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Il faro di Capo Grosso nelle Egadi diventa resort grazie ad un bergamasco

L’imprenditore bergamasco Lorenzo Malafarina trasformerà il faro sull’isola di Levanzo in un piccolo resort di charme con 6 camere. La cucina sarà affidata ad Alessandro Martinelli, giovane ma di grande esperienza

 
20 luglio 2016 | 18:02

Il faro di Capo Grosso nelle Egadi diventa resort grazie ad un bergamasco

L’imprenditore bergamasco Lorenzo Malafarina trasformerà il faro sull’isola di Levanzo in un piccolo resort di charme con 6 camere. La cucina sarà affidata ad Alessandro Martinelli, giovane ma di grande esperienza

20 luglio 2016 | 18:02
 

Il bergamasco Lorenzo Malafarina, titolare della “SeventySeven”, azienda che si occupa di investimenti nel settore alberghiero, si è aggiudicato la gara per la gestione del faro di Capo Grosso sull’isola di Levanzo, nell’arcipelago siciliano delle Egadi (Tp), così come degli altri che lo Stato, attraverso il Demanio, ha deciso di affittare ad imprese private. I lavori dovrebbero terminare in tempo per la prossima estate. Il faro di Capo Grosso sarà ristrutturato e trasformato in un piccolo resort di charme con 6 camere.

Inizialmente girava voce che il vincitore del bando sarebbe stato nientemeno che Gualtiero Marchesi, altri avevano invece scommesso su Patrizio Bertelli, patron di Prada, già proprietario di una bella fetta dell’isola più piccola dell’arcipelago.



Malafarina, che vanta nel curriculum la gestione di alberghi di prestigio sparsi nel Mediterraneo, da Lampedusa a Maratea, ha collezionato esperienze di collaborazione con importanti tour operator e in gioventù si è anche occupato dell’organizzazione di concerti e spettacoli. Ora dirige l’azienda con sede in centro città, dedicandosi all’apertura di nuove strutture di piccole dimensioni ma di alto livello di servizio che appartengano alla categoria che i francesi definiscono “maison d’hotes”, una particolare forma di ospitalità che prevede l’accoglienza in stile familiare ma ad alto tasso di raffinatezza.

Forse questa concezione del modello di ospitalità ha contribuito alla vittoria del bando? «In parte anche questo aspetto può avere avuto una certa importanza - dice Malafarina in un’intervista rilasciata a L’Eco di Bergamo - ma credo che sia stato fondamentale conoscere ed applicare con precisione gli aspetti tecnici del bando. Potendo contare su una certa esperienza abbiamo compiuto ogni passo - e sono stati tanti - con cognizione di causa, stando molto attenti al rispetto dei regolamenti emanati dai vari enti coinvolti che hanno il compito di valutare i vari aspetti di un progetto che deve essere supportato da garanzie sotto ogni profilo».

L’intervento previsto dal bando si prospetta di tipo «sostanzialmente conservativo - afferma l’imprenditore bergamasco - e rispettoso delle caratteristiche della costruzione e degli spazi accessori. Verranno realizzate 6 camere naturalmente dotate, come si dice, di tutti i confort ma all’insegna di un concetto di benessere generale, di un’atmosfera rilassata. Un lusso vissuto e non ostentato, da vivere in pieno relax con la possibilità, volendo, di interagire con il personale e gli ospiti, anche con lo chef del ristorante, che sarà a disposizione esclusiva degli ospiti del faro».

Alessandro Martinelli e Lorenzo Malafarina (foto: L'Eco di Bergamo)

Alessandro Martinelli e Lorenzo Malafarina (foto: L'Eco di Bergamo)

Il cuoco in questione è Alessandro Martinelli, che condivide con Malafarina le radici bergamasche. Staccatosi dal gruppo di famiglia con il quale si è fatto conoscere ed apprezzare prima nella gestione del “Bianchini” di Orio al Serio e più recentemente al “Primo Piano” di Cenate Sotto, attualmente si divide tra la “Croissanteria Lab” di Carobbio degli Angeli e il ristorante dell’Aeroclub di Orio al Serio, preso recentemente in gestione.

«Avendo avuto a che fare con tanti cuochi nelle attività di ricezione alberghiera - ricorda Malafarina - posso dire di avere anche una certa esperienza nel valutarne le prestazioni. Ecco, lo stile di cucina di Martinelli mi sembrava perfetto per essere trasportato al mare di Levanzo. Gliel’ho proposto senza molte speranze, e invece...».

«Quando mi è stato presentato il progetto - spiega Martinelli - e la possibilità di farne parte, non ci ho pensato su più di tanto. Il posto è meraviglioso ma è soprattutto l’idea di confrontarsi con un servizio diverso, quasi da personal chef, ad essere molto intrigante. E naturalmente potendo contare su quello che di fresco e locale c’è, a cominciare dal pesce che è di casa ma anche dalle verdure e dagli incredibili aromi che solo le isole del Mediterraneo custodiscono».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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