Controlli sui venditori ambulanti Dopo i proclami nessun cambiamento

Per ora, non è cambiato nulla. Sono stato a S.Vicenzo (Li), in Toscana, per capire se gli annunci e i proclami sul giro di vite e i controlli sui venditori ambulanti in spiaggia hanno sortito qualche effetto.

Nei giorni in cui ho soggiornato - dall'1 al 10 luglio - lungo i 5-6 chilometri di arenile che vanno da San Vincenzo fin quasi al golfo di Baratti, non ho notato nessun evidente intervento anti-abusivismo da parte delle Forze dell'Ordine, anzi.



Venerdì 6 luglio sulla spiaggia addirittura sono riuscito a contare fino ad un centinaio di ''vu cumprà'' in andata e ritorno con le loro mercanzie.

«Io uso questa motoretta elettrica recuperata in un campo di golf e ricoperta con le insegne dei pirati - mi dice in puro toscano il classico e immancabile venditore italiano di cocco bello e frutta di stagione - dotata di registratore di cassa per rilasciare gli scontrini fiscali. Nulla da eccepire anche se vorrei lo stesso trattamento nei confronti di tutti gli altri venditori di spiaggia. È una situazione che si ripete da anni. Certo tutti devono vivere ma a parità di condizioni. Io per un piattino di frutta con una fetta di melone, anguria e uva del costo di 5 euro devo rilasciare sempre uno scontrino, così come per 3 pezzettini di cocco». 

Considerazioni realistiche; sul fronte opposto l'unica persona di colore che ha accettato di parlare, venditore di vestiti e costumi di varia natura e qualità mi dice: «Io sto qui ancora sei mesi poi me ne torno in Senegal, l'aria in Italia sta cambiando. Gli affari comunque vanno discretamente. Non mi lamento. Scontrini e registratore di cassa? Come faccio, dovrei portarlo sulle spalle o in braccio!». Vita da spiaggia insomma e, nulla di nuovo sotto il sole.