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Grandi vini

Buttafuoco Storico, ventisei anni di qualità e tradizione nell'Oltrepò Pavese

Il Club del rosso lombardo, che raggruppa 17 viticoltori, ha festeggiato il traguardo con un evento in cui le diverse annate sono state abbinate dalla sapiente mano della brigata del Bistrot T4 di via Tortona a Milano

Stefano Calvi
di Stefano Calvi
11 febbraio 2022 | 18:09

Ventisei anni di qualità ed un emblema della tradizione. Il Club del Buttafuoco Storico, rosso dello “sperone di Stradella”, ha festeggiato il prestigioso traguardo d’età con una cena di gala in cui il vino dell'Oltrepò Pavese è stato abbinato, in un connubio di contrasti di gusto, ai piatti del Bistrot T4 Experience di via Tortona a Milano. Un elegante e raffinato viaggio enogastronomico abbinato a quattro annate diverse di Buttafuoco Storico con l’entusiasmante finale che ha regalato il 2001 dove la sua freschezza e la sua persistenza hanno dimostrato quanto questo vino sia da considerarsi in Italia tra le grandi tipologie di prodotti da affinamento. 

Buttafuoco Storico, ventisei anni di qualità e tradizione nell'Oltrepò Pavese

Parata di volti noti per celebrare il Buttafuoco Storico 

L’evento per i ventisei anni del Club, che raggruppa 17 produttori, ha visto la presenza del noto presentatore tv Gerry Scotti, produttore del ‘56, un Buttafuoco Storico “super partes” nato grazie all’amicizia che lo lega al produttore Fabiano Giorgi, e ha raccolto un nutrito parterre di autorità (presenti il sottosegretario al ministero delle Politiche Agricole, Gian Marco Centinaio e la presidente di Ascovilo, Giovanna Prandini), esponenti del mondo vitivincolo (in sala il presidente e il direttore del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, Gilda Fugazza e Carlo Veronese) giornalisti del settore, critici e winelovers. Un compleanno che consacra questo rosso ancora una volta simbolo ideale di aggregazione e cultura, capace di unire le nuove generazioni di vignaioli con quelle più storiche, istituzioni e partner politici, ambasciatori e amici dell’Oltrepò Pavese.

 

Emblema di un territorio e della sua identità

Un grande rosso, complesso quanto versatile e perfetto per accompagnare la cucina contemporanea: il Buttafuoco Storico è l’emblema di un territorio che guarda al progresso, all’internazionalità e all’unione identitaria. «Tutti gli anni – ha detto il presidente del Club, il vignaiolo Davide Calvi – Ci ritroviamo per ricordare in modo dinamico quel 7 febbraio 1996 quando un drappello di produttori diedero il via alla nostra bella avventura. All’epoca era una scommessa che pensiamo di aver vinto. Il loro intento fu quello di voler recuperare un vino della tradizione che stava andando perduto, collaborando insieme per ricercarne le caratteristiche storiche, scegliere le vigne più vocate e controllarne la produzione. Oggi questo percorso è ormai intrapreso da anni e ci auguriamo che possa intensificarsi con nuovo importanti progetti come quello della nuova sede/enoteca».

 

Il Club e i suoi viticoltori 

I vitigni del Buttafuoco Storico sono forti, possenti e intrisi di storia quanto il vino che si produce. Attualmente il Club conta 17 viticoltori grazie a due nuovi ingressi, presentati proprio in occasione della manifestazione milanese: giovani produttori e aziende storiche dell’Oltrepò Pavese, animati da uno spirito di unione e di rivalsa. «Siamo contenti di un piacevole ritorno in famiglia e di un nuovo ingresso, giovane e dinamico – spiega il direttore del Club, Armando Colombi -  È rientrata la storica Azienda Bruno Verdi di Paolo Verdi di Canneto Pavese, tra i fondatori del Club per passione, realtà con forte legame al territorio, solo l’anno scorso ha dato vita a una vigna dedicata al Buttafuoco Storico di cui rientra a far parte proprio quest’anno. Si aggiunge ai vignaioli anche la Società Agricola Quarti due, valorizzando il progresso di espansione del Club e raggiungendo un totale di 17 soci». Il produttore Paolo Verdi ha sottolineato il suo riavvicinamento al Club: «Sono stato tra i fondatori e sono contento di essere rientrato perché questa associazione rappresenta un punto di riferimento per l’Oltrepò Pavese della qualità. Credo nel progetto da sempre e sono orgoglioso di essere tornato nella mia famiglia. Ad oggi non ho ancora dato un nome alla vigna, ci lavoreremo».

Le bottiglie di Buttafuoco Storico  Buttafuoco Storico, ventisei anni di qualità e tradizione nell'Oltrepò Pavese

Le bottiglie di Buttafuoco Storico

Il Buttafuoco storico incontra gusti che richiamano l'Oriente

Il grande rosso oltrepadano valica i confini territoriali e si sposa con una cucina contemporanea tutta Italiana, capace di mettere in luce le poliedriche sfumature del celebre vino dell’Oltrepò Pavese che da sempre si distingue per storicità e fascino. Con queste credenziali è nato il menu a contrasto studiato appositamente dallo chef Nicolas Baglione del Bistrot T4 di Via Tortona, di proprietà degli oltrepadani Davide Bernini e Marco Restelli. Dall’entrée al dolce, cinque piatti della cucina di Nicolas Baglione per abbracciare tutte le sfumature del Buttafuoco Storico, esaltandone le caratteristiche organolettiche, mantenendo come filo conduttore il gusto umami (termine giapponese che identifica uno dei cinque gusti fondamentali percepiti dalle cellule recettrici specializzate presenti nel cavo orale umano) e l’abbinamento per contrasto, sottolineando l'acidità e il tannino degli elementi. Un percorso enogastronomico fluido che vede l’evoluzione del vino in degustazione dall’annata 2017, 2012, 2007 concludendo con la 2001. In ogni portata la sempre presente sfumatura umami esalta la sensazione glutammica e la persistenza del piatto a ricordo di una cucina orientale.

«Ho studiato appositamente ogni portata – ci spiega Baglione – basandomi su una ricerca sui bringanti che solcavano le acque del Po, fiume lambisce le terre di questo vino. Nelle cambuse delle navi c’erano spezie, droghe, aromi che ho voluto riproporre in questi piatti che sono elaborati appositamente per sdoganare il classico connubio vino rosso da affinamento con carne corposa». Ed aggiunge: «Insomma, ho fatto tutti abbinamenti per contrasto, diretti, non che accomodassero il vino, sparigliando le carte». 

Un viaggio tra i contrasti 

Positivi i pareri degli ospiti che hanno apprezzato l’idea di questa discordia di gusti. A partire dall’entrée: un’insalatina di puntarelle e fegatini di pollo con il tartufo nero pregiato in abbinamento all’annata 2017, il Buttafuoco Storico ‘56 di Gerry Scotti, stupisce per la sua freschezza e persistenza fruttata. Ovviamente ancora molto giovane, con leggeri cenni balsamici e al palato morbido e con una buona persistenza. A seguire l’antipasto di tartare di bufala con burro al gorgonzola stravecchio unisce la delicata persistenza della carne alla piccantezza del formaggio che, insieme al calice di Buttafuoco Storico consortile 2012 (firmato dall’enologo Aldo Venco) grazie alla sua longeva struttura tannica, armonizza le durezze dell’abbinamento. Poi il risotto cacio e pepe cotto nel brodo di ricciola con tartare di gambero rosso del Mozambico, lime e the macha insieme al Buttafuoco Storico 2007 Vigna Pitturina dell’Azienda Poggio Rebasti: un piacevole azzardo che dimostra quanto si possa osare con questo vino. Un rosso che regala sentori di frutta rossa marmellatosa, tracce di pepe nero e di noce moscata aprono ad un assaggio fine, elegante, disteso e particolarmente deciso. Equilibrato, lunghissimo, elegante. La base del risotto ben si accompagnava con il vino grazie alla nota di pepe e di tè macha che andavano in sintonia con i piacevoli sentori terziari del vino.

Positivo l'accostamento azzardato con la tartare di gambero rosso che garantiva eleganza e dolcezza al risotto e andava in contrasto al vino. Un’idea geniale dello chef Baglione che ha stupito tutti. Il viaggio gastronomico è continuato con la bavetta di black angus con cime di rapa al tamarindo e colatura di peperone e miele abbinata al Buttafuoco Storico 2001, la speciale riserva Vigna Cà Bassa dell’azienda Poggio Alessi. Nel bicchiere si presenta granato intenso e profondo. I profumi terziari prevalgono ovviamente sul fruttutato, sono piacevolmente evidenti punte di tabacco ed elegante fondo di caffè. È ampio, persistente e lungo e stupisce ancora la sua freschezza. I sentori di spezie dolci al palato ben si abbinano alla nota di tamarindo del piatto e vanno in contrasto con il dolce della colatura di peperoni e miele. Infine il dolce al cioccolato fondente belga con la “non mousse” e le tre consistenze di passion fruit, pulisce il palato con una persistenza gusto-olfattiva notevole; il Buttafuoco Storico Chinato in abbinamento chiude l’assaggio con una nota lievemente officinale.

Le novità per il 2022 del Club Buttafuoco Storico 

Un compleanno all’insegna delle novità che questo 2022 vuole celebrare: per esempio lo sviluppo di due linee di produzione firmate dal Consorzio, la Grappa bianca e invecchiata e il vino Chinato di Buttafuoco Storico. Così il Direttore del Club, Armando Colombi: «Una scelta comunicativa che vuole fare centro allo spirito combattivo e identitario dell’Oltrepò e con l’opportunità di confrontarsi e venire a conoscenza di due prodotti che arricchiscono la produzione del Consorzio: il celebre Buttafuoco Storico Chinato, messo in commercio dopo oltre sette mesi di affinamento e tanto apprezzato come aperitivo o dopo cena. Poi due grappe, la più tradizionale bianca e giovane e un’inedita invecchiata in legno prodotta in tiratura limitata, entrambe realizzate con le vinacce del Buttafuoco Storico. Tutti e tre i prodotti sono attualmente in commercio con l’etichetta celebrativa del 25° anniversario del Consorzio».

L'etichetta celebrativa per i 25 anni del Buttafuoco Storico  Buttafuoco Storico, ventisei anni di qualità e tradizione nell'Oltrepò Pavese

L'etichetta celebrativa per i 25 anni del Buttafuoco Storico

Gerry Scotti: «Siamo orgogliosi di questo vino»

Poi l’immancabile saluto dello showman della tv Gerry Scotti, amico dei vignaioli del Buttafuoco Storico. «Tutti quelli a cui faccio assaggiare questo vino – ha detto il noto presentatore televisivo - mi fanno i complimenti e mi dicono che si sente il legame con la tradizione ed il territorio da cui proviene. Sono convinto che c’è ancora una storia tutta da scrivere e che il Buttafuoco Storico merita traguardi che ancora devono arrivare grazie alla collaborazione di tutti i vignaioli. Siamo orgogliosi di questo vino!». Anche l’Oltrepò Pavese lo è sicuramente. Il Buttafuoco Storico è un emblema di qualità e di tradizione, un brand su cui scommettere, un valore aggiunto per un territorio che vuole guardare avanti.

Gerry Scotti durante la serata celebrativa Buttafuoco Storico, ventisei anni di qualità e tradizione nell'Oltrepò Pavese

Gerry Scotti durante la serata celebrativa

Le aziende del Club Buttafuoco Storico 

Questi le aziende socie del Club del Buttafuoco Storico:

  • Azienda Vitivinicola Calvi di Davide Calvi
  • Tenuta la Costa di Calvi G. e C.
  • Azienda Agricola Colombi Francesco
  • Azienda Agricola Colombo Carla
  • Azienda Vitivinicola Fiamberti Giulio
  • Giorgi F.lli S.S.
  • Azienda Agricola Giorgi Franco di Giorgi Pierluigi
  • Azienda Agricola Maggi Francesco S.S.
  • Azienda Agricola Piccolo Bacco dei Quaroni di Tommaso Cavalli
  • Azienda Agricola Piovani Massimo
  • Azienda Agricola Poggio Alessi
  • Azienda Agricola Poggio Rebasti

 

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