I vini di Romagna incrementano la loro qualità ed il loro valore grazie al lavoro fatto in vigna ed in cantina. Siamo sul tratto meridionale della via Emilia tra Imola e Forlì, pressoché al centro della Romagna.
D’intorno le prime falde del dolce Appennino. In questo territorio magico del nostro Belpaese la laboriosità delle genti si coniuga naturalmente con la scorrevole piacevolezza di un saper vivere opulento e gaudente. Sì, siamo a Faenza. Nel Mic, il Museo internazionale delle ceramiche in Faenza, uno dei più importanti musei d'arte ceramica del mondo, si è appena conclusa la 13ª edizione di Vini ad Arte. La ceramica ed il vino, due opere dell’uomo laddove l’uomo ha di partenza la materia che si chiama “terreno”, la “terra”; semplicemente la “terra” di questo piccolo pianeta da noi abitato che è il pianeta Terra.

E qui, nell’ambito di Vini ad Arte, si sono potute degustare le anteprime del Romagna Sangiovese Riserva 2015 ed anche, molto opportunamente, gli altri vini della generosa Romagna, terra di grandi vini e di eccellente olio. Romagna emblema della Mediterraneità per quanto abilita l’abbraccio millenario, sulle falde collinari ancor più che in pianura, tra l’ulivo e la vite. E due tra i più rappresentativi vini della Romagna, in questo corrente anno 2018, vivono una ricorrenza particolare. L’Albana Docg entra nell’anno 31 della Docg, ottenuta nel lontano 1987, primo vino bianco d’Italia a potersene fregiare. Il Sangiovese Doc, la cui precisa denominazione dal 2011 è Romagna Sangiovese Doc, entra nel suo sesto decennio di Doc, avendola ottenuta nel lontano 1967. Che strano il destino del Sangiovese fatto in Romagna.
Nella contigua Toscana, nelle sue aree dove più blasonata è la produzione vitivinicola, il vitigno Sangiovese esita vini famosi e costosi. In Romagna, fino a circa quindici anni addietro il comune sentire comunicava una produzione abbondante ma non di grande qualità. Grande il merito del
Consorzio Vini di Romagna. Il suo payoff recita “l’eccellenza è un’arte, la schiettezza una garanzia”. E si comprende che non di mero slogan trattasi. Qui, facile a dirsi ma difficile a farsi, grazie al Consorzio è palese la logica nel progettare, in situazione di scenari che evolvono velocemente, il complesso business del vino. I vitivinicoltori hanno il giusto standing per dimensione, quella virtù che sta nel mezzo: né il gigantismo esasperato, laddove il compiacimento è nei grandi numeri, né micro realtà che traggano ragione dell’esistere da supponente autoreferenzialità. Questa Anteprima Romagna Sangiovese ha confermato la bontà dell’ampio e profondo disegno strategico: portare a dignità di top wines i vini romagnoli e coerentemente presentarli come tali, ovvero come grandi vini.

E tutto ciò è reso possibile grazie ad una catena fattuale di disarmante semplicità. Questi vini, grazie al lavoro in vigneto ed al lavoro in cantina ed in virtù di una crescita complessiva delle attività a contorno, sono diventati per davvero grandi vini. Non vi è make-up. La mutazione, ma diciamo molto meglio l'evoluzione, è di sostanza. Una generazione di addetti ai lavori sta lavorando seriamente affinché l'anelito, il desiderio, divenga lo stato reale. Il cosiddetto “sdf” ovvero lo stato desiderato futuro, qui è divenuto lo stato della realtà: una realtà di encomiabile successo. È successo qui, in Romagna. Alfieri che sanno fare anche da apripista agli altri vini sono indubbiamente la Romagna Albana ed il Sangiovese. Lavori sapienti sia in vigna che in cantina, esitano briose ed ammiccanti bollicine quanto sontuosi passiti: è il caso dell’Albana.
Ne consegue che anche il ventaglio degli abbinamenti si appropria di genuino eclettismo sapendo soddisfare sia i grandi classici della saporita cucina romagnola, sia le proposte intriganti ed emergenti che provengono da tutto il mondo e che, giova ribadirlo, sostanziano l’efficacia ed il successo del grande lavoro che il Consorzio sta lodevolmente svolgendo all’estero allo scopo di incrementare il business dell’export. In Romagna, lo constatiamo ammirati e soddisfatti per quanto ciò arreca ottimismo per le sorti del Bel Paese, lodevolmente si pratica un business del vino che non prescinde dal correlato business dell’enoturismo. Gli operatori sono a loro agio anche nella digital society, mai perdendo di vista la centralità della relazione tra persone che hanno cuore e cervello.

Tanti i meditati assaggi, da provvidenziale taccuino scoviamo appunti di aziende ubicate in zona Bertinoro. Da sole uve sangiovese, l’azienda vitivinicola Bissoni esita il Girapoggio, Romagna Sangiovese Superiore Doc, la cui annata 2015 molto ci è piaciuta per quanto ha saputo trasmettere sia freschezza senza smarrire, tutt’altro, il poderoso fruttato. Quanto piacevole la ciliegia. Lo vedremmo, abbinamento inusuale ma valido, con saporite grigliate di saraghine del vicino Adriatico.
Altro piacevole e ben fatto Romagna Sangiovese Superiore Doc, il San Maglorio annata 2015 by Campodelsole. Tannico quanto basta, ha piacevoli sentori di frutti di bosco. Lo vedremmo abbinato con Formaggio di Fossa. 100% Pagadebit per il bianco Campi di Fratta Romagna Pagadebit Doc 2016 by Celli. Morbido, ha buona persistenza. Da abbinare alla Mozzarella di Bufala Campana Dop ed a saporiti crostacei.
Nel gotha delle aziende vitivinicole italiane, Fattoria Paradiso seppe scovare, merito di Mario Pezzi, l’antico vitigno Barbarossa e da sole uve Barbarossa viene prodotto questo interessante Barbarossa Riserva - cru Vigna del Dosso 2012. Austero e generoso nel contempo, ha suo vistoso carattere. In abbinamento con i grandi salumi romagnoli (ed anche emiliani). Piacevole scoperta, è proprio un grande vino di Romagna.
Giovanna Madonia conduce la sua azienda vitivinicola facendo ottimi vini. Ci sono particolarmente piaciuti il Neblina Romagna Albana Docg secco 2016 e l’Ombroso Romagna Sangiovese Riserva Bertinoro Doc 2013. Del Neblina piace quel glicine così spiccato senza essere prevaricante. Calice fresco che si abbina a saporita cucina di mare. Dell’Ombroso piace innanzitutto il colore rubino intenso; indi i raffinati tannini ed il lungo finale. Abbinamento con le carni rosse.
Giovanna Madonia
Definito vino ancestrale, vinificato in anfora, InTerra Romagna Albana Docg 2016 by Tenuta La Viola, è vino che intriga per quanto riesce ad emozionare ed a rendere, sorta di visione anastatica, il passato in armonica sovrapposizione al presente. Tutti ottimi vini, conseguenza del grande lavoro sia in vigneto che in cantina, di cui si diceva. Una storia che insegna e che sa indicare il futuro a chi sa fare tesoro del suo passato.