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Fotografare il cibo al ristorante può costare caro in Germania

In Germania la pratica del “foodporn” (fotografare i piatti e postarli sui social network) può diventare perseguibile penalmente, in quanto il cuoco sarebbe il proprietario dei diritti d’autore sul piatto servito

21 agosto 2015 | 12:43

Fotografare il cibo al ristorante può diventare un problema serio in Germania, dove chi scatta una fotografia a un piatto e la pubblica sui social network può essere perseguito penalmente. Lo ha comunicato il quotidiano nazionale tedesco Die Welt, nell’annunciare che la pratica del “foodporn” potrebbe violare i diritti d’autore del cuoco. Certo è strano pensare che nell'era della comunicazione digitale e dei social media, pubblicare un'immagine sul web possa diventare illegale. Eppure sta succedendo.



Pare che nel momento in cui il cuoco elabora un menu inedito, il suo lavoro sia protetto dal copyright. In sostanza senza il permesso del cuoco, potrebbe diventare illegale pubblicare su Instagram e altri social network gli scatti dei piatti che si stanno per mangiare. Stando a ciò che ha stabilito la corte federale in Germania il divieto si applicherebbe quindi a creazioni culinarie complesse, come quelle di un ristorante stellato, che non ha bisogno della pubblicità sui social network, tantomeno se si pensa che la bassa qualità di uno scatto amatoriale potrebbe penalizzare il piatto stellato.

Uno tra tutti Alexandre Gauthier, chef de La Grenouillere, a La Madelaine-sous-Montreuil, in Francia qualche tempo fa ha fatto stampare tanto di simbolo con divieto di macchina fotografica sui suoi menu, per scoraggiare questa pratica.

Diverso il discorso per i ristoranti che propongono menu standard con piatti comuni e non rielaborati. In questo caso spetta al proprietario del ristorante scegliere se accettare o meno che vengano scattate delle fotografie ai piatti serviti, come sostiene l'avvocato Niklas Haberkamm interpellato da Die Welt. Il cliente dovrà fare molta attenzione perché le sanzioni partono da qualche centinaio di euro, ma nei procedimenti giudiziari - sostiene ancora Haberkamm - potrebbero anche arrivare a raggiungere le quattro cifre.

I dubbi nascono dal fatto che il piatto che il cliente fotografa è lo stesso che alla fine della cena andrà a pagare. Perciò ci si chiede se sia appropriato parlare di diritti d'autore, quando in realtà si sta acquistando un servizio. Finora in Italia non ci sono stati casi simili che hanno sucitato particolare scalpore. Resta da chiedersi se l'iniziativa della corte federale tedesca avrà successo anche oltre confine o se risulterà un semplice fuoco di paglia.

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