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Noi di Sala

Salvaguardiamo l’identità “familiare” della ristorazione

Marco Reitano
di Marco Reitano
presidente Noi di Sala
22 novembre 2021 | 08:00

Stabilire quale sarà l’impatto a lungo termine del Covid-19 sulla ristorazione è ancora una variabile tutta da focalizzare. Molti “processi” di pseudo-innovazione o cambiamento si sono “affacciati” sul mercato dell’ospitalità, ma allo stesso modo sono poi velocemente spariti, dotati di valenza per lo più “momentanea”.

Salvaguardiamo l’identità “familiare” della ristorazione

Altre opportunità invece, già preesistenti e amplificate negli ultimi due anni, potrebbero portare a una trasformazione sostanziale/epocale della futura ristorazione. Smart working, outsourcing, delivery, sono queste le parole che più di tutte guideranno l’evoluzione dell’impego verso un impiego 2.0, e anche la ristorazione potrà difficilmente sottrarsi ai vantaggi di tali formule che attraggono inevitabilmente anche il comparto dell’ospitalità. Questo scenario va infatti inesorabilmente a “braccetto” con una conveniente legge di grandi numeri che ha come rischio maggiore quello di incentivare una ristorazione “standardizzata”, massificata.

 

 

Rafforzare l'offerta

Si rischia di perdere il “capitale umano”, la crescita del personale di sala, ad esempio, che dovrebbe invece essere sempre saldamente “integrato” al ristorante, alla sua filosofia, alla sua identità. La ristorazione ha, e avrà sempre più bisogno di un’identità “familiare”: solo in questo modo si potrà rafforzare l’offerta, valorizzando concetti quali tradizione, cultura del bere e del mangiare, accoglienza.

 

La cultura del servizio

La ristorazione è fortemente connessa al tessuto sociale/territoriale: anche questo ruolo va conservato e incentivato tramite la valorizzazione di tutte quelle figure professionali che sono e dovranno sempre più essere i migliori rappresentanti di una cultura del servizio. L’incombente necessità è quella di consolidare l’impiego del personale di sala investendo su professionisti che possano essere poi i migliori “promoter” della gastronomia e anche delle materie prime. L’epoca richiede un’analisi profonda, e una conseguente serie di azioni atte a preservare (e potenziare) la leadership dell’Italia nell’offerta gastronomica interna e globale. Un’opportunità unica, da non perdere.

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