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Raffica di disdette per le cene natalizie aziendali. Il banqueting perde 300 milioni solo a dicembre

Le Festività con una situazione pandemica relativamente tranquilla dovevano rappresentare una grande boccata d'ossigeno per il settore che, al contrario, si ritrova a dover fare ancora una conta dei danni. Le disdette sono circa la metà mentre la perdita annuale sul fatturato medio è di circa il 60%

Federico Biffignandi
di Federico Biffignandi
17 dicembre 2021 | 12:34
Cene aziendali cancellate Raffica di disdette per le cene natalizie aziendali. Il banqueting perde 300 milioni solo a dicembre

Nessuno mette in dubbio che la situazione Covid in Italia sia in peggioramento, ma a fare la differenza nelle scelte quotidiane degli italiani è la paura che i continui allarmi, le effettive ondate e gli annunci di premier, virologi, politici hanno iniettato dentro ognuno. E così si ragiona in maniera poco razionale mettendo a repentaglio la sopravvivenza di alcuni comparti che, ora, tremano temendo il ko. Tra questi c’è quello del banqueting, il quale in questo dicembre sta vivendo di continue disdette che arrivano dalle aziende che avevano prenotato un evento natalizio di auguri, ma hanno scelto di non rischiare.

Paolo Capurro Raffica di disdette per le cene natalizie aziendali. Il banqueting perde 300 milioni solo a dicembre

Paolo Capurro

 

Disdette a raffica nonostante i protocolli

Certo, meno occasioni di assembramento ci sono, meno rischi si corrono. Ma dove è la differenza tra l’andare nei centri commerciali, accalcati, a fare acquisti e il ritrovarsi tra colleghi che si frequentano tutti i giorni per una cena regolamentata da protocolli anti-Covid rigidissimi? La differenza non c’è, o meglio: c’è, ma dovrebbe andare a vantaggio della cena aziendale piuttosto che del centro commerciale. Per essere chiari: i rischi che si corrono partecipando ad un banchetto sono bassissimi, di fatto uguali a quelli che si corrono in un bar o in un ristorante.

Eppure, le disdette fioccano. E non è una mera sensazione, ma faccenda testimoniata dai numeri: «Fino ad ora - spiega Paolo Capurro, presidente dell’associazione nazionale banqueting e catering - sono già arrivate disdette per circa il 50% delle prenotazioni che erano arrivate. In “soldoni”, se prima del Covid fatturavamo solo a dicembre 500 milioni di euro, ora ne fattureremo circa 200 per una perdita di 300 milioni di euro». Roba grossa, soprattutto se si considera il peso specifico che ha dicembre sul comparto: vale il 20% del fatturato annuo, proprio grazie alle festività natalizie.

 

Bene in estate, poi profondo rosso

E se poi si considera che sono praticamente due anni che il settore è fortemente rallentato, il bilancio diventa da profondo rosso. Sì, perché il banqueting è stato chiuso più di tutti ad eccezione delle discoteche. Solo per quanto riguarda il 2021, fermo totale da gennaio a luglio. «Tra luglio e settembre - prosegue Capurro - abbiamo lavorato bene, non dico ai livelli del 2019, ma con numeri comunque soddisfacenti. Poi, più niente. Abbiamo ripreso a dicembre, ma con la situazione di cui ho parlato».

 

Quello che dispiace all’associazione e che le suggerisce di guardare avanti con poca fiducia è proprio la scelta spesso irrazionale dei clienti di non voler organizzare eventi. «Molte aziende - commenta Capurro - hanno paura di assumersi la responsabilità di generare tra i propri dipendenti, collaboratori, clienti una situazione di contagio che sarebbe difficilissimo da dimostrare, perché quelle persone fanno di tutto nella vita di tutti i giorni. Negli eventi c’è una bolla sicura, tutti i giorni quando abbiamo la possibilità di realizzarli il nostro cliente ci chiede tutte le misure previste anti-contagio e per la sicurezza in generale e noi le rispettiamo. Dovremmo, in realtà, attirare persone e stimolare delle feste perché sono sicuramente più protette della maggior parte delle attività quotidiane, e invece la gente si allontana».

 

Tante proposte per una maggiore sicurezza

Le aziende di banqueting hanno anche proposto format differenti dal solito per garantire un ulteriore grado di serenità. «Solitamente - ricorda Capurro - il programma delle serate era aperitivo e cena con la possibilità di un dopo-cena. Quest’anno abbiamo proposto maggiori accortezze sull’aperitivo, che idealmente è il momento in cui si è maggiormente esposti, mentre per quanto riguarda il dopo-cena proponiamo uno spettacolo, piuttosto che il ballo (per quanto sia lecito secondo decreti). Inoltre, abbiamo continuato a rispettare non solo la distanza tra tavoli, ma anche ai tavoli nonostante gli stessi decreti l’abbiano eliminata. Ma sono tutte attenzioni che non hanno portato lontano per motivazioni che sfuggono alla logica spesso».

 

 

2021 ampiamente insufficiente

Tirando le somme di questo 2021, il voto non può che essere ampiamente insufficiente. Capurro stima perdite sui dodici mesi di circa il 60% su un fatturato che, nei tempi d’oro, arrivava a 2,5 miliardi di euro grazie al lavoro di 135mila persone. «Ora - chiude il presidente - ci aspettiamo maggiori aiuti dal Governo, chiediamo di essere ricordati e considerati perché troppo spesso finiamo nei provvedimenti che sono rivolti al mare magnum della ristorazione quando invece abbiamo problemi specifici».

 

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