È un po’ come l'uovo di Colombo: riempire d'acqua - in inverno e primavera - le cave di ghiaia dismesse da utilizzare d'estate per irrigare i campi, in caso di siccità. La proposta non è nuovissima ma finalmente entra nella fase concreta dei progetti. A prendere l'iniziativa l'assessore regionale all'Agricoltura della Lombardia Fabio Rolfi, che ha presentato la proposta per individuare le cave potenzialmente convertibili in piccoli bacini per l'irrigazione e per la laminazione delle piene.

Alcune aree più di altre risentono degli effetti della scarsità di precipitazioni
70 cave idoneeSettanta le cave dismesse potenzialmente idonee alla conversione nelle province di
Brescia,
Bergamo e
Milano in una prima fase e, successivamente, nel pavese, lodigiano e mantovano. Diciotto sono prioritarie per l'integrazione della risorsa irrigua e il miglioramento della
difesa idrogeologica.
«Le cave dismesse - ha dichiarato l'assessore Rolfi - potranno essere convertite in
bacini di
accumulo dell'acqua, per trasformare zone produttive del territorio in elementi di valorizzazione dell'ambiente e dell'agricoltura e di prevenzione del dissesto idrogeologico. Questa operazione costituirà un valido aiuto contro le crisi idriche in alcuni periodi dell'anno».
In Lombardia 12 comprensori di bonificaLa pianura lombarda è suddivisa in 12 comprensori di bonifica che coprono una superficie totale di 1.346.000 ettari, di cui 579mila ettari risultano irrigabili grazie all'attività dei consorzi di bonifica e alle acque, sempre più scarse, dei
fiumi Ticino, Adda, Oglio, Chiese, Mincio, Chiese, Mella, Brembo e Serio.
«Negli ultimi anni - ha concluso l'assessore- i periodi sempre più frequenti di
carenza idrica hanno comportato una riduzione dell'acqua complessivamente disponibile. Alcune aree più di altre risentono degli effetti della scarsità di precipitazioni obbligando i consorzi di bonifica a ridurre le portate distribuite provocando danni
all'agricoltura».