I negozi al dettaglio e i minimarket del centro di Rimini non potranno vendere bevande alcoliche conservate in frigorifero, fino al prossimo 15 settembre. Chiaro l'intento dell'originale ordinanza emessa dalla giunta comunale: limitare il consumo di alcol nelle ore più intense della movida, fenomeno che spesso genera eccessi e disordini.
Nel caso specifico di Rimini, il problema a monte è la liberalizzazione delle licenze, che ha agevolato l'apertura di decine e decine di negozi che vendono birra e altri alcolici a tutte le ore, oltretutto a prezzi molto bassi e senza distinguere tra minorenni e maggiorenni.
«L’ordinanza nasce a seguito del confronto avuto in sede di comitato provinciale - commenta l’amministrazione comunale - per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica e persegue due obiettivi: il primo è quello di porre un freno al consumo di alcol tra i minorenni, fenomeno sempre più preoccupante nelle città italiane e che assume i contorni dell’allarme sociale, favorito dalla facilità e dall’economicità con la quale si possono acquistare bevande alcoliche da asporto negli esercizi di vicinato».
«Anche in questo caso il comune si trova a dover colmare un difetto della legislazione nazionale che, alla luce della liberalizzazione dell’esercizio dell’attività commerciale, non prevede limitazioni o vincoli per la vendita di alcolici effettuata al di fuori dai pubblici esercizi, privando di fatto amministrazione e Forze dell’ordine di strumenti di controllo. Il secondo obiettivo, strettamente correlato, è quello di limitare i fenomeni di degrado urbano che il consumo di alcolici lungo le strade pubbliche comporta, dal disturbo della quiete pubblica all'abbandono dei contenitori di vetro. Situazioni che minano la convivenza civile, la sicurezza e l’incolumità pubblica. Sul contrasto a questo fenomeno l’amministrazione comunale non transigerà e userà il pugno duro, attuando controlli sistematici».
I trasgressori dell'ordinanza saranno soggetti a una sanzione amministrativa pecuniaria da un minimo di 300 € ad un massimo di 500 €. Da sottolineare che sono esclusi dal presente provvedimento i laboratori artigianali che attuano quale attività accessoria la vendita di bevande.
Ma Rimini non è la prima città ad avere adottato delle misure per contrastare il fenomeno della movida senza controllo. A Bologna è vietata la vendita di alcolici d'asporto e l'uso del vetro in strada, mentre i minimarket che vendono alcolici sono obbligati a chiudere alle 21.00 e non oltre; nel centro storico di Firenze non si possono esporre in vetrina alcolici, e la loro vendita è vietata è bandita sotto ogni forma dalle 21.00 alle 6.00.
C'è anche ci nel tentativo di prendere provvedimenti ha collezionato risultati deludenti, come Ferrara che voleva imporre come limite per la chiusura dei locali, le 00.30, andando però contro al principio di libera concorrenza. A Milano invece la norma anti-movida finì con il penalizzare l'attività dei gelatai, già penalizzati dalla crisi dei consumi, tanto da indurre il sindaco Giuliano Pisapia a promettere di risolvere al più presto l'“equivoco”. Resta il fatto che è necessario mantenere una certa attenzione sulla questione nella speranza che dal Governo arrivi un provvedimento definitivo.
Le vie interessate dall'ordinanza
via Beccadelli;
via Vespucci;
via Mantegazza;
viale Trieste;
viale Cormons;
viale Trento;
p.le Kennedy;
p.le Marvelli;
viale R. Elena;
viale Parisano;
viale Carducci;
viale Pascoli;
via Lagomaggio da Viale R. Elena fino alla ferrovia;
p.le Toscanini;
viale R. Margherita;
p.le Gondar;
via delle Rimembranze da P.le Gondar alla ferrovia;
via Siracusa;
via Oliveti da Via R. Margherita alla ferrovia;
via Principe di Piemonte;
via Martinelli dalla Via P. di Piemonte alla ferrovia;
via G. Marconi;
via Mantova;
via Destra del Porto;
via Coletti;
via L. Lando;
via Ortigara;
viale Paolo Toscanelli;
p.le Adamello;
viale Dati G.;
viale Porto Palos;
viale San Salvador
p.le C. Battisti;
via Gambalunga;
via Giovanni XXIII;
via Roma da Via Dante a via dei Mille;
via dei Mille;
via R. Tosi.