Bovinmarche, la nuova linea Skin per conservare il gusto della carne
L'associazione di carne marchigiana vanta una linea con speciali confezioni trasparenti che prolungano i tempi di conservazione del prodotto senza alterarne il sapore
27 marzo 2020 | 08:57
di Mariella Morosi
Le speciali confezioni trasparenti prolungano i tempi di conservazione del prodotto senza alterarne il sapore. Un'informazione che specialmente oggi, quando uscire di casa è da limitare il più possibile, può essere utile agli italiani. Oltre al sistema di tracciabilità elettronica con un proprio disciplinare di etichettatura, l'associazione che riunisce circa 400 piccoli allevatori ha introdotto la certificazione No Ogm, la Crenba sul benessere animale e quella Antibiotic free. A dicembre è arrivata anche la certificazione di "Friend of the Earth della World Sustainbility Organization" (Wso).
I prodotti della linea Skin di Bovinmarche
Hanno presentato all'evento romano la confezione Skin il presidente della Bovinmarche Domenico Romanini, il direttore Paolo Laudisio e il suo testimonial, il presentatore Federico Quaranta (vincitore nella categoria Opinion leader dell'11° sondaggio Personaggio dell'anno di Italia a Tavola). Ad apprezzare il lavoro degli allevatori che con la loro attività contribuiscono anche ad evitare lo spopolamento dei territori è stato Giuseppe Labbate, sottosegretario di Stato del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali: «Questa associazione - ha detto- rappresenta un modello virtuoso che sposa la sostenibilità ambientale alla qualità dei prodotti proposti. L’aver messo in rete piccole aziende ha permesso ai soci Bovinmarche di affacciarsi sul mercato presentandosi come unica entità, riducendo i costi e comunicando con più forza un’eccellenza del territorio».
A raccontare numeri e progetti dell’associazione sono stati il Domenico Romanini e Paolo Laudisio, rispettivamente presidente e direttore dell'associazione, che hanno presentato i successi di un’associazione che, negli anni, è riuscita a trasformare il frazionamento dei modesti allevamenti - ogni socio ha in media 24 capi - in punto di forza tutelandola e rendendola riconoscibile al consumatore.
Giuseppe Labbate, Domenico Romanini, Federico Quaranta e Paolo Laudisio
Lo chef Federico Delmonte, orgoglioso della sua origine marchigiana e delle sue creazioni di mare e di terra della regione, ha proposto questa carne magra e saporita quattro piatti: una Tartare battuta a coltello con tarallo romano, puntarelle e pecorino; Mini hamburger con ovoline di bufala e maionese di Vignarola; Cappelletti in bianco al ragù di marchigiana e parmigiano e infine un Roast beef. Per farli e per dimostrarne la versatilità ha usato tutti i tagli, anche quello considerati meno pregiati.
I prodotti Bovinmarche per la loro salubrità certificata e garantita sono presenti anche nella Gdo (oltre che nelle mense scolastiche capitoline, al momento chiuse causa emergenza Covid-19).
Inoltre, di fronte al calo nazionale dei consumi di carni rosse, gli ultimi tre anni il fatturato dell'azienda è rimasto stabile. La marchigiana è una razza di ceppo podolico, nata per i lavori agricoli. Per migliorarla è stata incrociata nel tempo con la Chianina e poi con la Romagnola, ottenendo il riconoscimento Igp con la denominazione Vitellone Bianco dell'Appennino Centrale.
Federico Delmonte
«Sono orgoglioso di potervi parlare di una realtà solida ed icona delle Marche - ha detto Federico Quaranta - grazie all'impegno dei suoi allevatori nel garantire prodotti certificati, nel tutelare il benessere animale, allevato in modo estensivo dalle piccole aziende socie e nel tutelare l’ambiente e la bellezza delle colline marchigiane di cui i soci sono custodi insostituibili». Il vantaggio della tecnologia Skin - secondo quanto ha sottolineato Paolo Laudisio - è un trend consolidato nell’industria della carne fresca. «Il suo più grande vantaggio - ha detto - è che i prodotti, confezionati in assenza di aria, hanno una shelf life molto più lunga, circa 10 giorni in più rispetto a quelli trattati con le tradizionali tecnologie».
Ulteriore valore è l’aspetto del prodotto. Con questo metodo la pellicola alimentare viene fatta aderire attorno alla carne come una seconda pelle (“skin” appunto) sottovuoto e chiusa ermeticamente. La carne non rilascia quindi acqua durante il ciclo di vita sullo scaffale e mantiene tutte le sue caratteristiche.
Per informazioni:
www.carnidellamarca.it
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