Nel silenzio raccolto di Contigliano, un borgo di pietra affacciato sulle colline reatine, si apre un portone che conduce in un mondo di lucine (quelle che ornano la facciata del ristorante), vibes d'altri tempi e, soprattutto, calma. È qui che Carlotta Delicato ha scelto di tornare dopo anni di viaggi, cucine rumorose, affollate, e grandi città lontane. Il suo ristorante, Delicato, non è soltanto un locale: è una dichiarazione d’amore per il territorio, per la lentezza e per quella cucina che non ha bisogno di urlare per farsi notare. E che comunque rimane impressa.

La chef Carlotta Delicato - foto di Marco Aquilani | Officina Visiva
A Contigliano alta, la parte più antica del piccolo centro sabino, tra vicoli silenziosi e gatti che si aggirano placidi tra le case di pietra, Carlotta e il compagno Gabriele Tarquini hanno dato vita a una scommessa coraggiosa: creare un ristorante di cucina bella e buona in un luogo dove il tempo sembra trascorrere più lentamente, in cui ogni istante viene gustato appieno.
Ristorante Delicato, una coppia e un sogno
La loro avventura comincia nel 2022, quando decidono di ristrutturare con cura un antico edificio del centro storico, un tempo bottega e macelleria, restituendogli vita e autenticità. Le pareti in pietra restano nude, il legno respira, la luce filtra dalle finestre. Tutto è pensato per accogliere senza imporsi, per offrire un’esperienza che assomiglia più a un incontro che a una cena. Delicato è un rifugio gastronomico intimo, con pochi tavoli distribuiti tra due salette, dove la bellezza non è esibita ma suggerita, dove la semplicità diventa eleganza e il tempo ritrova il proprio ritmo naturale.

Una delle due sale del ristorante - foto di Marco Aquilani | Officina Visiva
Carlotta Delicato, classe 1994, porta in questo luogo la somma di un percorso vissuto con intensità e curiosità. Dopo la vittoria di Hell’s Kitchen Italia nel 2016, la sua carriera l’ha condotta tra le cucine del JW Marriott di Venezia, le esperienze internazionali in Costa Rica, Budapest e Barcellona - dove ha diretto il ristorante FIRE del W Hotel - per poi ritrovare nella sua terra il senso più profondo del mestiere.

Al ristorante Delicato in corso il menu autunnale | foto di Marco Aquilani | Officina Visiva
«Volevo un posto che mi somigliasse», racconta. «Un luogo dove cucinare non fosse solo un lavoro, ma un modo per ritrovare equilibrio». Un equilibrio ritrovato a Contigliano, ciò che di più lontano può esistere rispetto al trambusto delle grandi città, delle grandi cucine e dei grandi ristoranti.
Cosa si mangia al ristorante Delicato
La sua cucina è la traduzione fedele di questo pensiero. È essenziale, nitida, centrata sul prodotto. Ogni piatto nasce da un’idea di equilibrio e rispetto: per la materia prima, per la stagionalità, per i piccoli produttori locali da cui Carlotta si rifornisce. La tecnica, raffinata e consapevole, è sempre al servizio della sostanza; nulla è decorativo, tutto ha una funzione e un senso.

Dessert al prezzemolo e nocciole - foto di Marco Aquilani | Officina Visiva
Le influenze internazionali che Carlotta ha raccolto in anni di esperienza si fondono con la sua identità pur restando sempre al servizio di una visione sobria e radicata. È una cucina che non cerca l’effetto, ma la sostanza, la verità del sapore.

Porro affumicato e salsa romesco - foto di Marco Aquilani | Officina Visiva
Nei menu (due percorsi degustazione snelli, alla cieca e in costante evoluzione, oltre alla carta) si ritrova la sua filosofia: nessun virtuosismo fuori contesto, nessuna teatralità, solo l’essenza di un pensiero che mira a far stare bene, senza fuochi d'artificio che sarebbero incoerenti non solo col contesto generale, ma anche con la personalità di Carlotta.

Risotto, carote, alloro, uova di coregone - foto di Marco Aquilani | Officina Visiva
C’è, in questa apparente semplicità, una forma rara di eleganza, quella che nasce dalla misura e dalla coerenza. Il menu propone i grandi classici della chef (dal porro alla brace con romesco al cardoncello glassato tra gli antipasti, il bottone di coniglio con mascarpone e lime tra i primi o la quaglia ripiena di maiale con uvetta e pane) a piatti più stagionali, legati al momento e all'ispirazione.

Costina di manzo e millefoglie di sedano rapa - foto di Marco Aquilani | Officina Visiva
Segnaliamo una deliziosa ribs di manzo con millefoglie di sedano rapa, per gusto "battuta" solo dalla quaglia sopra citata. Tra i dessert praticamente un "non-dolce", a base di prezzemolo e nocciole, dalla piacevole sfumatura salina.

Quaglia ripiena con spinacino - foto di Marco Aquilani | Officina Visiva
In sala, Gabriele Tarquini si muove con naturalezza e discrezione, più padrone di casa che maître. Il servizio è gentile, rilassato, mai invadente. La carta dei vini, costruita con cura e competenza, racconta l’Italia e in particolare il Lazio, con uno sguardo attento ai piccoli produttori e qualche incursione d’oltralpe. Tutto è calibrato per accompagnare, non per impressionare, per creare un’armonia sottile tra cucina e sala, tra gesto e parola.
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