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critica e critici

La stroncatura americana del Bros' di Lecce? Insegna a non prendersi troppo sul serio

Il locale di Floriano Pellegrino e Isabella Potì è stato bollato come «il peggior ristorante stellato di sempre» dalla food blogger Geraldine DeRuiter dando avvio a una querelle italo-americana. Ma la morale è un'altra

Vincenzo D’Antonio
di Vincenzo D’Antonio
14 dicembre 2021 | 15:46

Negli Stati Uniti le prime ore sabato mattina sono dedicate alla tv. Non essendoci assillo dell’orario prandiale, ci sarà poi tempo, nella seconda fascia della mattinata, per andare a fare jogging e poi la spesa e poi tanto altro ancora. Ma la prima parte della mattinata, bicchierone di caffè a portata di mano, si sta sul divano davanti al megaschermo. Grande audience sull'emittente Nbc per il Today Show. Sorta di rotocalco sull’attualità di costume negli Usa e talvolta, ma mica spesso, anche nel resto del mondo. Stupore quindi, nel rendersi conto in diretta che stava partendo un servizio su un ristorante di Lecce. Bella grafica, il globo che gira, l’Italia che prende focus e poi focus ulteriore sulla Puglia e poi, ancora, la freccia che colpisce Lecce. Giusto a ché si sappia individuare il luogo della ghiotta notizia. A dirla in breve, si tratta dell’impietosa stroncatura del ristorante Bros’ di Lecce, di cui sono patron e chef Floriano Pellegrino e Isabella Potì.

La stroncatura americane del Bros' di Lecce dimostra che la gastronomia non è una scienza esatta La stroncatura americana del Bros' di Lecce? Insegna a non pendersi troppo sul serio

La stroncatura americane del Bros' di Lecce dimostra che la gastronomia non è una scienza esatta
 

 

Il Bros' di Lecce stroncato della blogger Geraldine DeRuiter

Impietosa, attenzione, non a voler dire ingiusta. Anche perché nel merito non sapremmo e neanche vorremmo entrarci. Il fatto: nei primi giorni di dicembre l’autorevole blogger statunitense Geraldine DeRuiter (il suo blog Everywhereist.com è tra i più seguiti negli Usa) pubblica una brillante recensione del ristorante Bros’ di Lecce (una stella Michelin) a cui dà titolo: “Abbiamo mangiato nel peggior ristorante stellato di sempre”. Insomma, non le manda a dire, non adopera mezze frasi, non si culla tra il “detto e non detto”. Tutto sommato, piaccia o meno, è uno stile di giornalismo che non rinuncia a toni caustici. Il contenuto scivola in piacevole lettura e denota arguzia nella bella penna di Geraldine. Qual è il punctum dolens che affronta la DeRuiter? In sintesi, la blogger sostiene che non di cena si è trattato, bensì di una performance teatrale. Ma, lascia intendere, noi si era venuti qui per mangiare e per mangiare bene, non che ci si voglia alzare da tavola avendo ancora fame.

 

La risposta piccata di Isabella Potì

Il reportage di Today Show mostra la foto della schiuma di limone in un contenitore a forma di bocca, intitolata “Limoniamo”. Risatine e risatone e il commento generico del tipo “e che mangiare è mai questo!”. Isabella Potì, in collegamento Tv (fluente il suo inglese), sostanzialmente argomentò il loro modo di fare ristorazione affermando che era stato un errore della blogger e dei suoi amici andare da Bros’! Ad ogni modo, il clamore suscitato è tale che su Twitter è apparso il piatto “limoniamo” come fake cover del Time personaggio dell’anno!

L'ironica copertina del Time circolata su Twitter La stroncatura americana del Bros' di Lecce? Insegna a non pendersi troppo sul serio

L'ironica copertina del Time circolata su Twitter
 

 

La morale della... tavola

Si può arrivare, a questo punto, ad un “morale della tavola”? Sì, proprio tavola, non favola! A fronte di tali dispute la prima cosa che accade è la formazione di schieramenti: è il bar sport che non chiude mai (e va anche bene così!). Tre gli attori suscettibili di critica:

  • La “Rossa” che nel suo pontificare prende cantonate e quando vede e quando è cieca, e quando stravede e quando forza assenze.
  • La blogger impietosa che quando mai capirà cosa è l’italico mangiare, sebbene travestito da performance artistica.
  • La coppia Pellegrino Potì cosi eccessivamente stravaganti ed oramai anche supponenti.

Non si è pavidi, ma semplicemente saggi, nel dichiarare che ci si astiene dallo schierarsi. La constatazione disincantata alla quale questo bizzarro accaduto ci conduce, è tutto sommato serena e positiva e si trasforma in un appello ai suddetti tre player.

Cara Michelin, continua a fare il tuo mestiere, continua ad assegnare stelle (e anche a toglierle, talvolta). La critica gastronomica (ma in generale qualsiasi critica) non è scienza esatta e pertanto ha in sé la componente dell’opinabilità. Certo, non è che ogni scheda della “Rossa” può avere come incipit una frase del tipo: “A mio parere ..."; ma mettiamo conto che però ci sia.

Cara Geraldine, se hai acquisito così tanta autorevolezza come food blogger negli Usa, dove c’è scuola di giornalismo d’inchiesta ai limiti dell’investigativo, dove criticare è prima doveroso e poi anche lecito, evidentemente hai tanta competenza ed una bella penna. Continua così: triste quel giorno in cui la critica divenisse attività vietata.

Cari Isabella e Floriano, godetevi sia la stella (magari anelate a farle diventare due!) e godetevi al contempo la brillante critica di Geraldine. Soprattutto, fate sempre in modo che chi viene consapevolmente da voi (capitarci per caso la vedo proprio difficile) sia sempre messo nelle condizioni di vivere deliziosa esperienza cognitiva ed emozionale.

Insomma, da persone serie quali tutti siamo, non è che adesso si rischia di prendere sul serio quanto è accaduto? Morale della tavola: noi non ci sediamo a tavola per mangiare, bensì per mangiare in compagnia!

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