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C'è anche l'emergenza dei presepiai Crisi-Covid a San Gregorio Armeno

Vincenzo D’Antonio
di Vincenzo D’Antonio
02 novembre 2020 | 18:50

Subito aiuti economici per il Covid, o le botteghe dei presepiai di San Gregorio Armeno (di Napoli, ndr) chiuderanno per sempre». L'associazione degli artigiani della storica strada dei presepi, "Le Botteghe di San Gregorio Armeno", ha scritto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al governatore Vincenzo De Luca: per segnalare di essere stati dimenticati, il rischio è vedere scomparire per sempre molte storiche botteghe. E c’è chi mette in dubbio che quest’anno si possa fare la storica Fiera del Natale 2020.

 C'è anche l'emergenza dei presepiai Crisi-Covid a San Gregorio Armeno

La Napoli che magistralmente Curzio Malaparte raccontò nel suo romanzo “La Pelle”, prostrata dagli accadimenti bellici degli anni ’43–’44, cominciò a segnare una rinascita nel Natale del ’45. Fu il primo Natale senza bombe, il primo Natale a celebrare il quale si tornò a fare il Presepe. Ed i pastori e tutto quanto occorrente alla bisogna si andava a comprarlo nella zona di Spaccanapoli, a San Gregorio Armeno.

Da fenomeno locale, meta per iniziati, si arrivò all’esplosione di un turismo che oramai invadeva San Gregorio Armeno e stradine adiacenti del ventre di Napoli, quasi tutto l’anno, con il picco natalizio talmente vistoso da rendere necessario il senso unico pedonale.

L’economia che prende a girare: visitare i presepi comporta comprare i pastori, specie quelli “d’annata”, ovvero quelle persone divenute personaggi che si sono guadagnati questa sorta di hall of fame per quanto emersi alla ribalta delle cronache nell’anno terminante: calciatori, star dello spettacolo, politici.

Passeggiare, calca permettendo, nel centro storico di Napoli, Decumano e Spaccanapoli, comporta esaudire desideri consci ed inconsci: la tazza di caffè, il babà, la sfogliatella, la pizza, i dolci natalizi e vari souvenir. L’economia che gira, si è detto. Indotto che include quindi ristorazione ed ospitalità.

E venne il Covid-19, siamo a novembre 2020 e lo spettacolo a cui si assiste girovagando in questo che poteva essere il weekend che dà inizio al suddetto picco natalizio è desolante: poca e poco festosa la mercanzia, pochi i napoletani e pochissimi i turisti, chiusi in buona parte i B&B, semivuote le pizzerie.

 C'è anche l'emergenza dei presepiai Crisi-Covid a San Gregorio Armeno

                                                     La protesta dei presepiai con botteghe chiuse

Ovvio che in questo scenario, il settore langue e l’economia si deprime al punto da non potere risollevarsi senza un poderoso e tempestivo aiuto esterno. Aiuto che L’associazione “Le Botteghe di San Gregorio Armeno” chiede al Governo e alla Regione.

Le richieste, più che legittime nel loro proporsi come tali, includono: finanziamenti a fondo perduto, credito d’imposta sugli affitti, sospensione dei tributi e sconti sulle utenze, accesso ai prestiti da 25mila euro anche per i cattivi pagatori.

E se non ci fossero gli aiuti?

Duro a dirsi, ma spaventosamente vero: si chiuderebbero le attività, si renderebbe desolato il centro storico con quanto ne consegue in termini di degrado sociale oltre che economico, si ridurrebbero alla fame centinaia di famiglie, si offrirebbero praterie di reclutamento di manovalanza alla criminalità, si porterebbe all’estinzione un’economia che non è solo un business ma è anche uno scrigno prezioso racchiudente l’identità artigiana ed artistica di Napoli, la sua storia bimillenaria.

Tra acquerello iniziale che tratteggia il bel tempo che fu e riproposizione testuale di legittime richieste cagionate dal tempo gramo che è, il “bravo cronista” avrebbe diligentemente svolto il compito.

 Andiamo oltre ed analizziamo puntualmente le richieste.

 Finanziamenti a fondo perduto. Va bene, stante la situazione creatasi, un fondo “perduto” è melanconicamente indispensabile. Però, come dice la parola stessa, si sa da prima, da prima che lo si eroga, che è perduto. Secchio d’acqua nel deserto: non irriga, a mala pena disseta i pochi per poco tempo, di certo non fertilizza e non aiuta a ripartire.

Ma, ribadiamolo a chiare lettere: è indispensabile! È più che necessario, è indispensabile! Ed a quanto ammonta questo fondo “perduto”? Quali i criteri per il suo computo? È ragionevole ipotizzare che lo si computi partendo dal danno patito, a sua volta misurato sugli incassi attuali (vicini allo zero) comparati con gli incassi dello stesso periodo dello scorso anno. Facile: si prendono i libri contabili, si prende la dichiarazione dei redditi, si ricorre al proprio commercialista / fiscalista e tutta la documentazione necessaria la si appronta ad horas.

Credito d’imposta sugli affitti. Permaniamo nel mondo delle cose semplici. Quasi certamente siamo noi in errore e se così è ce ne scusiamo, eppure sembra che il credito d'imposta sia misura già esistente a prescindere dal Covid-19. Esso spetta nella misura del 60% per i canoni di locazione, leasing, concessioni di immobili ad uso non abitativo destinati allo svolgimento delle attività. Allora forse la richiesta si sostanzia nell’innalzare la soglia del 60%.

Sospensione dei tributi. Sospendere significa stabilire il dies a quo ed il dies ad quem. L’ampiezza di questo lasso temporale vuole dire tanto ai fini dell’entità concreta dell’aiuto e della ricognizione dei tributi che vanno in sospensione. E allora? Mesi, un anno, due anni? E poi, al termine della sospensione, come si pagano i tributi che nel mentre sono stati tra color che son sospesi? Rateazione, moratoria? Boh!

Sconti sulle utenze. Messa così, sembra un po’ la voce “varie ed eventuali” che si inserisce in coda all’ordine del giorno delle assemblee condominiali: non guasta, non nuoce, va sempre bene.

Accesso ai prestiti da 25mila euro anche per i cattivi pagatori. Ecco, questa è richiesta evangelica: “ . . . e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Il business 2020 è pochissima cosa a San Gregorio Armeno. Viceversa, altrimenti non si potrebbe parlare di danno ingente, lo scorso anno 2019 andò quasi benino, e quasi benino fu anche il business generato nell’anno 2018. Quindi vi era un flusso sano di moneta circolante. Ecco, e allora quale impedimento ostacolò il debitore al punto tale da rendersi insolvente e finire nella black list dei cattivi pagatori? E se è cattivo pagatore, quali garanzie potrà offrire onde accedere ad un prestito che, lo dice la parola, va poi onorato, ovvero saldato?!

San Gregorio Armeno lancia SOS. Soccorrere è dovere.

A soccorso avvenuto, ad aiuto prestato e ad organismo rivitalizzato, ci sarà da meditare su come ripartire in scenario mutato.

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