Sarà la complicità strumentale dello smartphone, sarà la disponibilità “anywhen anywhere” abilitata dal web 2.0, saranno i nuovi postulati di un bon ton meno rigoroso, fatto è che tangibili e manifesti, talvolta tendenti al ridicolo e sovente suscitando melanconia, sono i segnali forti della caduta tendenziale e apparentemente irreversibile dei fenomeni di schietta convivialità a tavola. Qualche maitre bontempone tempo addietro si pose il provocatorio interrogativo di quale fosse in mise en place il posto del telefonino.
La creativa e talentuosa chef stellata Rosanna Marziale (nella foto) vuole contribuire da par suo a ristabilire il tessuto della cordialità a tavola. Già, ma come? Rosanna ha ripescato nei suoi ricordi d’infanzia, quando nulla poteva impedire la sacralità del pranzo domenicale, trionfo di gusto e di pensieri, parole, chiacchiere, conversazioni, sorrisi, ammiccamenti, in breve la gioia del vivere sublimata dalla tavola ben imbandita. Pranzi dove, ecco la riflessione e la correlata intuizione di Rosanna, le portate non giungevano già approntate, ma venivano completate a tavola mediante la faconda fase del porzionare.
In allegria, ci si dotava della tecnica di base del mestolo, del cucchiaione e della forchetta, giammai disgiunta dalla lieve saggezza del cuique suum (a ciascuno il suo): saziare fame adulta, saziare fame adolescenziale, solleticare appetiti in lite con aneliti di linea snella, lasciar mangiare bene i pargoli. Naturalmente ne scaturivano frizzi e lazzi, commenti ilari sul cibo benedetto che rallegrava il dì festivo.
Sebbene in conflitto con il risultato finale di eccellenza, che per un piatto che esce dalla sua cucina ha precisi standard anche nella perfezione estetica, Rosanna immette in carta piatti a fortissima connotazione conviviale, pensati per essere scelti da tutto il tavolo (e in ciò la sua suadenza e il garbo professionale del maitre Vittorio molto fanno) e a tavola, dagli stessi commensali, impiattati. Emblema di tale trend un primo gioioso che giunge in tavola in una generosa zuppiera. Sul fondo della zuppiera la Mozzarella di Bufala Campana Dop.
Su di essa cade ben caldo un sontuoso sugo di pomodoro San Marzano Dop. Su tale dovizia rossa poggiano, appena scolati e così bene al dente, gli spaghetti. A tavola anche la formaggiera colma di Grana Padano Dop, così come foglie di basilico e una bottiglina di olio extravergine di oliva. E adesso, veloce quanto funzionale, il role play tra i commensali: chi porziona, chi smista piatti, chi favorisce il formaggio! Di certo, vuota la zuppiera, pieni i piatti, fragoroso prorompe da tutti per tutti un gaudente “buon appetito”!.