Il disegno di legge contro il fenomeno del caporalato è stato approvato in aula al Senato: 190 sì, nessun contrario e 32 astenuti. Ora il provvedimento è pronto a passare alla Camera per l'approvazione definitiva. I punti salienti del ddl sono inasprimento degli strumenti penali, confisca di beni e responsabilità del datore di lavoro, così come avviene per le organizzazioni mafiose; a queste vanno aggiunti gli indennizzi per le vittime.
La modalità di repressione è come quella contro la mafia
Con queste nuove norme si stabiliscono nuovi strumenti penali per la lotta al caporalato come, ad esempio, la confisca dei beni, proprio come avviene per le organizzazioni criminali mafiose, poi l'arresto in flagranza e l'estensione della responsabilità degli enti. La nuove legge prevede anche la responsabilità del datore di lavoro, la semplificazione degli indici di sfruttamento e il controllo giudiziario sull'azienda.
Indennizzi per le vittime
Per la prima volta si decide di estendere le finalità del fondo antitratta anche alle vittime del delitto di caporalato, considerata l'omogeneità dell'offesa e la frequenza dei casi registrati in cui la vittima di tratta è anche vittima di sfruttamento del lavoro.
Rafforzamento della rete di lavoro agricolo di qualità
Viene rafforzata l'operatività della rete del lavoro agricolo di qualità, creata nel 2014 con il provvedimento Campolibero e attiva dal 1 settembre 2015. Con la norma si estende l'ambito dei soggetti che possono aderire alla rete, includendovi gli sportelli unici per l'immigrazione, le istituzioni locali, i centri per l'impiego e gli enti bilaterali costituiti dalle organizzazioni dei datori di lavoro, dei lavoratori in agricoltura e dei soggetti abilitati al trasporto di persone per il trasporto dei lavoratori agricoli. Allo stesso tempo si stabilisce l'estensione dell'ambito delle funzioni svolte dalla cabina di regia della rete stessa, che è presieduta dall'Inps e composta da rappresentanti di sindacati, organizzazioni agricole e istituzioni.