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Stupidaggini social contro Cracco Polemica per lo scontrino del 2018

Sergio Cotti
di Sergio Cotti
30 settembre 2020 | 12:05

Tre spremute (e due bottiglie d'acqua) da Cracco, in Galleria a Milano, alla modica cifra di 41 euro. E la polemica inizia a montare sui social, con tanto di “prova regina”, vale a dire lo scontrino consegnato agli improvvidi clienti, che forse pensavano di essersi seduti in un qualsiasi bar della periferia di una qualsiasi città di provincia. Peccato che lo scontrino in questione risalga a due anni fa (precisamente all’estate del 2018) e che la notizia - oggi - di fatto non ci sia. Ma tant’è: nessuno probabilmente ha verificato la vetustà della news, venduta come fresca di giornata dai soliti leoni da tastiera (per la verità ormai a corto di fantasia), e la polemica è torna a montare, proprio come due anni fa, a suon di commenti e di condivisioni.

Carlo Cracco e lo scontrino incriminato - Attaccato per un conto di 2 anni fa

Carlo Cracco e lo scontrino incriminato

Ormai però lo sappiamo: quando si tratta di criticare qualche personaggio in vista e notoriamente controverso - basta guardare come mettono in croce i poveri Chiara Ferragni e Fedez (i Ferragnez per la rete) che, a suon di critiche più o meno pretestuose, stanno iniziando a diventare simpatici a tanti - non c’è bufala che tenga.

E così, ancora una volta, a farne le spese, è uno dei più chiacchierati cuochi stellati italiani, quel Carlo Cracco (preso di mira subito dopo l'apertura del locale per la sua Margherita), che qualche anno fa ha pensato di aprire un ristorante in un luogo non proprio appartato e non così privo di storia e tradizione, in quella che (covid a parte) da tempo è ormai diventata anche la capitale morale del turismo italiano.

Tornando per un attimo allo scontrino di nuovo virale dopo due anni, è forse bene ricordare a qualche cliente disattento che da Cracco in Galleria, come altrove, i menu sono ben visibili al passaggio, con tanto di prezzi accanto ad ogni proposta (tanto per essere chiari), e che ogni locale può applicare i prezzi che crede, soprattutto se si tratta di un ristorante di 1.200 metri quadrati che deve stare in piedi con un conto di oltre un milione di euro l’anno solo da pagare, solo di affitto, ancora per i prossimi 15 anni e mezzo (i primi due di concessione sono già passati). E a voler vedere, i prezzi applicati dal chiacchieratissimo Carlo Cracco, non si discostano neppure tanto da quelli applicati da tanti altri locali della zona (magari più storici, seppure senza stelle), che però mai sono stati messi alla berlina sui social. Neppure con due anni di ritardo.

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