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In Umbria

Piro: la sfida ambiziosa di un locale contemporaneo sulle colline di Terni

Alessandro Creta
di Alessandro Creta
23 novembre 2025 | 08:30

Un ristorante giovane, giovanissimo, considerando il periodo di attività (l'apertura pochi mesi fa) ma anche l’età del suo proprietario nonché chef. Un ristorante che sfida un contesto non così favorevole per offrire una proposta di un determinato livello, di una determinata cura: in un territorio in cui la stragrande maggioranza degli indirizzi propongono cucina tipica, tipicissima, fatta di pappardelle al cinghiale, faraona alla leccarda o maiale declinato nei più svariati modi, ecco un locale in cui l’attenzione al dettaglio si erge a prerogativa.

Piro: la sfida ambiziosa di un locale contemporaneo sulle colline di Terni

Piro, tra le colline di Terni un ristorante contemporaneo

Siamo ad Acquasparta, in provincia di Terni, a pochi minuti d’auto dall’omonima uscita della superstrada E45. Alle porte del paese, in una zona in cui non ci si aspetterebbe di trovare un ristorante di un certo tipo, in uno spiazzo in cui sorge un supermercato, un bar e un rivenditore di auto, ecco Piro, localino piacevolmente informale e curato guidato dallo chef classe 1996 Kevin Cecchetti. Cuoco con esperienza anche internazionale, un periodo a Londra, prima di anni tra Roma e Fregene, è tornato nella sua Acquasparta per dare vita al suo progetto professionale e personale. Dare al proprio paese d’origine un’alternativa ai ristoranti più tipici della zona. Qualcosa che sapesse distinguersi per cucina e stile, per proposta e format. L’apertura è avvenuta la scorsa primavera, dunque ancora pieno rodaggio, con il ristorante che di fatto sta ancora emettendo i suoi primi vagiti.

Piro: la sfida ambiziosa di un locale contemporaneo sulle colline di Terni

Kevin, chef e proprietario del ristorante Piro

Cosa si mangia al ristorante Piro

E quindi eccoci in un locale che, se proprio dobbiamo etichettarlo con un genere per un più facile riconoscimento, oggi potremmo definire un’osteria contemporanea. Il marrone del parquet e delle sedie in legno domina l’ambiente, mura bianche e vari richiami vintage puntellano la sala. Grande il giusto e non troppo dispersiva. Calda, accogliente, in cui al massimo possono accomodarsi una quarantina di coperti. La cucina è parzialmente a vista.

Piro: la sfida ambiziosa di un locale contemporaneo sulle colline di Terni

La sala del ristorante Piro, Acquasparta (Tr)

Una proposta diversa, originale, personale e personalizzata. Più ricercata, attenta e curata, una proposta con cui lo chef cerca di esprimersi in maniera più contemporanea, pur poggiando su concetti come la riconoscibilità e la massima resa gustativa degli ingredienti. Tendenzialmente pochi per piatto, 3 o 4 al massimo, ben lavorati, definiti ed esaltati.

Cucina umbra, ovviamente, con qualche incursione anche in oriente specialmente per l’uso di salse, ma una proposta molto comfort per quanto riguarda il piatto fatto e finito. Un menu essenziale, non dispersivo, che propone 4 antipasti, altrettanti primi e secondi (oltre a 2 contorni e 3 dolci). Difficile fare di più, dopotutto, considerando anche come in cucina Kevin sia coadiuvato solo da un'altra persona. 

Stagionalità e territorialità sono due concetti chiave nella cucina di Piro. Impossibile dopotutto il contrario: la normalità delle cose come ammette anche lo stesso chef. Dopo il benvenuto, crema di patate dolci e paprika, si parte con un bel pastrami di capocollo, ben marinato e speziato con paprika e finocchietto, il suo fondo e scarola ripassata. Forti comfy vibes per il primo: uno gnocchetto di pane con crema di zucca arrosto, nocciole tostate e crema di spinaci. Semplice, buono e colorato, fa il suo effetto. Uno dei piatti forte del menu è l’agnello disossato e cotto a bassa temperatura (tra le 18 e le 20 ore, a 68 gradi) e servito su zucca arrosto: due ingredienti che ben matchano, legati insieme dal fondo bruno che contribuisce a una rotondità generale davvero piacevole. Scarpetta obbligatoria. Chiusura con una cheesecake di ricotta infornata e gelato al cachi. Da registrare un po' il servizio di sala, non così attento o nello stile che il locale meriterebbe. Ma fa tutto parte di un percorso iniziato da pochissimo e che con le sue basi promette di superare le fisiologiche difficoltà iniziali e la diffidenza di una parte di clientela locale più abituata a una ristorazione tradizionale più "vecchia scuola". Tempo al tempo.

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