MasterChef continua a conquistare il pubblico. La 9ª edizione che si è conclusa ieri ha visto vincere il veneto Antonio Lorenzon, 44 anni, art director di Bassano del Grappa (Vi). Poco da dire sull'esito della sfida: lui è stato l'aspirante chef più creativo, originale, capace e in grado di tendere ad un costante miglioramento. L'onore delle armi per la pugliese Maria Teresa e per Marisa che ha rubato l'occhio a non pochi telespettatori.

Antonio Lorenzon al momento della proposta
Ma l'esito della finalissma è quasi sceso in secondo piano dopo un breve festeggiamento in studio e qualche bottiglia stappata insieme a tutti i concorrenti. Sì, perchè Antonio Lorenzon ha chiesto la parola facendo calare il silenzio in studio, ha ringraziato una persona speciale spiegando che gli ha cambiato la vita guardando negli occhi il compagno di fronte a lui. Poi ha messo la mano sinistra in tasca e a quel punto tutti hanno trattenuto il fiato. In un lampo Antonio era in ginocchio (un po' goffamente, giustificato per l'emozione) davanti a Daniel - il compagno - per la richiesta ufficiale. In lacrime ha ottenuto un "sì" convinto ed incredulo.
Un colpo di scena in perfetto stile Sky e in perfetta linea con la tendenza di MasterChef che tende sempre di più a cercare nei suoi vincitori la storia particolare oltre che alla capacità in cucina. Lo si è visto nel corso di tutta l'edizione e ancora di più nella puntata finale dove ad ognuno è stato riproposto il "percorso" (parola tanto in voga oggi) compiuto nella 9ª edizione. Vero che un piatto racconta sempre un po' del suo autore, vero che il pubblico cerca lo storytelling, ma allora mettiamo da parte l'idea che i giudizi culinari si propongano di essere seri, tecnici, qualificati, affidabili, al centro del format.