Alla fine il gigante comincia a scricchiolare. Dalla
granitica difesa dei mesi scorsi sulla totale correttezza delle recensioni pubblicate, ora TripAdvisor è passato alla plateale ammissione che è un
sito devastato dalle truffe e dai taroccamenti. E il livello di inquinamento è talmente alto che è lo stesso
Ceo del Gufo, Steve Kaufer (il numero uno della società americana), a rivolgersi ai ristoratori e agli albergatori italiani per invitarli a collaborare in un’
operazione di bonifica rispetto ai troppi commenti falsi e alle troppe società di web reputation che vendono pacchetti di valutazioni positive (o negative, se si vogliono colpire i concorrenti). Come dire che di credibilità non ne è rimasta molta...
La richiesta di aiuto, perché tale è nei fatti il senso della mail, è giunta a distanza di poche ore da quando Italia a Tavola, grazie alla sempre più stretta collaborazione di ristoratori, albergatori e gruppi spontanei, ha alzato il tono della denuncia pubblicando la
registrazione di una telefonata in cui una delle società che si proclamano collegate a TripAdvisor cerca di convincere un albergatore a sottoscrivere un contratto per
“cancellare” recensioni negative. Operazione che si può ovviamente fare solo se si è d’accordo con il Gufo negli Stati Uniti, fosse anche con il loro ufficio legale, come sostiene
Mediafashion per spiegare i suoi rapporti stretti con il portale americano...
Pressato dalle continue accuse di imbrogli in tutto il mondo, il vertice di TripAdvisor cerca di uscire dal mare di fango in cui si è cacciato dicendo che ha intensificato i controlli contro le truffe. Ma non spiega in alcun modo come questo potrà avvenire finché resteranno i capisaldi dell’anonimato e della mancanza di certezza di avere visitato un locale pubblico (
scontrino, ricevuta o fattura da postare insieme al commento).
Come se non bastasse, in base alla demenziale logica di creare liste di eccellenza in ogni località (e abbiamo dimostrato come è possibile, in pochi giorni, fare saltare ogni classifica, a
Moniga come a
Chiavari), resta l’ansia da prestazione di molti esercizi pubblici, spinti a difendersi, o a colpire la concorrenza, con recensioni false. E su tutto resta l’
aberrazione dell’algoritmo che fa perdere decine di posizioni in classifica in presenza di anche un solo commento negativo. Spingendo di fatto a cercare di risalire la china
comprando nuove recensioni. Un vero sistema da moto perpetuo che fa crescere il numero dei presunti contatti di TripAdvisor, le entrate pubblicitarie e l’attività della
criminalità del web tarocco.
Che dire poi dell’affermazione del Ceo del Gufo, che sostiene che nel 2015 hanno “identificato, indagato e cessato (?) l’attività di oltre 30 siti di ottimizzazione”? Supponiamo che queste
30 società siano attive in tutto il mondo (quante in Italia?), ma perché mister Kaufer non ne fa i nomi e dice in che modo hanno fatto cessare l’attività visto che non risulta una sola causa al mondo avviata da TripAdvisor contro chi utilizza il suo nome e il suo logo per fare imbrogli?
Se non ci sarà subito chiarezza non possiamo che restare dubbiosi e pensare che al Gufo converrà autoassegnarsi il certificato di eccellenza ... per le bugie.