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Stefania Simonetti, figlia d’arte «Per fare il barman ci vuole umiltà»

Quella di Stefania Simonetti, da poco iscritta ad Abi Professional, è una competenza a 360 gradi nel mondo del bartending. Oltre alla gestione del suo SoleLuna a Lavagna, si dedica all’insegnamento per le nuove leve

 
14 maggio 2017 | 11:25

Stefania Simonetti, figlia d’arte «Per fare il barman ci vuole umiltà»

Quella di Stefania Simonetti, da poco iscritta ad Abi Professional, è una competenza a 360 gradi nel mondo del bartending. Oltre alla gestione del suo SoleLuna a Lavagna, si dedica all’insegnamento per le nuove leve

14 maggio 2017 | 11:25
 

Nasce in Liguria, Stefania Simonetti, e sin da piccola viene cullata nella filosofia del turismo e dell’accoglienza tipica di quella regione, un po’ eccentrica e riservata, come i suoi abitanti. A riprova della sua predisposizione all’accoglienza frequenta e si diploma in un istituto tecnico per il turismo. Con il fratello Cristiano, Stefania percorre tutte le tappe per diventare una giovane barlady. Il padre la spronava sempre a darsi da fare: “impara l’arte e mettila da parte”, le diceva, e lei ubbidiva come si soleva fare a quei tempi.

Stefania Simonetti, figlia d’arte «Per fare il barman ci vuole umiltà»

Dietro al banco di proprietà, sulle pedane dei bar d’albergo e poi con corsi specifici, arriva a Milano e lì fa diverse esperienze seguendo quello che un tempo la grande città commerciale offriva: l’onda delle fiere. Non disdegna di ritornare in terra natia, soprattutto per le stagioni estive, e lì calca l’American bar di famiglia sul lungomare di Chiavari, il Paradise, e all’occorrenza il ristorante dei genitori nel porto turistico di Lavagna.

La strada che intraprende la porta ad avere un locale tutto suo che gestisce col marito a Lavagna (Ge): il SoleLuna. È gente di mare, quella ligure, che sa navigare con burrasche e mare morto con la stessa calma. Così ora Stefania, oltre al SoleLuna e la cogestione col fratello Cristiano della gelateria in centro a Chiavari, si è prestata all’insegnamento di quest’arte che ha imparato.

Possiamo tranquillamente dire che la figura paterna ha influenzato il futuro professionale di Stefania: la conoscenza a 360 gradi del bar, con tutti i risvolti che implica, l’ha portata ad avere una formazione completa. Ma è stato il fatto di conoscere i personaggi del mondo del bartending, a Milano e poi in giro per le località importanti del turismo, che le ha permesso di applicare e affinare le proprie conoscenze. Soprattutto la passione, che oggi trasmette alle giovani leve, premesse di un futuro professionale. «Oggi la passione deve essere il principio attivo per questo mestiere complesso ma affascinante», dice Stefania. «La riconoscenza verso l’insegnamento è veramente appagante e mi fa capire che questa potrebbe essere la mia strada futura».

Stefania Simonetti, figlia d’arte «Per fare il barman ci vuole umiltà»

Stefania si è recentemente iscritta ad Abi Professional e, assieme a Daniele Immovilli, nuovo coordinatore regionale, si adopererà nell’intento di creare in Liguria un tessuto territoriale professionale fatto di soci ma anche di giovani che fanno del bartending la propria aspirazione. «Oggi far parte di un’associazione - spiega Stefania Simonetti - diventa importante ancor più che nel passato. La nostra professione si trova legata a tante diverse e contrastanti realtà. Avere un’associazione che faccia da collante e da riferimento rappresenta sicuramente un punto di partenza per far sì che la nostra passione abbia un futuro rassicurante. Io ho sempre trovato stimolante e divertente far parte di un’associazione e ho sempre vissuto i concorsi e le riunioni come momenti di aggregazione e di grandi amicizie. Amicizie che oggi ritrovo in Abi Professional».

Un consiglio per i giovani che si avvicinano al lavoro del bar: «La qualità fondamentale è sicuramente l’umiltà, come diceva il mio mentore Rino Diani», racconta Stefania. «Oggi forse i giovani, che sono il nostro futuro nell’ospitalità e nel divulgare il bere consapevole, vogliono avere tutto e subito. Dopo aver frequentato un corso specializzato, pensano di essere già arrivati ed essere grandi bartender. A loro, e soprattutto ai miei ragazzi, mi sento di dire di non avere fretta, perché nella vita non si finisce mai di imparare. Bisogna cercare di fare tesoro di tutte le esperienze e carpire più segreti possibili dai propri insegnanti e capi servizio, sempre con umiltà. Solo così si diventa grandi».

Oltre al suo Mojito al profumo di Liguria, un mojito classico al quale diminuisce la menta e aggiunge erbe aromatiche quali timo e maggiorana, Stefania propone un cocktail freschissimo e molto apprezzato nel suo SoleLuna di Lavagna, soprattutto dai vacanzieri: Mary Rose.

Mary Rose
4,5 cl Gin Mare
1,5 cl Maraschino Luxardo
1,5 triple sec
1,5 cl sciroppo di rose
2 cl succo di lime
Guarnire con petali di rose
Shake and strain doppia coppa cocktail

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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