Siamo a Santa Maria La Fossa, ameno paesino nella piana del Volturno, quel basso Casertano, prospiciente il litorale domizio che adesso, impropriamente, sta diventando lato b dell’alto Casertano. Ed invece, queste terre, acquitrinose al punto da divenire l’habitat di elezione delle bufale (siamo nel vero headquarter della Mozzarella di Bufala casertana di scuola casertana), hanno loro specifico appealing.
E si tratta di avere spiccato il lateral thinking per intraprendere, in quest’area, attività di trasformazione delle carni esulando dalla filiera bufalina. E questo libero pensatore, imprenditore audace, della sua mission orgogliosamente consapevole, è il giovane Marco Bellanca. Mestieri artigiani e poi la svolta verso la macelleria di qualità con esperienze valevoli in Umbria. Il richiamo della sua nobile terra dopo anni laboriosi in cui tanto ha saputo e voluto imparare.
Marco Bellanca
E adesso, grande l’entusiasmo, lodevole la nitida vision, il prode Marco Bellanca, esprime già ad alti livelli, di certo ancora in forte potenziale di crescita, la sua arte di macellaio. Grande qualità delle carni, pressoché esclusivamente italiane, evidente ma giammai stucchevolmente esibita la profonda abilità di norcineria. Carni fresche al banco, e salumi. Retrostante, a vista, il piccolo ma molto efficiente laboratorio. Creazioni originali frutto di virtuoso mix tra calda inventiva e sagace mestiere.
Ne sortisce il Salame di Re Ferdinando, connotato da presenze discrete di pistacchio siciliano. Ed ancora il Pezzentiello, con un 30% di cotica di maiale ed un restante dovizioso 70% con carni nobili di maiali che, lo si ribadisce, sono rigorosamente solo italiani. Non vi è intento di divenire grossista rivenditore.
Qui la clientela è costituita da gourmet end user che provengono da tutta la Campania e da quei pochi ristoratori che vogliono coccolare la propria clientela con prodotti di nicchia, autentiche gemme. Intrapresa appena all’inizio. Marco è molto giovane ed ha idee lodevolmente chiare. Siamo al cospetto di un artigiano consapevole del suo ruolo e della conseguente responsabilità a beneficio dei suo stakeholders.
È case study, se così possiamo concludere. Non velleitario quanto pretestuoso chilometro zero: in questa zona, detta terra dei Mazzoni si allevano bufale e non bovini e suini! Quindi, è case study perché qui è dimostrabile e dimostrato, grazie a Marco Bellanca ed al suo team, che sono la competenza e la filiera corta i veri fattori vincenti di un’intrapresa che dia soddisfazione somma ad una crescente clientela.