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Sette giorni in Georgia: tutto il fascino di una terra di confine

Il Paese del Caucaso si trova nel punto in cui l'Europa finisce e inizia l'Asia. Questa sua caratteristica l'ha resa, da sempre, soggetta a numerose influenze, che contribuiscono al suo enorme fascino. La durata ideale di un viaggio in Georgia? Una decina di giorni potrebbero bastarvi. Noi ne abbiamo fatti sette e vi raccontiamo com'è andata

Gianluca Pirovano
di Gianluca Pirovano
01 novembre 2023 | 08:30
Sette giorni in Georgia: tutto il fascino di una terra di confine

Il confine è tante cose, un limite e un'opportunità. Essere terra di confine, quindi, può essere tanto un peso quanto una fortuna e, questa dicotomia, la Georgia sembra incarnarla alla perfezione. Il Paese sorge, infatti, nel punto in cui finisce l'Europa e inizia l'Asia. Una posizione che, nei secoli, ha significato un mix importante di culture e tradizioni, ma che, allo stesso tempo, ha portato in dote anche criticità e tensioni. Oggi la Georgia è, ancora, frutto e specchio della sua storia travagliata. Un Paese ricco di contrasti, che sogna l'Europa, ma deve fare i conti con l'ingombrante presenza della Russia.

Un Paese che, negli ultimi anni, ha goduto di un'importante crescita del turismo, che ancora, però, risulta marginale, nonostante un serbatoio di esperienze e di bellezza veramente notevole. Per tutti questi motivi la Georgia è un luogo che merita di essere scoperto, in tutte le sue sfaccettature e in tutto il suo fascino. La durata ideale di un viaggio in Georgia? Una decina di giorni potrebbero bastarvi. Noi ne abbiamo fatti sette e vi raccontiamo com'è andata.

Una settimana in Georgia: si parte da Kutaisi

Un viaggio dall'Italia verso la Georgia può partire, essenzialmente, soltanto da uno dei due aeroporti internazionali. C'è quello della capitale Tbilisi e quello di Kutaisi. Il nostro viaggio è partito proprio da quest'ultimo, lo scalo della vecchia capitale di Georgia e oggi seconda città per importanza del Paese. Kutaisi è una città dalla storia affascinante e misteriosa, a partire dal suo nome. Nome che è legato al leggendario viaggio in Colchide di Giasone e degli Argonauti alla ricerca del Vello d'Oro. La destinazione finale del viaggio era, per l'appunto, proprio Kutaisi. Una storia che viene celebrata attraverso la fontana che domina una delle principali piazze cittadine, la Fontana della Colchide, appunto. Al di là della sua storia, Kutaisi oggi è una fotografia interessante della Georgia nel suo complesso. La percezione, infatti, è quella di una città decadente in cui, però, iniziano a vedersi i benefici del turismo e in cui la presenza dell'università porta un clima culturale frizzante. Per scoprirla basta passeggiare nel suo centro storico, puntellato di locali. Non bello forse, ma di certo vivo e interessante. Imperdibile, poi, l'esperienza della funivia. Si parte dalla parte bassa della città, sulle rive del fiume Rioni, e dentro una piccola e vecchia cabina si raggiunge, in pochi secondi e per pochi centesimi, un parco giochi molto retrò in cima alla collina. Al mattino, inoltre, può essere molto piacevole passeggiare nella zona del mercato, il Green Bazar, e immergersi nel caos tipico dei mercati cittadini

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La funivia di Kutaisi
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Kutaisi, però, oltre a essere una città a suo modo affascinante è anche la base perfetta per una serie di gite nei dintorni. La prima, da non perdere, è quella alle Grotte di Prometeo. Si tratta di grotte scoperte negli anni Ottanta e che devono il loro nome al fatto che, secondo la leggenda, Prometeo venne incatenato proprio al loro interno. Negli anni gli spazi delle grotte hanno visto importanti investimenti e ora un percorso di poco più di un chilometro è accessibile a tutti e vale sicuramente una visita. In totale sono sedici le grotte aperte alla visita, che è per forza di cose guidata. L'effetto "gita scolastica" toglie, oggettivamente, un po' di fascino, ma i giochi di colori e lo spettacolo naturale di stalattiti e stalagmiti fanno dimenticare tutto in fretta. Altra destinazione da non perdere nei dintorni di Kutaisi è il Monastero di Gelati, patrimonio Unesco. Si tratta di un complesso che ha rivestito nei secoli un ruolo centrale per la Georgia: ha ospitato, infatti, un'accademia filosofica e teologica, diventando centro nevralgico culturale della Georgia medievale. Oggi vale un viaggio per i magnifici affreschi delle sue chiese e per il clima che si respira, specie nei momenti di scarso flusso turistico. Un clima che invita alla meditazione. Poco distante si trova, invece, un altro monastero interessante, quello di Motsameta. Meno bello del precedente, ma affascinante soprattutto per la sua posizione, uno sperone di roccia immerso nel bosco, che domina dall'alto il tortuoso fiume Tskaltsitela.

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Gli affreschi patrimonio Unesco del Monastero di Gelati

Georgia, sulla strada per Tbilisi: Uplistsikhe e Gori

Da Kutaisi è possibile prendere due strade. La prima conduce, puntando verso ovest, al Mar Nero e alla moderna città costiera di Batumi. La seconda, invece, porta verso est e, in circa tre ore e mezza di auto, conduce fino alla capitale Tbilisi. È quello che abbiamo scelto di imboccare, spezzando il viaggio con due luoghi tanto diversi quanto importanti. Il primo è Uplistsikhe, letteralmente "la fortezza del signore". Stiamo parlando di una città rupestre che sorge sulle rive del fiume Mtkvari e di quello che, secondo gli archeologi, è uno degli insediamenti più antichi di tutta la Georgia. A partire dal XIV secolo venne gradualmente abbandonata e nel 1920 un terremoto ne distrusse molte aree. A partire dagli anni Cinquanta, però, il sito è stato pian piano riscoperto e valorizzato, fino ad arrivare ai giorni nostri. Visitare oggi Uplistskihe è un'esperienza notevole. Ci si ritrova, infatti, a passeggiare per le ripide vie di quella che era una vera e propria città. A scoprire luoghi che una volta erano punti di riferimento per chi la abitava, il tutto sulla cima di una collina dalla quale si domina tutto il territorio circostante.

Sette giorni in Georgia: tutto il fascino di una terra di confine

Uplistsikhe

Se Uplistsikhe è un simbolo dell'antica storia georgiana, a meno di mezz'ora dalla città rupestre si trova il simbolo di un'altra Georgia, molto più vicina ai giorni nostri. Stiamo parlando, questa volta, di Gori, città che è universalmente nota soprattutto per un motivo: aver dato i natali a Iosif Stalin. Un'eredità pesante che la città di certo non nasconde. Il centro nevralgico della città è il Parco Stalin, che è circondanto da viale Stalin e che ospita la statua e la casa-museo a lui dedicata. In pochi metri si trovano la casa in cui Stalin è nato, nella versione originale anche se protetta da una copertura, e il museo, all'interno di un palazzo in stile neoclassico costruito negli anni Cinquanta. Il museo ha certamente una sua valenza storica ed è molto interessante, perché ripercorre la storia di Stalin partendo dalla sua infanzia e arrivando fino alla Seconda guerra mondiale. Molto affascinante, poi, la sezione dedicata ai regali ricevuti da Stalin negli anni dalle diverse rappresentanze diplomatiche e, ancora di più, il vagone ferroviario che si trova all'esterno del museo, che è proprio quello utilizzato da Stalin durante i suoi viaggi ed è interamente visitabile. Allo stesso tempo è impossibile non sottolineare come gran parte delle indicazioni e delle informazioni siano fornite soltanto in georgiano e in russo e come, queste indicazioni, una volta tradotte, abbiano toni spesso trionfalistici. Oltre a Stalin e a ciò che gli ruota intorno, Gori ha francamente poco da offrire, almeno all'apparenza. La città racconta, infatti, anche un pezzo importante della storia contemporanea georgiana. Nel 2008 venne prima bombardata e poi invasa dall'esercito russo e oggi, oltre a essere importante centro nevralgico dal punto di vista militare, è zona di confine con l'Ossezia del Sud, Stato a riconoscimento limitato e territorio rivendicato dalla Georgia.

Tbilisi, la capitale della Georgia in tutta la sua bellezza

Il passo successivo dopo aver scoperto Gori sarà arrivare finalmente a Tbilisi, la capitale, che dista soltanto un'ora dalla città natale di Stalin. Solitamente le capitali sono mondi a parte rispetto al resto del Paese. Con Tbilisi, però, non si può dire lo stesso. Se da un lato siamo di fronte all'unica vera città della Georgia, dall'altro stiamo parlando di un luogo in cui si vede in maniera evidente ciò di cui parlavamo prima, quel mix di storia e voglia di modernità, di antico e moderno che si incontrano e, in alcuni casi, si scontrano. Tbilisi è, quindi, una fotografia nitida del Paese che rappresenta e si porta in dote i suoi pregi e i suoi difetti. È una città senza dubbio affascinante, con un centro storico fatto di vie strette e case colorate, che stanno vivendo una lenta ma costante rinascita e che testimoniano un passato da importante crocevia tra Europa e Asia. Vie strette che fanno da contrasto con gli ampi viali della zona di Rustaveli, più moderna e signorile, centro economico e politico della città e dell'intero Paese, e con la modernità che fa capolino sotto forma, per esempio, del Ponte della Pace, passaggio pedonale sopra il fiume Kura che taglia in due la città. I luoghi da non perdere sono molti. Nella Città vecchia, la caratteristica Torre dell'Orologio, ma anche la chiesa di Anchiskhati. E ancora, prendere la funivia che conduce alla Fortezza di Narikala, che domina la città dall'alto. Da lì, il consiglio è di tornare nella parte passa della città a piedi, scoprendo così nuovi scorci. Magari concedervi una crociera sul fiume, per vedere la città cambiare. In serata, invece, la zona più interessante è quella tra piazza della Libertà e il centro storico. Si trovano, infatti, moltissimi locali in cui bere un calice di vino o un cocktail e, in generale, si respira un clima frizzante.

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Uno scorcio di Tbilisi

Discorso a parte lo merita, inoltre, il quartiere di Abanotubani, che sorge a ridosso delle strette vie del centro storico, da cui è diviso da piazza Vakhtang Gorgasali. Si tratta del quartiere dei bagni pubblici. Tbilisi è, infatti, da sempre nota anche per le sue acque sulfuree, che hanno effetti benefici sulla digestione e sulle imperfezioni della pelle. Una caratteristica che sembra far parte anche nel nome della città. Tibilisi, infatti, significa "luogo caldo" e sembra che il nome venne scelto da re Vakhtang Gorgasali, che cadde in una pozza d'acqua calda sulfurea. In passato a disposizione della cittadinanza c'erano circa sessanta bagni pubblici, oggi sono una decina scarsa. Tutti, però, garantiscono un'esperienza rilassante. Esistono strutture pubbliche, a cui si accede divisi per sesso e solitamente nudi, e strutture private, leggermente più costose, ma con proposte specifiche e, su richiesta, spazi privati.

Un'esperienza che, infine, consigliamo di non perdere è quella del Mercato dei Disertori (Dezerter Bazaar), che prende il nome dai disertori che, in origine, vendevano in questo luogo le loro armi e che oggi è un infinito susseguirsi di bancarelle di ogni genere. Il mercato, infatti, si è allargato in sostanza a tutto il quartiere che sorge nei pressi della stazione ferroviaria cittadina e vi si vende qualsiasi cosa. C'è un'area destinata ai vestiti, una alla tecnologia, una alla frutta e così via. Oltre all'esperienza avvolgente che è in grado di regalare, si tratta di un'occasione importante per comprendere la Georgia nella sua quotidianità.

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Il mercato dei Disertori di Tbilisi

Nei pressi di Tbilisi, inoltre, c'è un altro luogo importante, patrimonio Unesco e culla spiriturale della Georgia: Mtskheta. I suoi simboli sono il Monastero di Jvari, che sorge in cima a una collina che domina la cittadina, alla confluenza dei fiumi Mt’k’vari e Aragvi, e la Cattedrale di Svetitskhoveli. Ma perché culla spirituale? Perché qui nel 317 i georgiani si convertirono al Cristianesimo e perché, ancora, oggi, Mtskheta è la sede della Chiesa Ortodossa di Georgia. Un clima mistico che si respira nelle silenziose vie che conducono al centro e che potrete vivere a pieno se capiterete in un fine settimana in cui sono previsti matrimoni o battesimi.

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Il Monastero di Jvari

Verso est, sulla strada del vino di Sighnaghi

Come accaduto in precedenza con Kutaisi, anche in uscita da Tbilisi è tempo di fare delle scelte. Verso sud-est si imbocca, infatti, la strada che conduce alla regione del Kakheti e, più in là, al confine con l'Azerbaijan. Il Kakheti o Cachezia, in italiano, è la regione che produce circa il 70% del vino di tutta la Georgia e che ne conserva la sua tradizionale preparazione all'interno di anfore di terracotta, metodo considerato dall'Unesco patrimonio immateriale dell'umanità. Non aspettatevi, però, colline piene di vigneti in stile italiano. Si tratta, soprattutto, di vigneti di pianura e la densità è sicuramente inferiore rispetto a quanto sarebbe legittimo aspettarsi. Il vino è, però, pressoché ovunque. Sulla strada verso Sighnaghi, piccolo borgo legato a doppio filo con la tradizione vitivinicola del territorio, si incontrano decine di cantine e, una volta giunti proprio a Sighnaghi, ci si accorge dell'importanza del vino fin dal primo momento. Al centro della piazza del paese campeggia, infatti, una fontana con un'enorme anfora. Il borgo in sé vale comunque una visita, per il clima rilassato che vi si respira e per la vista che si gode sui monti del Caucaso.

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Sighnaghi e, sullo sfondo, il Caucaso

Verso ovest, lungo la strada militare che porta a Kazbegi

Se, invece, da Tbilisi si sceglie di muovere verso nord si percorrerà la strada militare che conduce fino al confine russo. Si tratta, senza ombra di dubbio, del vero gioiello turistico georgiano. Un percorso magnifico che si snoda lungo circa 160 chilometri e che regala panorami e sensazioni in grado di lasciare senza fiato. La prima tappa del viaggio verso il confine russo è la Fortezza di Ananuri. A 70 chilometri dalla capitale, è un punto nevralgico, dove la strada inizia lentamente a salire. Lì, sulle rive del fiume Aragvi, sorge questo complesso architettonico, con un castello e delle mura di cinta, da cui si gode di una bellissima vista sul corso d'acqua sottostante. Chilometro dopo chilometro il paesaggio cambia e con esso anche la pendenza della strada, costruita agli inizi del XIX secolo.

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La Fortezza di Ananuri

Si arriva così a Guidauri, località sciistica in grande espansione, che non ha, però nulla di particolare, se non un incredibile e inspiegabile concentrazione di ristoranti indiani. Il luogo da non perdere si trova, però, a pochi minuti di macchina ed è il Monumento dell'Amicizia russo-georgiana. Un monumento di forma semi-circolare, ricoperto di mosaici in stile sovietico, realizzato per celebrare la pace siglata tra i due Paesi con il trattato di Georgievsk del 1783. Un luogo magico, circondato da un panorama montuoso di grande impatto. Questo anche perché siamo ormai arrivati al punto più alto della strada militare: il passo di Jvari, 2.379 metri, è a pochi minuti dal monumento e segna un altro notevole cambiamento a livello di panorama. La strada ora si fa, infatti, meno tortuosa e l'arrivo è sempre più vicino. È incredibile la quantità di traffico che caratterizza questo percorso, con mezzi pesanti provenienti dai luoghi più disparati: sulla strada verso Kazbegi si incontrano camion uzbeki, kirghizi, armeni, azeri, russi e macchine con targhe da tutto il mondo, un aspetto che contribuisce in maniera importante ad accrescere ulteriormente il fascino di un percorso già di per sé magnifico.

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Sette giorni in Georgia: tutto il fascino di una terra di confine

Dopo il passo di Jvari a Kazbegi manca meno di un'ora. L'ultimo paese prima del confine russo è esattamente ciò che ci si aspetta, un crocevia di lingue e mezzi pesanti. Un abitato di case basse tagliato in due dalla strada militare che, oltre alla sua posizione strategica per il commercio, può contare sulla vicinanza di due luoghi simbolo dell'intero Paese. In primis, il monte Kazbek, 5.047 metri nella catena del Caucaso, meta amata da escursionisti ed alpinisti esperti. In seconda battuta, la Chiesa della Trinità di Gergeti, luogo unico per bellezza e spiritualità. Il complesso si trova, infatti, in cima a una montagna, circondato da vette alte e innevate, che sembrano quasi volerla proteggere. Il meteo, come si addice alla montagna, è variabile. Ci si può trovare immersi in una fitta nebbia e, un attimo dopo, scaldati dal sole. Se si ha la fortuna di capitare in zona in una giornata limpida, il panorama sarà indescrivibile. Salire con la propria auto non è complesso, ma per chi preferisce è possibile fare anche un piccolo trekking partendo dall'abitato di Kazbegi. Si raggiungerà la chiesa in circa due ore.

Dieci consigli utili per un viaggio in Georgia

  1. La percentuale di chi parla o capisce l'inglese è molto bassa, ma i georgiani sono molto disponibili nei confronti dei turisti. Solitamente la soluzione che mettono in campo, nei ristoranti così come per strada, è Google Translate. In qualche modo, alla fine, si trova un modo di comunicare.
  2. I cambi sono diffusi e il personale, almeno nella nostra esperienza, onesto. Non correrete il rischio di rimanere senza lari, la moneta locale.
  3. La Georgia ha un enorme problema con il randagismo. Ovunque ci sono cani randagi, non sembra in condizioni ottimali. Per quanto possibile, evitate di attirare la loro attenzione.
  4. Le strade sono in condizioni quasi sempre buone. Lo stile di guida georgiano, però, lascia molto a desiderare. Velocità elevate e sorpassi azzardati sono la normalità, quindi se guidate prestate la massima attenzione.
  5. Un'attenzione particolare, soprattutto nelle zone rurali, serve prestarla anche agli animali che invadono la carreggiata. Le vacche vengono solitamente lasciate libere e sovente si trovano sulla carreggiata.
  6. La Georgia è un Paese sicuro, con un'incidenza tutto sommato bassa di criminalità. In strada vedrete polizia ovunque, ma difficilmente verrete fermati. Gli agenti, infatti, fanno soprattutto servizio di pattugliamento.
  7. Il trasporto pubblico a Tbilisi è capillare e molto economico, anche se serve avere una carta su cui caricare i biglietti. Se state girando il Paese in macchina, nella capitale lasciatela parcheggiata, non vi servirà.
  8. Se non vi piace il coriandolo mettetevi l'anima in pace. La cucina georgiana è molto varia, ma il coriandolo è dappertutto. Se proprio non riuscite, chiedetelo in maniera specifica di non metterlo, laddove è possibile.
  9. La mancia è una consuetudine, ma non un obbligo.
  10. L'acqua dei rubinetti è potabile e generalmente di alta qualità. Portatevi una borraccia e non avrete mai sete.

Hotel e ristoranti in Georgia, gli indirizzi da non perdere

In conclusione del nostro viaggio, vi suggeriamo alcuni indirizzi interessanti sia per quanto riguarda gli alberghi sia per quanto riguarda i ristoranti. È bene, però, sottolineare alcuni aspetti. In primis, fuori da Tbilisi sono pochissimi gli hotel di fascia alta. È molto più facile trovare b&b e agriturismi, comunque di buon livello. Discorso simile per quanto riguarda il cibo: la capitale fa storia a sé, mentre fuori da Tbilisi si mangia bene pressoché ovunque, anche se mancano ristoranti un po' più coraggiosi.

Gli hotel consigliati:

  • Hestia Boutique Hotel, 24 Ekaterine Jughashvili St - Gori: piccola e accogliente struttura in un quartiere residenziale di Gori, a cinque minuti di camminata dalla casa-museo di Stalin. Camere ampie e ben arredate, spazi comuni colorati e divertenti, con tavolo da biliardo e Playstation a disposizione degli ospiti. La titolare parla un ottimo inglese ed è estremamente disponibile. Agli ospiti viene lasciato in omaggio del vino georgiano e la colazione è il vero fiore all'occhiello: varia, artgianale e con un'importante impronta locale.
  • GRAF, 4 M.Kostava St - Kazbegi: elegante guest house nel cuore di Kazbegi. Quella che all'esterno sembra una tradizionale casa di montagna, all'interno è una struttura elegante, con camere ampie e molto luminose. Personale cordiale e poliglotta, spazi comuni comodi e accoglienti. Punto di forza è, senza dubbio, la vista di cui è possibile godere da gran parte delle stanze, che affacciano sul monte Kazbek e sulla Chiesa della Trinità di Gergeti.
  • Kutaisi Inn, 2 David Agmashenebeli str - Kutaisi: in una città che ancora sta sviluppando la sua rete di ospitalità, il Kutaisi Inn è uno dei pochi alberghi presenti con respiro europeo. Posizione comoda per la stazione ferroviaria, a venti minuti di camminata dal centro città, la struttura è ordinata, con camere ampie e letti comodi.
  • Stamba Hotel, 14 Merab Kostava St - Tbilisi: l'hotel più affascinante di tutta la capitale. Situato all'interno di quella che fu una casa editrice, Stamba non è soltanto un cinque stelle, ma anche un riferimento per la scena culturale e gastronomica cittadina. Le camere sono ampie e con un interessante stile retrò, che pervade in realtà tutta la struttura. L'aura post industriale e la vivace proposta di eventi completano il quadro.

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I ristoranti da non perdere:

  • Bikentia's, 9 Tsisperi Kantselebi Street - Kutaisi: se siete degli eterni indecisi, questo è il posto che fa per voi. Non c'è, infatti, modo di decidere: Bikentia's offre agli avventori soltanto un piatto: polpette, chiamate genericamente kebab. Queste sono accompagnate da pane, cipolla cruda e coriandolo. Da bere? Birra alla spina o limonata. Punto e stop. Si ordina e ci mangia in piedi, appoggiati ai tavolini in legno che contornano il locale, che altro non è che un corridoio. Polpette ottime, e non potrebbe essere altrimenti: speziate e molto saporite. Buona anche la birra.
  • Tiba, Marjanishvili - Kazbegi: abituati ormai ai ruspanti locali che sorgono ai bordi delle strade georgiane, si può rimanere quasi straniati dal clima che si respira da Tiba. Il ristorante, posto ai margini dell'abitato di Kazbegi, spicca per l'eleganza informale della sua sala e per la vista che si gode dalle sue vetrate, dalle quali sembra di abbracciare le montagne. La proposta non è ampia, ma fortemente tradizionale, anche se con una grande attenzione all'impiattamento, non così diffusa nel resto del Paese. Porzioni leggermente ridotte rispetto alla media, ma qualità alta e ambiente interessante.
  • Barbarestan, 132 Davit Aghmashenebeli Ave - Tbilisi: in una città in perenne evoluzione, crocevia di gusti e culture differenti, Barbarestan è l'indirizzo da non perdere. Un luogo che nella proposta culinaria si distacca ampiamente dalle media georgiana, portando in tavola una cucina locale, ma coraggiosa e ispirata. A contribuire, poi, al successo del locale ci sono il suo arredamento, bizzarro ed "esagerato", e il suo personale, estremamente gentile.
  • Shin da Gori, 1 Rusudan Kurdadze St - Gori: un locale per tutte le stagioni. Nella stagione calda a disposizione dei clienti c'è la caratteristica parte esterna, con alberi e pareti di mattonia vista. Nella stagione fredda, invece, si anima la sala al piano superiore, riscaldata dal camino. La proposta è ampia e tradizionale. Punto di forza, la carne e nello specifico le polpette tradizionali di Gori. Porzioni molto abbondanti, adatte anche alla condivisione.

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