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alta pasticceria

Sorprese di Pasqua nel laboratorio di chef Antonino Cannavacciuolo

Tiziana Di Masi
di Tiziana Di Masi
La Signora in Dolce
22 marzo 2025 | 10:34

Una giornata dentro il laboratorio di pasticceria di Antonino Cannavacciuolo non è un'esperienza trascurabile per nessuno, tanto più per una dolce investigatrice che mette il naso ovunque, o meglio la propria lente su ogni dettaglio. Accolta dal pastry chef Kabir Godi e dalla famiglia Cannavacciuolo con gli assaggi di ben undici lievitati (fra cui la sfogliata pere e cioccolato, la brioche farcita al momento, il crubik al pistacchio, la sfogliata alle mele e cannella) che da questo laboratorio di pasticceria escono per regalare colazioni spettacolari sulle tavole della leggendaria Villa Crespi e non solo, la grande avventura inizia immergendosi nelle sezioni del laboratorio artigianale.

Sorprese di Pasqua nel laboratorio di chef Antonino Cannavacciuolo

Il pastry chef Kabir Godi

I miei angoli preferiti, o meglio quelli in cui avrei sostato ore? La zona cottura dove i forni sfornano pastiere e brioche che regalano profumi che possono davvero cambiarti la vita, una specie di smell therapy che renderei d'obbligo per il buonumore. E poi la stanza delle uova di cioccolato, in grande fermento per la Pasqua, fra fiumi di cioccolato che prendono forma dentro i loro stampi, per diventare uova impreziosite da nocciole (le mie preferite) e sigillate con una carezza dalle mani dei pasticceri.

Le dolci novità di Cannavacciuolo per Pasqua

Ma veniamo alle novità che ho assaggiato in super anteprima: la colomba con farina integrale ai frutti rossi canditi e gocce di cioccolato fondente. Dire che è deliziosa è riduttivo, è una colomba anche interessante: la farina integrale la rende nuova al palato e ne esalta la morbidezza grintosa, i frutti rossi e il cioccolato sono ottimi amici dell'integrale che esaltano gli aromi dell'impasto

Fra le altre novità per la Pasqua, la colomba alla pastiera e l'uovo cioccolato bianco e lampone ma io consiglio di non perdere un'altra chicca che ho molto amato: la pastiera monoporzione in vaso cottura che mi ha preso il cor a suon di grano, ricotta e fior d'arancio. Quella l'ho mangiata a casa mia, come souvenir della giornata, in compagnia di "mammà" che da salernitana doc prepara questo dolce da 60 anni e al primo assaggio mi ha detto: «È proprio lei, la pastiera». In un mondo di imitazioni e rimpasti, la pastiera autentica suscita sempre meraviglia.

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