Per prima cosa devo ringraziare Marjan Simcic per avermi invitato. È stato per me un onore e un gran piacere rappresentare Italia a Tavola, il 30 agosto, al primo Masterclass internazionale sulla Ribolla/Rebula in quel di Vila Vipolže/Villa Vipulzano, uno splendido castello del XI secolo signorilmente restaurato, un tempo residenza di caccia dei conti di Gorizia, e ora divenuta la Brda home of Rebula la casa della Ribolla del Brda.
Siamo nel Brda, il Collio Sloveno ma in realtà siamo solo e unicamente nel Collio/Brda. Oramai si può circolare liberamente tra Italia a Slovenia ma in questa parte il confine non è mai esistito. Un’unica cultura, un unico splendido panorama e un unico eccezionale terroir. Moltissimi vignaioli italiani hanno terreni in Slovenia e altrettanti sloveni in Italia. Dicevo una Masterclass internazionale con 13 produttori sia italiani che sloveni e solo 45 giornalisti provenienti da tutto il mondo. Nomi importanti tra i quali mi piace ricordare Andrew Jefford di Decanter. Tutti a parlar di Ribolla/Rebula.
Questo vitigno ora di gran moda che piace molo specialmente per il nome. Ma non è sempre stato così. Di Ribolla se ne parla da epoca immemore ma non si intendeva il vitigno bensì il vino Ribolla. Già nel 1200 negli statuti di Treviso emerge chiaramente, come scrive Enos Costantini, che la Ribolla è un vino “navigato”, cioè forestiero, sempre distinto dal vino “terrano” cioè di produzione locale. Solo dal 1800 si iniziano a trovare tracce della denominazione del vitigno. Da dove sia arrivato non si sa, probabilmente dalla Grecia, certo è che ha trovato la sua casa di elezione nel Collio/Brda.
Ed è lì che cresce e si sviluppa e dà il meglio di sè. Scrive Guido Poggi nell’Annuario 1927-1930 in merito alla Ribolla Gialla: “Il vitigno ama le posizioni soleggiate, asciutte, ed è là che l’uva si arricchisce di zucchero: nelle posizioni fredde e comunque umide, assolutamente il prodotto riesce scadentissimo”. Queste bucoliche colline hanno tutti i requisiti per ottenere delle ottime uve che riescono a maturare senza marciumi dando un buon grado zuccherino. Merito della ponca il terreno marnoso di origine eocenica, della vicinanza del mare e dai venti che spirano in questa zona. Della sua storia e del terroir ce ne hanno parlato il giornalista Toni Gomišcek e il professor Denis Rusjan dell’università di Lubiana. Ma veniamo alla degustazione 13 Ribolla divise tra fresche, invecchiate in legno e macerate.
Una degustazione super tecnica guidata dal campione del sommelier sloveni Gašper Carman e dal nostro Luca Gardini campione del mondo sommelier 2010. 13 anime diverse, 13 interpretazioni dello stesso vitigno, 13 emozioni. Poi le 13 aziende, Marjan Simcic, Edi Simcic, Ferdinand, Klet Brda, Šcurek,Dolfo, Medot, Zanut, Erzetic, Jermann, Gravner, Radikon, Kristian Keber, hanno presentato 3 annate di Ribolla in libera degustazione. Che gran gioia poter parlare tranquillamente con i produttori, scegliere un’annata e sedersi all’ombra, accarezzata da un leggero venticello, a scrivere le proprie note. Ho degustato veramente degli ottimi vini ma non posso non raccontarvi le impressioni sul mio vino del cuore.
Ribolla Gravner 2003 non ancora in commercio, lo sarà tra poco quando saranno pronte le etichette. Solo in magnum. Il colore è quello delle grondaie di rame appena uscite dalla fabbrica con il sole che si specchia. Gira lentissimamente nel bicchiere, ci dice subito che ha un gran corpo. Ecco l’albicocca, il fico, la carruba, la menta, l’alloro, la tuberosa, il giglio e il tabacco biondo. Una esplosione di emozioni quando accede al cavo orale. Inizia prepotente per poi ammorbidirsi e avvolgerlo con grazia, riprende poi il predominio per farci conoscere i sui tannini rock che ballano ricorrendo, o facendosi rincorrere, dalla freschezza. Ad ogni olfazione il quadro cambia da Magritte a Cézanne a Toulouse Lautrec.
Ti lascia, con fatica… vorrebbe rimanere ancora un pochino, con il chiodo di garofano e l’anice stellato e la buccia di arancio disidrata. Se fosse una persona? Un cavaliere rinascimentale pronto per il torneo, con la sua armatura scintillante. Che dire poi della cena di gala al tramonto accompagnata da un quartetto d’archi? Perfetta. Come perfetti sono stati i piatti serviti da Tomaz Kavcic proprietario del ristorante Pri Lojzetu a Zemono.