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Accordo tra cuochi e artigiani siciliani Obiettivo, tutelare i produttori locali

 
26 febbraio 2018 | 10:30

Accordo tra cuochi e artigiani siciliani Obiettivo, tutelare i produttori locali

26 febbraio 2018 | 10:30
 

Un accordo per promuovere l’economia del territorio e sostenere i produttori locali quello firmato dalla Confederazione dell’artigianato e della piccola e media impresa di Sicilia e l’associazione dei Cuochi Siciliani.

I promotori dell’intesa - il presidente regionale dell’Urcs Domenico Privitera e il presidente regionale della Cna Sebastiano Battiato - si sono incontrati a Catania, nella sede della Cna, insieme col segretario Cna Catania Andrea Milazzo, il segretario Urcs Sicilia Fabio Fidotta e il presidente dei Cuochi Etnei Seby Sorbello, per firmare l’accordo dal quale dovranno scaturire una serie di collaborazioni fatte “di progetti e di percorsi utili a valorizzare i prodotti agroalimentari e i prodotti ittici siciliani”.

(Accordo tra Cuochi e artigiani siciliani Obiettivo, tutelare i produttori locali)

La motivazione che ha dato vita a questa intesa, largamente caldeggiata dalle due rappresentanze di categoria, si è imposta con urgenza crescente sotto la spinta decisiva del settore agricolo locale, che a fine d’anno, ha rischiato di implodere. I produttori locali, da qualche mese, avevano lanciato un disperato grido di allarme in Sicilia denunciando la difficoltà di continuare a lavorare perché era venuta meno la possibilità di un ricavo in grado di coprire persino i costi della produzione. I frutti, anche i più pregiati, sono rimasti invenduti sulle piante, mentre il mercato locale è stato invaso da abbondanti produzioni straniere, ottenute attraverso l’impiego di minori garanzie per i lavoratori, e delle quali si conosce ben poco dei sistemi di produzione e dei processi di filiera.

«I nostri legumi vengono acquistati dai Paesi del Nord Europa - ha dichiarato il presidente regionale dei Cuochi Siciliani Domenico Privitera - mentre in Sicilia arrivano i prodotti del Marocco e dell’Iraq. Abbiamo l’obbligo di difendere la tipicità dei prodotti agroalimentari di ogni nostro singolo territorio, una ricchezza apprezzata in tutto il mondo». «Il 50% o anche il 55% del pesce consumato in Sicilia - gli ha fatto eco il presidente dell’Associazione Cuochi Etnei Seby Sorbello - viene dall’estero, mentre il nostro tonno viene acquistato dai giapponesi».

«Sentivamo l'urgenza di dare risposte immediate alle crescenti esigenze dei produttori, ma anche degli artigiani della trasformazione agro alimentare - ha spiegato il presidente regionale della Cna Sebastiano Battiato - nella consapevolezza che è nostro compito tutelare il patrimonio della piccola e media impresa siciliana».

Con il protocollo di intesa firmato oggi le parti si sono impegnate a promuovere la valorizzazione dei prodotti tipici locali nelle cucine al fine di far sposare le eccellenze della produzione con quelle della trasformazione e somministrazione, anche attraverso attività formative e incontri fra produttori e operatori della ristorazione su tematiche attinenti il settore dell’agroalimentare. «Esiste in Sicilia l’eccellenza - ha ricordato il segretario Cna Andrea Milazzo - e noi dobbiamo sostenerla, scoraggiando il consumo di quei prodotti che arrivano dall’estero solo in forza dei loro costi molto concorrenziali. Gli utenti vanno educati, i consumatori vanno resi consapevoli delle proprie scelte».

Per questo sono importanti i corsi di formazione, l’incontro tra produttori e ristoratori, le campagne di promozione e quelle di sensibilizzazione che questo accordo prevede. «Con quest’accordo - ha concluso Domenico Privitera - vogliamo gettare le basi per un processo di reciproche garanzie. Il prossimo passo - ha aggiunto il presidente regionale dei cuochi siciliani - dovrebbe essere quello di creare un marchio di qualità siciliano che identifichi e garantisca la genuinità ed il valore di materie prime e semilavorati della nostra regione».

Per informazioni: www.urcs.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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