«La lotta al caporalato non va in vacanza», diceva il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina a fine 2015. Una lotta che continua da tempo e che stavolta si è concentrata nei territori del Chianti. In cinque aziende sono stati infatti trovati centinaia di immigrati, per lo più profughi provenienti dal Pakistan o da Paesi dell'Africa subsahariana, sfruttati e sottopagati ormai da gennaio.
I malcapitati sono stati per tutto questo tempo pagati all'incirca 4 euro all'ora, costretti a lavorare dall'alba al tramonto (12 ore in media), spesso trattati in maniera disumana, maltrattati con punizioni corporali. Questo è quanto è emerso da un'indagine della procura di Prato. Stamani, cominciando dalla città toscana, Digos, Forestale e Guardia di Finanza hanno setacciato la zona ed eseguito decine di perquisizioni. Attualmente 12 persone sono indagate per associazione a delinquere (o per concorso esterno) finalizzata allo sfruttamento di lavoratori stranieri irregolari.