Da un lato uno dei vini simbolo dell’Oltrepò Pavese, dall’altro un artista che con le sue opere ha portato il nome di Pavia in Italia e nel mondo. Nasce da questo incontro Vigna Rogolino, il nuovo Buttafuoco Storico 2022 della cantina Maggi Francesco di Canneto Pavese, presentato ufficialmente a Pavia al ristorante “Vita”, alla presenza di autorità, giornalisti e rappresentanti del mondo del vino. Il nuovo vino si affianca alle etichette “Abbondanza” e “Vigna Costera”, già iscritte al Consorzio Club del Buttafuoco Storico, segnando un ulteriore passo nel percorso di valorizzazione della denominazione da parte dell’azienda.

Vigna Rogolino, il nuovo Buttafuoco Storico 2022 della cantina Maggi Francesco
Un progetto che unisce tradizione e amicizia
«La nostra azienda crede tantissimo nella denominazione Buttafuoco, un progetto che abbiamo sposato ormai 25 anni fa - ha spiegato il titolare Marco Maggi -. Per questo abbiamo deciso di lanciare una terza etichetta per dimostrare quanto ancora questo vino sia in grado di comunicare il territorio. Vogliamo un po’ chiudere il cerchio con una nuova tipologia di Buttafuoco che faccia da collante con le altre due. Per un lancio così importante, dopo tanti anni di confronto sull’idea di fare un progetto insieme, è nata una collaborazione tra questo vino così importante, faro della viticoltura in Oltrepò Pavese, e l’amico artista pavese Stefano Bressani, che sta portando il nome di Pavia a livello internazionale».
Arte e vino: l’etichetta firmata da Stefano Bressani
L’etichetta del nuovo Buttafuoco è infatti un progetto artistico firmato da Stefano Bressani, maestro riconosciuto nell’uso delle stoffe come linguaggio espressivo. Pavese, classe 1973, Bressani è conosciuto per la sua originale tecnica delle sculture vestite, con cui trasforma frammenti di tessuto in opere tridimensionali dal forte impatto visivo. Le sue creazioni, esposte in gallerie e collezioni internazionali, uniscono arte, design e sartorialità, reinterpretando la materia tessile come strumento di identità e memoria.

Marco Maggi e Stefano Bressani
Nel caso di Vigna Rogolino, la stoffa stessa diventa l’elemento distintivo dell’etichetta, richiamando la collina su cui sorge la vigna e trasformando la bottiglia in un piccolo oggetto d’arte. «L’amore per il territorio, l’amicizia con l’azienda Maggi e il senso che ho voluto dare a quest’opera omaggiano la bellezza della natura che, attraverso la mano dell’uomo, diventa una realtà da custodire in questa bottiglia - evidenzia il maestro -. La mia arte darà la possibilità a tutti di vivere i cinque sensi attraversando l’esperienza che dal bicchiere rimane in una bottiglia da collezione».
La vigna e la vinificazione: identità di un territorio
Il nome Rogolino richiama il toponimo della vigna situata sulle colline di Canneto Pavese, dove nascono Croatina, Barbera e Uva Rara, le tre varietà che compongono il tradizionale uvaggio del Buttafuoco. Dopo la raccolta, le uve vengono lasciate a macerare sulle bucce per quindici giorni, poi il vino affina in tonneaux e barriques e riposa ulteriormente un anno in bottiglia prima della commercializzazione. «La vigna - evidenzia Maggi, entrando un po’ più nel dettaglio delle specifiche tecniche - si trova su un terreno argilloso e tufoso, due elementi che danno grande corposità e tannicità al prodotto. È un vino da lungo invecchiamento, che abbiamo voluto gestire con un piccolo residuo zuccherino, in modo da poterlo avvicinare ad una platea sempre più vasta di consumatori e abbinarlo a piatti più semplici, nonostante resti comunque un prodotto da 14 gradi e mezzo».
Un Buttafuoco per comunicare l’identità pavese
Tanti gli ospiti presenti del mondo del vino e dell’arte tra i quali il Direttore del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, Riccardo Binda, il presidente dell’Enoteca Regionale della Lombardia di Cassino Po, Giorgio Allegrini e il presidente del Club del Buttafuoco Storico, Massimo Piovani. «Il Buttafuoco - afferma Riccardo Binda, direttore del Consorzio - rappresenta una delle espressioni più autentiche e identitarie del nostro territorio. È un vino che nasce da una zona ben definita, con caratteristiche uniche, e che racconta con forza la vocazione vitivinicola dell’Oltrepò. Parliamo di un prodotto che nel tempo è diventato un punto di riferimento, capace di trasmettere l’anima di chi lo produce e il carattere delle nostre colline. Per questo anche il Consorzio intende continuare a tutelarlo e valorizzarlo, promuovendo la denominazione e sostenendo i produttori che ogni giorno, con qualità e passione, contribuiscono a mantenere viva questa identità. Il Buttafuoco è parte della nostra storia, ma anche una leva strategica per il futuro del vino pavese».

La serata di presentazone di Vigna Rogolino
Poi gli abbinamenti con i piatti del ristorante “Vita” di Pavia, locale giovane e frizzante di Corso Mazzini, nel cuore della città, che ha proposto una focaccia con base di crescenza accompagnata da pancetta arrotolata, spalla cotta e cotechino in crosta. A seguire un risotto con Carnaroli, funghi porcini e il loro fondo; come seconda portata è stata servita una coscia d’anatra confit cotta a bassa temperatura con la sua salsa e accompagnata dal purè dello chef ai tre burri. A chiudere una mousse al cioccolato fondente su croccante e riduzione speziata di Buttafuoco Storico.
Un vino che parla di territorio e futuro
Ad accompagnare le portate la Vigna Rogolino che si presenta nel calice con un rosso rubino profondo e luminoso, percorso da riflessi violacei che ne sottolineano la giovinezza e la vitalità. Al naso sprigiona profumi intensi di frutti rossi maturi, amarena e mora, con eleganti sfumature di spezie dolci, tabacco e note balsamiche. In bocca è pieno, avvolgente e strutturato, con tannini fitti ma ben levigati, sostenuti da una piacevole freschezza che ne bilancia la potenza. Il finale, lungo e armonioso, lascia una scia di frutta matura e cenni tostati. Un vino dal carattere sincero, che esprime al meglio il territorio di Canneto Pavese: perfetto con brasati, selvaggina e formaggi stagionati, ma capace di sorprendere anche in abbinamento a piatti più semplici della tradizione lombarda.
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