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L'italia del vino: Trebbiano d'Abruzzo, tre etichette da tenere d'occhio

Negli ultimi trent'anni numerosi produttori hanno saputo valorizzare e far rinascere il Trebbiano d'Abruzzo. Noi abbiamo scelto tre etichette da provare per scoprire un vino dalla storia millenaria

Eros Teboni
di Eros Teboni
Miglior sommelier del mondo Wsa 2018
19 settembre 2023 | 09:30

La rinascita del Trebbiano D’Abruzzo passa da tanti produttori che negli ultimi trent’anni hanno saputo valorizzarlo e ne hanno portato orgogliosamente in alto il nome, a partire dalle cantine storiche Valentini e Masciarelli.

La storia del Trebbiano d'Abruzzo

Vino antico e complesso, baluardo ampelografico della viticoltura abruzzese, il Trebbiano ha una storia millenaria ed estimatori illustri, a partire da Gabriele D’Annunzio. Il poeta nativo di Pescara, pur professandosi astemio, era un intenditore di vino, tanto che nella cantina del Vittoriale conservava quasi trecento diverse etichette. In "Vita di Cola di Rienzo", volume pubblicato del 1905, cita il Trebbiano, impiegato dal protagonista anche per lavarsi le mani e il viso, in una simbologia che esprime l’importanza del vino nella quotidianità.

E non è il solo a inneggiare ai vini abruzzesi, lo scrittore Ignazio Silone esalta la tavola e il vino, come sentimento di accoglienza presente anche nelle case più povere, nel suo romanzo "Il vino ed il pane"; mentre lo scrittore americano John Fante, figlio di un muratore abruzzese emigrato agli inizi del secolo negli Stati Uniti, a cui l’Abruzzo dedica ogni anno un Festival, nei suoi lavori parla di vino e cucina della regione dei suoi avi, nel romanzo del 1977 "La Confraternita dell’Uva", dedicato al padre e ai suoi amici. Un vino fortemente radicato nella memoria gastronomica abruzzese capace di sposare magnificamente le ricette iconiche della regione, la zuppa rustica allo zenzero, le polpette, il salamino pepato della Maiella, le triglie allo spiedo, il brodetto di pesce, i maccheroni alla chitarra, la porchetta, gli arrosticini, ma anche i formaggi tipici, come il pecorino, il canestrato, la giuncata, la ricotta, la scamorza.

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Trebbiano d'Abruzzo, tre etichette da tenere d'occhio

Il Trebbiano D’Abruzzo è parte della grande famiglia dei Trebbiani, un’antichissima stirpe di cui tutti i grandi storici e ampelografi si sono in qualche modo occupati, il primo a darcene conto è Plinio Il Vecchio, facendo riferimento al vinum trebulanum di incerti natali etruschi, prodotto a Capua (agro trebulanis), che diverrà il vino dei legionari dell’Impero Romano, in virtù delle sue rese abbondanti. E anche in seguito il Trebbiano compare in tutti o quasi i testi fondamentali che esplorano i vitigni italici, da Andrea Bacci, a De Crescenzi (1303), da Gallo (1567), a Soderini (1596), a Trinci (1726), presente nella penisola a macchia di leopardo, è il vitigno a bacca bianca più coltivato d’Italia. Il Trebbiano abruzzese, ha grappolo grande, compatto, acini proporzionati, buccia spessa di colore giallo, verde e raggiunge la piena maturazione a fine settembre. Un vitigno che prospera grazie ai suoli fertili, al clima montuoso delimitato dalle alte cime e dal mare, che favorisce efficaci escursioni termiche e si caratterizza nel bicchiere, per freschezza, immediatezza e bevibilità. E ecco di seguito tre Trebbiano, che per storia aziendale e capacità interpretativa, mi hanno davvero entusiasmato.

Trebbiano d'Abruzzo Doc - Le stagioni del vino - Cantina Spinelli

“Se facciamo il vino buono per noi, perché non lo possiamo fare anche per gli altri?”, si domandava Vincenzo Spinelli oltre mezzo secolo fa, quando scelse di diventare produttore. Una domanda che si traduce nella cifra stilistica delle sue produzioni, in un patto con il consumatore e il territorio, fatto di valori profondi e di un impegno che si conferma ogni giorno, con il lavoro quotidiano dei collaboratori e dei due figli Carlo e Adriano, il primo impegnato nel marketing e il secondo nella direzione tecnica della cantina. Una realtà vitivinicola nel Comune di Atessa nella parte meridionale dell’Abruzzo, dove i vigneti, su terreni calcareo-argillosi, collinari, con altitudine media di 230 metri, sono immersi in un clima caldo e asciutto, che si giova  di una favorevole escursione termica, data dal mare da una parte e dal gruppo montuoso della Maiella dall’altra. In cantina, la pressatura soffice sottende a una fermentazione a temperatura controllata in serbatoi di acciaio. Un classico, che nel bicchiere rivela grande piacevolezza e si presta anche ad abbinamenti arditi. Al naso delicati sentori floreali di biancospino, peonia, gelsomino, frutta tropicale. Al palato strutturato, sapido, equilibrato, fresco, di buon corpo, con finale persistente, una bella acidità e note di mandorla e agrumi.

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Trebbiano d'Abruzzo Doc - Le stagioni del vino - Cantina Spinelli

Varietà: Trebbiano Abruzzese 100%
Forma di allevamento: guyot
Prezzo medio: € 15
Abbinamento consigliato: Filetto di merluzzo al mango

Trebbiano d'Abruzzo Doc - Bianchi grilli per la testa - Torre dei Beati

Il nome dell’azienda, che si ispira a un grande affresco del 1400, posto nella vicina chiesa di S. Maria in Piano, ha il potere di immergerci in una condizione di soave benessere, la stessa in cui si trova il vigneto di questa pregiata produzione, accudito con tutta la cura possibile, in regime biologico, senza impiego di prodotti chimici di sintesi. Una realtà virtuosa a carattere familiare, nata nel 1999 a Loreto Aprutino, che prosegue nel lavoro pluridecennale fatto da papà Rocco. I primi tempi si vinifica e si affina al pianterreno della vecchia casa in mezzo ai filari, prima che prenda corpo la nuova cantina, mentre la prima bottiglia viene commercializzata nel 2000. Il Trebbiano si coltiva su un appezzamento di un ettaro, calcareo-argilloso, a un’altitudine di 300 m/slm esposto a est, le uve vengono raccolte in cassette da venti chili e poi controllate grappolo per grappolo, prima di procedere alla macerazione a freddo sulle bucce per tre o quattro giorni, poi separate perché abbia luogo la fermentazione del mosto in acciaio e parzialmente in tonneau di acacia. Alla maturazione di 11 mesi sui lieviti, nei medesimi recipienti della fermentazione, seguirà l’affinamento in bottiglia per otto mesi. Un tasting coinvolgente, che al naso esprime godibili sentori floreali di robinia, ginestra, timo, maggiorana, pepe bianco. Al palato un sorso fresco, di grande equilibrio, sapido, morbido, strutturato, avvolgente e di buona persistenza. Una piacevole acidità, ci guida verso un finale che ricorda le spezie, gli agrumi e un’impercettibile retrogusto di fiori bianchi.

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Trebbiano d'Abruzzo Doc - Bianchi grilli per la testa - Torrei dei Beati

 Varietà: Trebbiano Abruzzese 100%
Forma di allevamento: controspalliera, potatura a guyot
Prezzo medio: € 17
Abbinamento consigliato: Tortelli tricolore, cuore di pomodoro e fonduta di bufala campana

Trebbiano d'Abruzzo Doc - Vigneto di Popoli - Valle Reale

Valle Reale si trova tra le provincie di Pescara e L’Aquila, all’incrocio fra tre Parchi Nazionali, in prossimità delle sorgenti del fiume Pescara. Un’oasi incontaminata, un ecosistema dove proliferano specie arboree rare, erbe officinali, ma anche cervi, lupi appenninici, orsi bruni marsicani e uccelli rapaci. Un contesto naturalistico rigoglioso e selvaggio, dove Leonardo Pizzolo coltiva 46 ettari vitati a circa 400 metri di altitudine, in osservanza ai dogmi dell’agricoltura biodinamica. Vini di montagna espressivi del territorio, che si originano in un’area dove si produceva vino già nel 1300, come conferma la grotta-cantina medievale, di fronte ai filari dell’azienda, dove i monaci benedettini del convento di San Benedetto in Perillis, facevano il vino e lo conservavano. Il particolare microclima e la buona escursione termica, data dai venti freddi che vengono dal Gran Sasso, influisce positivamente sulla parcella di vigneto da cui si ricava il Trebbiano d'Abruzzo, Vigneto di Popoli, la cui vinificazione avviene spontaneamente con i lieviti indigeni che proliferano in quell’area incontaminata, per poi maturare 18 mesi in acciaio ed essere posto in bottiglia senza filtrazione. L’assaggio è un’esperienza antropologica che ci porta alle radici del Trebbiano. Al naso colpisce per concentrazione ed eleganza, al palato è intenso, sapido (anche sul finale), caldo, mediterraneo, un sorso avvolgente, che denota corpo, struttura, ma anche freschezza, mineralità, balsamicità, capace di trasmetterci intriganti sensazioni agrumate, floreali, fruttate e note di mandorla.

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Trebbiano d'Abruzzo Doc - Vigneto di Popoli - Valle Reale

Varietà: Trebbiano d’Abruzzo 100%
Forma di allevamento: Guyot
Prezzo medio: € 38
Abbinamento consigliato: Tartare di trota con pompelmo e finocchi

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