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Nord Italia

Non bastava la peste suina: in Lombardia c'è l'aviaria

In Piemonte e Liguria continua l'emergenza legata alla peste suina, ma in Lombardia le cose non vanno meglio: a causa dell'aviaria sono stati già abbattuti 1,8 milioni di capi

Renato Andreolassi
di Renato Andreolassi
25 gennaio 2022 | 18:56

Non bastava la peste suina, ora c'è pure l'aviaria! Non c'è pace per gli allevatori del Nord Italia. Attenzione alta, molto alta in Liguria e Piemonte per la peste suina, con un centinaio di comuni "isolati" per evitare il diffondersi del virus portato dai cinghiali selvatici. E allevamenti di maiali costantemente monitorati e sanificati. Provvedimenti meno drastici, ma preallarme per l'aviaria anche  in Lombardia, nelle province di Brescia, Cremona e Mantova.

Uncontrollo per l'influenza aviaria Non bastava la peste suina: in Lombardia c'è l'aviaria

Uncontrollo per l'influenza aviaria

L'aviaria colpisce dure in Lombardia 

In Lombardia il settore avicolo conta 1200 allevamenti e 25 milioni di capi allevati. Sono stati 56 i focolai di aviaria registrati nelle ultime settimane. Ne risultano a oggi estinti 41, di cui 26 a Brescia, 2 nel cremonese e 22 nel mantovano. Un duro colpo, che ha portato già all'abbattimento di 1,8 milioni di capi di cui 876.000 nel solo territorio bresciano. Bloccati , come richiesto dal Ministero, gli spostamenti dei richiami vivi.

«Credo sia giunto il momento - ha sottolineato l'assessore regionale all'Agricoltura Fabio Rolfi - anche per l'Italia di introdurre il vaccino contro l'aviaria. Lo sta già facendo la Francia in maniera strutturale e anche noi dobbiamo intervenire per una profilassi diffusa contro la malattia che è presente in  natura e che torna ciclicamente». 

L'appello dell'assessore 

Rolfi è poi tornato su una questione centrale, legata a doppio filo con l'aviaria, ma anche con la peste suina. «L'aviaria (così come la peste suina, ndr- ha rimarcato l'assessore - non crea alcun danno sanitario alle persone. Chi dice il contrario fomenta un allarmismo ingiustificato e crea ulteriore danni alla filiera avicola italiana. Un' eccellenza che soddisfa l'intero fabbisogno nazionale e che esporta all'estero prodotti di alta qualità e sicurezza alimentare».

 

 

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