Abbiamo raggiunto al telefono Andrea De Carolis lo chef patron, insieme al socio Marco Paniccià, del ristorante, bar, tavola calda Sandwich Time a Civitanova Marche (Mc). È uscito da pochi giorni dal Covid Center costruito fuori città, durante il primo lockdown. Ha combattuto una lunga guerra, durata un mese, con molta fatica e senza mai scoraggiarsi. Ora sta bene e sta riprendendo il lavoro, piano piano, secondo le indicazioni dei medici che lo hanno seguito.
«Credevo fosse una banale influenza di stagione come succede a tanti. Ma quando sono entrato in quel centro modernissimo, senza finestre, con luci artificiali e 14 letti attrezzati solo per curare questa maledetta pandemia ho capito che del film che di solito guardavo in tv, ero diventato il protagonista».

Andrea De Carolis
Tra i ricordi il percorso che lo ha portato alla cucinaAlla domanda, ovvia, come hai trascorso quei lunghissimi giorni di
angoscia e
speranza? Ci risponde così: «Mi sono affidato completamente alle cure e ai professionisti che mi hanno seguito. Ho fatto il
paziente, paziente nel vero senso della parola. Anche quando dal miglioramento ritornavo a peggiorare dicevo a me stesso che se ero migliorato una volta potevo farlo una seconda. E così via. Ho avuto un ingombrante e fedele compagno di viaggio. Il casco respiratorio dell’ossigeno. Prima l’ho odiato e poi è diventato un amico. L’ho chiamato “il mio casco”. Ho passato con lui tante ore della giornata e tutta la notte. Il rumore assordante e il doloroso senso di oppressione si sono trasformati nei suoni familiari dei miei
pensieri e dei miei
ricordi. Ogni volta che indossavo il mio casco partivo dentro un
sogno. Da quando ero bambino e cucinavo con mia
nonna le
ricette della
tradizione che sono rimaste un punto fermo della mia attività. Il primo approccio professionale con i
fornelli, il primo ristorante, mia moglie, il matrimonio, i figli, i percorsi di crescita. Poi quando mi liberavo di lui, il mio casco, tornavo alla realtà che ogni volta cambiava aspetto. Nel grande salone si sta tutti insieme. Tutti uniti nella stessa trincea. C’era chi si disperava e chi, come me, teneva botta. Ho dato ricette, consigli agli altri malati e alle infermiere».
Sempre pensare positivo e avere fiduciaDe Carolis ha sempre pensato positivo e guardato alla porta d’uscita come un traguardo raggiungibile. «Oggi vedo ieri e so che nulla sarà come prima. Nel lavoro soprattutto ma anche nella vita personale. Il
locale, dal primo
lockdown, lo abbiamo trasformato per essere all’altezza di questa situazione drammatica. Io sono stato molto attento, distante con mascherine professionali, sanificazione ecc… e sono la dimostrazione che a volte non basta».
Ora si ritorna in cucinaGli chiediamo che nuove
idee culinarie gli frullano nella mente in questi giorni. «Adoro i primi piatti e adesso ancora di più la pasta lunga che, per ovvi motivi, al centro non era nei menu. È la stagione delle pannocchiette e dei carciofi. Il primo piatto che farò, appena sarò attivo al 100%, sarà una linguina con pannocchiette, carciofi e pomodorini confit con una spolverata di prezzemolo fresco». Tanti auguri Andrea De Carolis.