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TropeaExperience

Tre storie di chef innamorati della cipolla alla Tropea Experience

L'edizione 2023 della kermesse tropeana è stata un trionfo di sapori, colori e profumi di Calabria, ma non solo, numerosi sono stati gli show cooking con grandi chef da tutto il mondo. Noi ne abbiamo intervistati tre

07 ottobre 2023 | 10:42

Tre storie di chef innamorati della cipolla alla Tropea Experience
Igles Corelli, Federico Fusca e Celestino Drago

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[cl/]Ancora un'edizione di successo per la Tropea Experience. Show cooking, convegni, cene ed eventi: anche quest'anno la Tropea Experience è stata un successo per la promozione della Cipolla rossa di Tropea Igp. Cuochi, opinion leader, ricercatori e giornalisti si sono alternati nell'indagare le qualità e i vantaggi di un prodotto della terra che è unico in Italia per utilizzo, presente in praticamente tutte le cucine, e per riconoscibilità. Molto affollati gli appuntamenti nella splendida e panoramica piazza Cannone di Tropea. Sul palco tanti chef di fama internazionale.

Igles Corelli, innovazione e cucina circolare

Igles Corelli, cosa ci fa un romagnolo Doc a Tropea, in Calabria?

Intanto sono già quattro anni che vengo a Tropea per la Tropea Expericne, Cipolla che tra l'altro è un elemento importante nella mia cucina. Anzi ti voglio dire una cosa, già nell'82 uno dei piatti che hanno reso famoso il Trigabolo è stato un creme caramel di cipolla in salsa al fegato grasso. Quindi torniamo indietro nel tempo.

Tre storie di chef innamorati della cipolla alla Tropea Experience

Igles Corelli durante lo showcooking

Veniamo alla storia. Che cosa è stato il Trigabolo?

Il Trigabolo è stato una scuola, prima di vita e poi di ristorazione. Calcola che dall'esperienza del Trigabolo sono uscite 51 stelle Michelin. Quindi puoi immaginare che cos'era negli anni 80... Sicuramente il ristorante più innovativo d’Italia. Mentre gli altri facevano le penne alla vodka, noi facevamo la crema del pomodoro del Piennolo servita a 48 gradi con il gelato di Aceto balsamico tradizionale di Modena, quindi puoi immaginarti quanto eravamo avanti...

Federico Fusca, cuoco e food influencer

Federico Fusca. Che ci fai qua a Tropea?

Sono stato invitato per il terzo anno di fila a questa manifestazione meravigliosa per celebrare la cipolla rossa di Tropea Calabria Igp e ne vado veramente orgoglioso.

Perché è così speciale questa cipolla?

Sicuramente perché è alla base di tutta la nostra cucina italiana, quindi la cipolla rappresenta gran parte della cucina di ognuno di noi.

Tre storie di chef innamorati della cipolla alla Tropea Experience

Federico Fusca durante uno degli showcooking

E se dovessi dirmi una ricetta al volo per tutti da fare con la cipolla?

Quella che ho preparato adesso in questo meraviglioso show cooking: delle praline di Parmigiano e albume con la cipolla rossa di Tropea.

Celestino Drago, dai Nebrodi a Los Angeles

Celestino Drago. Una storia di successo che parte da un paesino dei Nebrodi e arriva fino ad Hollywood, a Los Angeles. Come nasce questa storia?

Se c'è qualche oretta comincio... facciamo la versione più corta... Io ero in Toscana a Pisa, durante gli anni della scuola - niente a che vedere con la cucina - e andando a lavorare in un ristorante per aiutare a mantenermi; mi sono innamorato della cucina, del cucinare, considerando che già i miei genitori e i miei zii e i miei nonni mi avevano già dato le basi, mi hanno insegnato come rispettare gli ingredienti, come coltivarli, a cucinare, a finire il prodotto e metterlo sul piatto.

Tre storie di chef innamorati della cipolla alla Tropea Experience

Celestino Drago alla Tropea Experience

E lì mi sono innamorato della cucina, per me non c’era un altro lavoro che mi potesse dare questa soddisfazione. Da lì sono partito, avevo 22 anni, sono andato negli Stati Uniti, e ho cominciato a lavorare in un ristorante. Era il 1979 e gli ingredienti erano pochissimi, non si trovava nulla, non si trovava l’Arborio per il risotto e non si trovavano tanti ingredienti, purtroppo si doveva cucinare con quello che avevamo. E allora mi sono messo in testa una cosa: se rimango in questo Paese devo fare un ristorante come dico io. Nel 1985 ho aperto il mio primo ristorante a Beverly Hills. Si chiamava Celestino. Così è nato il primo ristorante ed è diventato un grandissimo successo.

Quello che però mi dava molto fastidio è che nei ristoranti americani scrivevano “North Italian Cuisine”, ristorante di cucina del Nord Italia... perché la cucina del Sud era la cucina dei poveri, la cucina pesante, interpretata dagli emigranti che non avevano l'esperienza e non avevano gli ingredienti. Mi sono detto: "devo fare il ristorante con dei piatti siciliani, della mia terra". Ecco, da lì sono diventato lo chef sicialiano...

Il segreto del successo è portare un pezzo d'Italia all'estero...

Non solamente portare un pezzo dell'Italia, ma la storia di quel pezzo dell’Italia. Puoi mangiare un piatto di pasta, un secondo o qualcosa di buono. Però nel momento in cui racconti la storia, come è fatto quel piatto, cambia sapore, cambia la presenza. C'è una storia dietro ed è quella che si deve portare agli ospiti, prima del piatto stesso.

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