Solo in Abruzzo, oltre ai danni materiali, si sono aggiunti ben 10mila animali morti, feriti e abortiti nelle aree del terremoto per l’effetto congiunto delle scosse, della neve e del gelo che hanno fatto crollare le stalle con perdita di animali tra le macerie e provocato stress da freddo e paura con diffusi casi di aborto. È l’ultimo drammatico bilancio emerso dalla mobilitazione degli agricoltori e degli allevatori colpiti dal terremoto e dal maltempo in Abruzzo, riunitisi oggi, 13 febbraio, in località Basciano in provincia di Teramo presso l’azienda agricola San Vincenzo (Salumieri di Castel Castagna), dove sono morti circa 3mila animali e crollate le stalle.
Una stalla crollata nel Teramano dove stamattina il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo si è incontrato con gli allevatori abruzzesi
Ammontano a 52 milioni di euro i danni subiti dalle aziende agricole e dalle stalle a seguito degli ultimi eventi calamitosi in Abruzzo. La stima della Coldiretti fotografa una situazione drammatica nelle campagne, dove ad essere colpita è stata soprattutto l’attività di allevamento che ora rischia concretamente di scomparire insieme alle specialità locali e con loro la storia e il futuro di una regione che ha nell’agroalimentare una forza trainante dell’economia.
Nel dettaglio, i settori più colpiti in termini di mancato reddito e danni strutturali sono sicuramente quello dell’allevamento di mucche da latte e della pastorizia, ma anche l’allevamento di maiali destinati ai salumi tipici ha subito perdite pesantissime. Sono stati registrati danni anche al settore olivicolo con una stima presunta dei danni, diretti e indiretti, di circa quindici milioni.
«È determinante intervenire sulla semplificazione e sulla velocizzazione delle procedure in una situazione in cui, a più di 5 mesi dalle prime scosse di terremoto, sono state montate e rese operative nelle regioni colpite
appena il 15% delle stalle mobili previste», ha affermato il presidente della Coldiretti
Roberto Moncalvo, nel sottolineare che l’ultimo decreto sul terremoto rende disponibili «circa
35 milioni di euro di aiuti diretti per il mancato reddito delle imprese di allevamento da erogare entro febbraio».
Un sostegno per un importo stabilito in 400 euro a capo bovino allevato e 60 euro per ogni pecora posseduta prima del sisma. Ma aiuti sono previsti anche per il settore suinicolo e per quello equino secondo quanto riferimento dal ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina. «Il terremoto ha colpito un territorio a prevalente economia agricola con una significativa presenza di allevamenti di pecore e bovini che occorre ora sostenere concretamente per non rassegnarsi all’abbandono e allo spopolamento», ha precisato Moncalvo nel sottolineare l’esigenza che «la ricostruzione vada di pari passo con la ripresa dell’economia che in queste zone significa soprattutto cibo e turismo».
In gioco migliaia di posti di lavoro tra agroalimentare e turismoLa calamità ha messo a rischio specialità conservate da secoli, dal pecorino di Farindola al caciocavallo abruzzese, dalla mortadella di Campotosto al caciofiore aquilano, dalla scamorza abruzzese alla ventricina teramana fino ad arrivare al salame aquila che nell’insieme rappresentano un patrimonio culturale del paese, oltre che una opportunità produttiva e occupazionale insostituibile.
Esposizione di specialità regionali messe a rischio dal terremoto
In Abruzzo è a rischio un intero sistema agroindustriale dal quale dipendono migliaia di posti di lavoro, dal campo alla tavola. Un volano per l’economia del territorio anche dal punto di vista turistico se si considera che, nelle zone particolarmente interessate dagli eventi, ci sono circa 160 agriturismi, molti dei quali già fortemente colpiti dal sisma del 2009 e negli ultimi anni in ripresa, con perdite quantificabili anche in termini di mancate presenze in circa 9 milioni.
Ma in difficoltà è l’intero settore turistico che rappresenta uno sbocco di mercato determinate per le specialità alimentare locali che arricchiscono e valorizzano l’offerta vacanziera dell’Abruzzo. Per affrontare questa drammatica emergenza che per l’accavallarsi delle tragedie rischia di passare in secondo piano la Coldiretti sotto il coordinamento di una apposita task force ha avviato numerose iniziative, dalla campagna “Dona un ballone di fieno” per garantire l’alimentazione degli animali a quella “Adotta una mucca o una pecora” per dare ospitalità a pecore e mucche sfollate a causa dei crolli delle stalle, ma anche l’ospitalità nei mercati di Campagna Amica in altre regioni per consentire ai produttori di vendere i propri prodotti dopo lo spopolamento forzato dei Paesi colpiti.
Sono ormai 2mila i posti stalla per gli animali resi disponibili nelle diverse regioni per gli animali sfollati. Operazioni rese possibili dalla collaborazione della Coldiretti con l’Associazione italiana allevatori e i Consorzi agrari, che ha consentito anche la consegna di mangiatoie, mangimi, fieno, carrelli per la mungitura, refrigeratori e generatori di corrente, ma anche roulotte, camper e moduli abitativi.