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Ad ogni sigaro, il suo rum: ecco come abbinarli al meglio

Davide Staffa
di Davide Staffa
07 marzo 2021 | 09:28

Godersi la degustazione spensierata di un sigaro è un privilegio, se poi lo abbiniamo ad un grande distillato, diventa un grande privegio. Ho scritto “degustare” un sigaro perché è qualcosa di differente rispetto a fumare una sigaretta. Il sigaro non si fuma, si assapora, tiro dopo
tiro, boccata dopo boccata, il tutto avvolto da un consolidato cerimoniale, passaggi codificati e attenti, quasi maniacali. E durante questa piacevole e nobile liturgia possiamo accompagnare il rituale con un calice di rum.

Degustare un sigaro abbinamento ad un rum adatto è un grande privilegio

Degustare un sigaro abbinamento ad un rum adatto è un grande privilegio

Questo distillato di canna da zucchero nasce verso il 1600 nella zona caraibica da processi di fermentazione e successiva distillazione sia del succo vergine di canna che della sua concentrazione, detta “miel virgin de cana”, che della melassa. Quest'ultima non è altro che un denso residuo ancora ricco di parti zuccherine, dopo le operazioni di estrazione dei cristalli di zucchero. Al mondo oltre il 90% dei rum prodotti è originato dalle melasse; la piccola percentuale rimanente è di succo vergine di canna.

Come per la maggior parte degli abbinamenti non esiste una ricetta codificata, ma ci si può avvicinare utilizzando il sistema della concordanza degli aromi, dei sapori, delle sfumature, delle persistenze. Poi dobbiamo anche dire che ci sono molteplici fattori che possono influenzare questa situazione: lo stato d'animo, la compagnia, il momento, l'orario, i pensieri, quello che si è mangiato e bevuto in precendenza... Qui entra il gioco la fantasia, la volontà di sperimentazione, la conoscenza più o meno approfondita del mondo dei sigari e, nel nostro caso, dei rum.

Intanto partiamo dalla scelta del tipo del bicchiere da utilizzare. Il migliore resta sempre un baloon con un po' di gambo più o meno alto, per arieggiare il distillato, per godere delle sfumature di colore e degli archetti che il rum stesso traccia sulle pareti del vetro, stando sempre attenti a non scaldare il prodotto con le mani e, tantomento, con fonti di calore.

Dopo aver scelto il sigaro, quindi, passiamo alla scelta del distillato. Per fare questo possiamo fare un tentativo di abbinamento territoriale. Ad esempio, se come sigaro si è scelto un Cohiba, proviamo con un rum cubano. Possiamo utilizzare lo stesso criterio di selezione anche quando selezioniamo sigari prodotti nella Repubblica Dominicana, in Nicaragua, in Messico, in Brasile...

Una seconda linea guida è quella legata alle caratteristiche organolettiche e alla tipologia del sigaro scelto:
  • Con un sigaro con corpo leggero e poco persistente possiamo provare con un rum poco invecchiato e non troppo strutturato (3-5 anni, V.O.).
  • Con la scelta di uno con media persistenza, corpo e struttura intermedia, la scelta deve cadere su un rum mediamente invecchiato (5-7 anni, V.O.S.P.).
  • Nel caso di un grande e potente sigaro, con importante persistenza e gusto, possiamo provare di abbinare un rum di interessante invecchiamento (oltre i 7 anni, X.O.).
Come analisi di massima, teniamo conto che un rum agricolo o di succo vergine di canna avrà note erbacee più o meno marcate, minerali, iodate e marine, spesso con sfumature pepate e speziate, con un gusto decisamente secco. Questi rum di solito sono prodotti in Martinica, Guadalupe, Marie Galante, Haiti, Isola della Reunion, Mauritius e Portogallo.

Se cercate un rum maschio, molto persistente, potente, pungente, con note di smalto e vernice (sfumature queste ultime date dal processo produttivo di ricercate lunghissime fermentazioni), piccante, secco e speziato, allora potete scegliere un rum di origini giamaicane.

Se cercate un rum di medio corpo e persistenza, non troppo secco ma nemmeno stucchevole, allora potete cercare tra i distillati di Cuba.

Mentre se desiderate un prodotto morbido, rotondo con finali armonici, meglio orientarsi verso rum di Panama, Nicaragua, Guatemala, Perùo Repubblica Dominicana, dove l'utilizzo del metodo “Solera” e dei finish con barili di ex Sherry aiutano ad ammorbire i gusti.

Altrimenti corpo, persistenza, potenza, giusto compromesso tra morbidezze e speziature sono caratteristiche che si possono ritrovare in rum prodotti in Guyana Inglese (i famosi Demerara): Trinidad, S.Lucia e Barbados.

Quello che sconsiglio di fare è di abbinare rum dozzinali o industriali, di basso costo, comprati nei discount, o rum creati per il mondo della miscelazione. Inoltre è preferibile evitare anche grandissimi rum super-invecchiati, a grado pieno o di altissima fascia, perché questi ultimi vanno gustati da soli - non una regola, ma una considerazione. Degustando questi ultimi senza abbinamenti, è possibile coglierne le più piccole sfumature di gusto, per evitare qualsiasi tipo di influenza, di sapore o di aroma estraneo.

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