Vitigno a bacca bianca poco conosciuto, tra i più antichi di Sardegna, il cui nome deriverebbe dal latino muscus, utilizzato per descrivere il caratteristico aroma di muschio percepibile del vino affinato. Conosciuto quindi già in epoca romana, era diffuso in tutta l’isola sino alla seconda metà del secolo scorso, tanto che all’Esposizione Universale di Vienna del 1873, il Nasco fu giudicato uno dei vini più prestigiosi della Sardegna.

Il Nasco, vitigno a bacca bianca - Foto: lestradedelvino.com
Gli areali storici di questo vitigno ricadono prevalentemente nei terreni calcarei ed assolati situati nell’entroterra del litorale cagliaritano. Allevato in prevalenza ancora con il tradizionale alberello latino, viene apprezzato per le sue
qualità aromatiche. Sta attualmente rivivendo un rinnovato interesse, anche se la sua produzione è ancora limitata e apprezzata prevalentemente da una clientela di attenti estimatori.
Caldo colore ambra e topazio, la consistenza spessa, i profumi straordinariamente intensi e avvolgenti di miele, frutta "stramatura", datteri, fichi, arancia candita, note di mandarino e mughetto, erbe officinali, mango e con un finale di essenze di macchia mediterranea. In bocca è chiaramente
morbido, dal sorso pieno e dal corpo vellutato ma con una vena decisamente marina, sapida e saporosa, che caratterizza il terreno caldo e calcareo degli areali di eccellenza.
Decisamente alcolico, con gradazioni naturali tra i 14,5 e i 17 gradi, il Nasco viene vinificato anche liquoroso secco e Riserva, con gradazioni ancora maggiori, mentre nell'Igt Sibiola è assemblato al Vermentino sempre nella tipologia secco. Dal 1972
è riconosciuta la Doc - Denominazione di Origine Controllata Nasco di Cagliari.