Come da tradizione, l'arte sarà tra i protagonisti del Premio Italia a Tavola. In occasione della 10ª edizione, la rassegna “Il cibo in scena” sarà dal 7 aprile, giorno dell'inaugurazione, fino al 2 maggio in Accademia Carrara a Bergamo. Non solo arte, non solo cucina, ma tutta la filiera dell'accoglienza made in Italy.
La rassegna sarà appunto inaugurata sabato 7 aprile alle ore 18.00, i curatori sono Enrico De Pascale e
Silvia Tropea Montagnosi.
“Il cibo in scena” è imperniata sul quadro di Evaristo Baschenis “Cucina con rami e fantesca” (1660 circa), che raffigura una cucina con un tavolo su cui sono accatastate delle pentole in rame. Il quadro, proveniente da una collezione privata, sarà il simbolo dell’evento di
Italia a Tavola e farà da apripista per scoprire in Carrara altre opere contemporanee dedicate al tema del cibo e dell’enogastronomia in generale, legate all’Anno del cibo italiano.
Alla conferenza di presentazione è stata
Cristina Rodeschini, direttrice dell'Accademia Carrara, a delineare le parti che hanno dato vita a questa rassegna: da una parte Baschenis, con Enrico De Pascale tra i maggiori esperti dell'artista seicentesco, dall'altra Silvia Tropea Montagnosi, giornalista enogastronomica, che per l'occasione ha portato una rara collezione di pentole in rame dello stesso periodo del quadro simbolo del Baschenis, lucidate e rimesse a nuovo. E ovviamente Alberto Lupini, ideatore di una mostra che rientra nella 10ª edizione del Premio Italia a Tavola, quest'anno a Bergamo.
Cristina Rodeschini
«Non si parla solo di cibo - ha detto il direttore di Italia a Tavola
Alberto Lupini - ma di accoglienza e per estensione di cultura. Attorno al cibo, attorno alla convivialità del tavolo c'è tutto un mondo, c'è una filiera intera che non possiamo permettere venga banalizzata dai Masterchef di turno: questo non serve all'Italia e non serve nemmeno alla cultura».
In questo contesto si inserisce Bergamo, città che come poche rappresenta davvero il grande mondo della filiera che sta dietro la tavola: Heineken a Bergamo ha il suo più grande centro di produzione, la S.Pellegrino ha sede qui, ed è un'istituzione, senza considerare che la città lombarda è anche quella con il più alto numero di Dop (9) nel settore lattiero-caseario. E a Bergamo due realtà, l'Accademia Carrara e l'Università degli studi di Bergamo, hanno dimostrato di avere quell'apertura necessaria a poter sostenere un progetto così grande, quello di cui si fa carico il Premio IaT.
Silvia Tropea Montagnosi
E in questo contesto, simbolo è il quadro scelto del Baschenis. «È uno dei massimi esponenti artistici in Europa - ha detto
Enrico De Pascale - per quanto riguarda le nature morte. Le sue opere sono state anche protagoniste di una mostra ad hoc al Metropolitan di New York. La sua arte può riassumersi nel binomio "natura morta" e "natura morta musicale": lui le alternava spesso, basti infatti pensare che come la prima nutre il corpo, la seconda nutre l'anima. E come al Metropolitan le sue nature morte musicali erano esposte insieme agli strumenti conservati dal museo, qui oggi le sue nature morte sono abbinate a strumenti di cucina, una bellissima collezione di pentole di rame».
Enrico De Pascale
Accanto infatti alle opere del Baschenis e ad altre, del fiammingo Giacomo Liegi ad esempio, o di Giacomo Ceruti, detto il Pitocchetto, in esposizione una batteria di pentole in rame del 1600, gentilmente concesse da una famiglia al tempo nobile della Bergamasca: «Erano molto rovinate. Invece che pulirle con metodi meccanici, abbiamo scelto Fulvia, 80 anni circa, la nostra fantesca, proprio come la fantesca Lucia Innocenti ritratta nel quadro del Baschenis. In tre giorni le ha portate a nuovo utilizzando farina di mais, sale e aceto».
La mostra è visitabile, come detto, dal 7 aprile al 2 maggio, all'ultimo piano dell'Accademia Carrara a Bergamo. Un'intera esposizione a rappresentare non tanto il ruolo della cucina quanto quello dell'accoglienza, un concetto molto simile a quello che è stato tema del
concorso fotografico “La Cucina e il cibo simboli di accoglienza”, lanciato da Italia a Tavola e concluso con tre vincitori per tre diverse categorie. Brigida Tullo (Miglior fotografia categoria studenti), Pietro Amendolara (Miglior fotografia in bianco e nero) e Riccardo Moretti (Miglior fotografia a colori). «I tre vincitori - ha rivelato Alberto Lupini - sono uno di Pordenone e due di Bari. Vengono da tutta Italia e con noi hanno condiviso attraverso degli scatti originali il valore dell'accoglienza italiana». I tre vincitori saranno premiati il 7 aprile dopo l'inaugurazione della mostra.
Come ultimo, ma non meno importante, un ultimo atto artistico rientra in questo Premio: Riva 1920, azienda di design per mobili in legno, ha fatto dono a Italia a Tavola di una miniatura del Tavolo
"Pangea", che verrà esposta in Carrara tra la fine dell'estate e gli inizi di settembre. «Ho dato questo tavolo ad Alberto Lupini - ha detto
Maurizio Riva - dicendogli di darne valore come sta facendo con la cucina e l'accoglienza».
Maurizio Riva