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Marca Trevigiana

Blend, terza edizione per la rassegna enoculturale di Bellenda

Gabriele Ancona
di Gabriele Ancona
vicedirettore
19 ottobre 2021 | 19:05

Blend simmetrie enoiche, una manifestazione dal calendario multiforme, un po’ come poliedrico è lo spirito dei Cosmo che si divide tra produzione, importazione, enoturismo e accoglienza vera e propria grazie all’Alice Relais nelle vigne, adiacente la cantina lungo la Strada del Prosecco Superiore. Umberto, Luigi e Domenico Cosmo sono animati da uno spirito creativo e coraggioso, non convenzionale.

Umberto e Luigi Cosmo Blend, terza edizione per la rassegna enoculturale di Bellenda

Umberto e Luigi Cosmo

Prosecco Superiore Metodo Classico

Si muovono ad ampio raggio come il delta ramificato di un fiume. E così interpretano il territorio – 35 ettari vitati per l’80% a uva Glera – con vini mossi, spumanti o frizzanti, col fondo, Metodo Charmat e Classico come nel caso del loro Prosecco Superiore, che va controcorrente non utilizzando il Martinotti. Animati dalla sfida virtuosa del confronto, dal 2015 vestono anche i panni dell’importatore e distributore. Realtà nazionali, ma soprattutto internazionali, dalla Francia alla Spagna, alla Croazia.

Importare e distribuire

Un portafoglio stimolante che contempla gli Champagne della maison Roger Coulon o i vini Aoc Bordeaux Côtes de Bourg di Château Puybarbe, per passare in Spagna con la tenuta Menade e la propria versione di Solera e raggiungere la Croazia dove la cantina Ilocki Podrumi mette in bottiglia Traminac di valore.

Blend, termine migliore non si poteva trovare, ha messo insieme tutte le realtà scoperte da Bellenda e le ha proposte in un percorso di degustazione; banchi d’assaggio aperti agli operatori professionali.

L'arte di Dolada

Anteprima di spessore la sera del 17 ottobre al Ristorante Dolada, stella Michelin a Pieve d’Alpago (Bl), con la cucina di Riccardo De Prà. Di rilievo il Dripping di astice, bisque di scampi, patate di montagna e il Piccione farcito di fegato grasso, tartufo nero in zucca. Per ogni tavolo una differente selezione di vini dei produttori partner di Bellenda.

 

Vino: contenente e contenuto

Il tradizionale convegno, quest’anno dal titolo “Dov’è il vino?”, ha voluto analizzare il fenomeno del vaso vinario usato per la fermentazione. Il necessario rapporto tra contenente e contenuto, che concorre a definire l’identità di un vino e che gioca un ruolo sempre più decisivo anche nella sua comunicazione. Presentati da Umberto Cosmo e moderati dal giornalista Antonio Paolini, sono intervenuti la produttrice Elisabetta Foradori, Azienda Agricola Foradori di Mezzolombardo (Tn), il tecnico vinicolo e titolare della società di consulenza Vinidea Giuliano Boni, la consulente in comunicazione enogastronomica e docente di marketing del vino alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa Slawka Scarso e Pietro Pellegrini, presidente dell’azienda di distribuzione Pellegrini di Cisano Bergamasco (Bg).

I banchi d'assaggio di Blend Blend, terza edizione per la rassegna enoculturale di Bellenda

I banchi d'assaggio di Blend

Il messaggio del territorio

«Ogni bottiglia – ha raccontato Elisabetta Foradori – custodisce il territorio e il suo messaggio, ma il contenitore non è l’elemento determinante per trasmettere la purezza del messaggio. In generale i contenitori si sono sempre utilizzati per questioni pratiche. Il punto di partenza è quanta vitalità ha la mia uva in vigna e il contenitore deve permettere al suo potenziale di moltiplicarsi. Per esempio da anni 15 ne cercavo uno per far esprimere al meglio la Nosiola. L’argilla poteva essere la soluzione. Ma quale? Questo il nucleo».

Che si tratti di barrique, legno grande, acciaio, cemento o anfore la scelta va fatta dal produttore in base alle sue aspettative. «In funzione del proprio obiettivo – ha puntualizzato Giuliano Boni – ci si deve orientare verso un contenitore che sia coerente, ma sono numerose le variabili da valutare, non ultime le esigenze logistiche come la facilità di lavaggio e sanificazione».

Pietro Pellegrini, Elisabetta Foradori, Antonio Paolini, Slawka Scarso, Giuliano Boni, Umberto Cosmo Blend, terza edizione per la rassegna enoculturale di Bellenda

Pietro Pellegrini, Elisabetta Foradori, Antonio Paolini, Slawka Scarso, Giuliano Boni, Umberto Cosmo

Attenzione alla deriva moda

Partendo dal desiderio di ottenere un vino diverso, il contenitore – che, attenzione, non è il packaging, l’involucro, ma il vaso per la fermentazione - si può trasformare in un elemento che crea una tendenza. Ma il rischio di degenerazione è dietro l’angolo. L’utilizzo anche smodato della barrique è ancora vivo in molti palati. «Non c’è bisogno di parlare di contenitore – ha annotato Pietro Pellegrini – Si deve parlare di qualità del vino. Il distributore è l’anello di congiunzione tra produttore e mondo Horeca a cui si propongono le caratteristiche del contenuto. Si vende il valore del vino».

«Certo, la competizione è serrata e i vasi vinari sono un elemento per diversificare e farsi notare – ha ricordato Slawka Scarso – Dobbiamo però mettere in primo piano il consumatore, che non è un sommelier. Vanno sdrammatizzati quindi i termini tecnici e valorizzati gli elementi di utilizzo. La narrazione e la spiegazione sono gli strumenti vendita». Comunicare il procedimento, ma raccontare il vino. Gli agenti di vendita e, a cascata, il personale di sala hanno in mano le carte giuste da giocare.

 

Vino e food, strade comuni

La regola aurea dalle parole di Rossana De Prà, moglie del patron Enzo e mamma di Riccardo, oggi l’anima del Dolada: «L’importanza risiede nella riuscita del piatto e nella soddisfazione emotiva e al palato dell’ospite. Nessuno si chiede quale contenitore, seppure fondamentale, è stato utilizzato per realizzare la ricetta».

Bellenda srl
Via Gaetano Giardino, 90 - 31029 Carpesica (Tv)
Tel 0438 920025
www.bellenda.it

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