La procura della Repubblica di Napoli Nord e la Guardia di finanza di Caserta insieme all'Icqrf hanno fatto luce sull'importazione di zucchero per adulterare il vino attraverso una rete di imprese.
Lo zucchero sarebbe giunto in Italia da Croazia, Isole Mauritius, Serbia e Slovenia e sarebbe stato distribuito nella Penisola attraverso una rete di imprese e persone tra Campania, Puglia, Sicilia e Veneto.

Gli indagati sono 36, a vario titolo, accusati di associazione per delinquere, frode nell'esercizio del commercio, vendita di sostanze alimentari non genuine, falsità in registri e notificazioni, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione fiscale e autoriciclaggio. Sono ora sotto sequestro beni immobili, rapporti finanziari e partecipazioni societarie riconducibili agli indagati per oltre 12 milioni di euro.
Secondo gli inquirenti, i soggetti coinvolti avrebbero importato zucchero proveniente dall'estero e lo avrebbero poi veicolato a una società con sede a Sant'Antimo (Na) attraverso l'interposizione fittizia di imprese "cartiere" nazionali: si tratta di aziende formalmente attive ma in realtà non operative e inadempienti agli obblighi fiscali.
Un sistema complesso, ma che avrebbe permesso di commercializzare lo zucchero agli imprenditori vitivinicoli evadendo le importe e a prezzi estremamente competitivi. A loro volta poi i suddetti imprenditori avrebbero usato lo zucchero acquistato per la sofisticazione del vino, attraverso l'incremento della gradazione alcolometrica, nonché per la produzioni di mosti.
Andrea Olivero
«Grazie all’impegno e alla determinazione delle donne e degli uomini dell’Icqrf, che hanno lavorato in sinergia con le altre forze dell’Ordine coinvolte nell’operazione - ha commentato il viceministro alle Politiche agricole
Andrea Olivero - riusciamo a reprimere le frodi e contrastare efficacemente la concorrenza sleale dimostrando la massima attenzione verso la tutela dei consumatori».