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Cuochi in evoluzione

Passa attraverso una chiara definizione di ruoli e competenze, maggiore trasparenza dei curricula e precise regole comportamentali, la strada per una nuova tutela delle figure professionali coinvolte nel lavoro di cucina

Rocco Pozzulo
di Rocco Pozzulo
presidente FIC - Federazione italiana cuochi
12 settembre 2015 | 10:15

Nascono da un importante momento di riflessione sullo stato della nostra professione e la sua evoluzione due dei progetti all’ordine del giorno per il Consiglio nazionale della Federazione: la redazione del primo Codice deontologico del cuoco e l’opera di ridefinizione normativa della nostra figura professionale. In particolare di questo aspetto si è occupato in prima persona Luigi Vitiello, presidente dell’Unione regionale cuochi della Campania, che ha iniziato la sua ricerca presso i Centri per l’impiego e l’Ispettorato del lavoro.

Dai dati raccolti è emersa una chiara disomogeneità nell’incasellamento della figura del cuoco: le qualifiche adottate erano le più varie, attribuite senza un chiaro metodo. Da qui l’esigenza di definire poche categorie professionali di riferimento, in modo tale che risulti più semplice valutare e codificare le competenze del singolo in base alla sua formazione e alle esperienze effettive. Oggi chiunque può mettersi una giacca, entrare in una cucina e definirsi chef: non esistono leggi vincolanti né un Albo.



È quanto mai necessario quindi muoverci per attribuire un’identità ben precisa alla figura del cuoco, per tutelare la salute degli avventori, certamente, ma anche e soprattutto il lavoro e la professionalità dei componenti della brigata di cucina. Perché non dimentichiamo che l’altra faccia della medaglia è rappresentata da quelle realtà che cercano per esempio figure dalle competenze importanti per poi offrire loro un riscontro economico e contributivo del tutto inadeguato.

Uno dei nostri principali obiettivi è dunque quello di agevolare l’azienda nella ricerca di personale che sia garantito dalla Fic, professionisti il cui curriculum sia più facilmente leggibile grazie all’identificazione di alcune categorie di riferimento (probabilmente non più di sei, attualmente al vaglio del Consiglio, ma che indicativamente saranno apprendista, commis, cuoco unico, chef di partita, chef di cucina e chef executive). In questo modo ci assicureremo l’attribuzione alla giusta figura del giusto ruolo, relative garanzie e compensi. Come detto, questo tema, proprio come quello del Codice deontologico, sono all’ordine del giorno per il Consiglio nazionale e a breve raggio i due progetti dovrebbero essere ufficialmente presentati.

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