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Morello Pecchioli si aggiudica il Premio giornalistico Bursòn

11 ottobre 2018 | 12:02

Il giornalista veronese Morello Pecchioli, che per tanti anni ha curato la pagina del Gusto de L’Arena parlando di prodotti tipici, ristoranti e vini, ha vinto il “Premio giornalistico Bursòn” del Consorzio Bagnacavallo.

Il Bursòn è un grande vino da invecchiamento, una sorta di Amarone romagnolo, ricavato dalle uve del vitigno Longanesi, presente da secoli sul territorio, ma “scoperto” e registrato all’anagrafe dei vitigni soltanto da qualche anno. Pecchioli si è aggiudicato il premio - un’opera artistica dell’orafo Paolo Ponzi e 60 bottiglie di Bursòn Riserva - con l’articolo “Bursòn cavàl ad raza” pubblicato su Vitae, la rivista nazionale dell’Associazione italiana sommelier (Ais) spedita a 45mila sommelier di tutta Italia.

Matteo Giacomoni, vicesindaco di Bagnacavallo, Morello Pecchioli, Daniele Longanesi, presidente del Consorzio Bagnacavallo, e l'enologo Sergio Ragazzini (foto: Ortombina)
Matteo Giacomoni, vicesindaco di Bagnacavallo, Morello Pecchioli, Daniele Longanesi, presidente del Consorzio Bagnacavallo, e l'enologo Sergio Ragazzini (foto: Ortombina)

L’articolo racconta la bellissima storia del 96enne contadino romagnolo Antonio Longanesi, detto Bursòn, la cui famiglia si trasferì a Bagnacavallo dalle campagne intorno a Ravenna nella prima metà dell’800. Negli anni Sessanta del secolo scorso, Antonio s’incuriosì di una vite sconosciuta che da tempo immemorabile cresceva aggrappata ad una quercia accanto al suo casolare. Un giorno si decise a fare una microvinificazione. Il responso del mostimetro fu impressionante: il vino che si sarebbe ricavato avrebbe avuto più di 14 gradi. Un responso incredibile per un’uva cresciuta in un terreno di origine paludosa dove se un vino raggiunge gli 8 gradi si fa grande festa.

Fatte tutte le prove nel corso di vari anni, anche l’esame del dna dell’uva, risultò che il vitigno sconosciuto era l’ultimo della sua famiglia. L’uva fu battezzata “Longanesi” e cioè con il cognome di Antonio (che, nel frattempo, generosamente donò germogli a tutti i vicini assicurando il futuro della vite) e il vino con il suo soprannome, Bursòn.

Oltre che su L’Arena, Pecchioli scrive di gastronomia, sul quotidiano La Verità diretto da Maurizio Belpietro e condiretto dal giornalista veronese Massimo De Manzoni. Nel 2016 ha vinto il premio internazionale Ischia per la narrazione enogastronomica. Per Gribaudo Feltrinelli ha pubblicato “Le verdure dimenticate” e “I frutti dimenticati”, usciti come allegati del giornale.

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