bar sotto casa non li troveremmo più. Al loro posto sorgeranno altre attività, ma dovremo fare a meno di uno spazio che rappresenta la casa fuori casa degli italiani, un luogo identitario, di incontro e scambio.

Il caffè, in fondo, lo si potrebbe bere anche a casa, senza però avere tutto quello che i bar rappresentano. Chi sceglie di andare al bar lo fa con consapevolezza e sceglie la qualità, non i centesimi in più o in meno. Sceglio un luogo in cui si sta bene. E dove il prezzo è quello giusto, adeguato alla qualità dell'offerta.

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Alberto Lupini


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