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Siad
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Tares, una punizione inutile sul cibo

di Alberto Lupini
direttore
 
07 gennaio 2014 | 16:41

Tares, una punizione inutile sul cibo

di Alberto Lupini
direttore
07 gennaio 2014 | 16:41
 

Che dei ristoranti chiudano per le stangate della Tares è forse esagerato affermarlo, ma che la nuova tassa sui rifiuti rappresenti la classica goccia che fa traboccare il vaso è sicuro. Il raddoppio, quando va bene, rappresenta un aggravio insopportabile dei già pesanti balzelli che stanno strangolando il settore dei pubblici esercizi. Che sia giusto mettere ordine nel vergognoso sistema dei rifiuti italiani è più che scontato, ma che improvvisamente diventino soggetti ad alto livello di inquinamento i ristoranti o i negozianti di prodotti alimentari, francamente è una stupidata italiana che ci saremmo potuti risparmiare.

Non è il caso di tirare in ballo la terra dei fuochi e il peggio che la politica italiana collusa con la camorra ha saputo esprimere, ma certo non è con una Tares esagerata che colpisce cuochi o fruttivendoli che diamo una svolta. Che senso ha mettere in ginocchio piccole aziende facendo pagare la raccolta dei rifiuti prodotti non già sull’attività svolta (misurabile sui ricavi, fino ad accertamento fiscale che dimostri eventuali differenze) ma sulla superficie dei locali? Per un Paese che sul turismo dovrebbe basare le sue residuali possibilità di innescare una ripresa stabile, un simile meccanismo mortifica la nostra capacità di offrire ospitalità. E per assurdo, chi più ha investito per avere un bel locale, spazioso e con superfici importanti, oltre a pagare le tasse sull’immobile, deve pagare anche quelle sui rifiuti come se ospitasse una mensa superaffollata.

Se ancora ce ne fosse bisogno, abbiamo la conferma di come la politica italiana (destra, sinistra, centro e grillini compresi) continua a non considerare la ristorazione un comparto importante del sistema economico. O meglio, finora è stato così e i risultati negativi li abbiamo visti. Le novità delle ultime settimane, nonché gli annunci di riduzione delle tasse da parte del Governo, potrebbero però ora essere l’occasione di una svolta per portare al centro delle politiche di sviluppo tutta la filiera del cibo. Anche perché sarebbe demenziale e incoerente colpire questo mondo mentre andiamo organizzando un’Expo che per tema ha proprio l’alimentazione...

Più di tanti discorsi, è quindi tempo che Renzi, Grillo e Berlusconi aprano gli occhi e si rendano conto che non si vive solo di Ilva, Monte dei Paschi o Fiat. L’Italia sta in piedi e ha un’immagine nel mondo “anche” perché abbiamo la storia, l’arte, la moda, il design e, oggi soprattutto, il Trentodoc, il Chianti, il Grana Padano, la mozzarella, l'olio, i salumi, la pasta, i carciofi, i pomodori e centinaia di Dop e Igp. Abbiamo un territorio e un’ospitalità da valorizzare, con imprenditori che non chiedono sussidi o aiuti, ma solo la semplificazione di molte procedure e, almeno, niente nuove tasse. La Tares, così come è organizzata, è una delle oscenità da modificare. Facciamo in modo che la si paghi in maniera più equa e meno punitiva. La Terza Repubblica comincia anche da qui.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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13/01/2014 00:18:55
2) Risposta "tutti sanno"
Tutti sanno, nessuno fa niente… E' vero, ma noi tutti, cuochi, ristoratori non facciamo nulla, mettiamoci anche noi operatore del settore in questo lamento, non siamo capaci di fare squadra, di scendere in piazza come fanno tutti, siamo capaci di chiudere le serrande dei nostri ristoranti e scendere in piazza, bloccare tutto?
Emanuele Esposito

08/01/2014 15:19:37
1) Tutti lo sanno, nessuno fa niente e in pochi lo denunciano come voi
è terribile perchè sanno tutto,lo sanno e non fanno niente.Queste non sono cose da economisti con i controcoglioni,queste sono cose che gente come me ,che di economie ne sa niente e che fa solo delle tagliatelle da una vita ,riesce ad elaborare dopo 5 minuti di riflessione.Ormai smaltire una bottiglia vuota costa più che comprarla piena e questo perchè? per mantenere gli agi e lo status degli assessori Siciliani o dei presidenti di provincia con stipendi superiori a quello di Obama? Di esempi ne sono stati fatti anche troppi e comunque è responsabile anche la stampa, a fronte di uno come te che s'accorge del problema ce ne sono altri mille che per interesse dell'editore, fanno finta di niente.
antonio amura
esercente
Antica osteria romagnola - Bologna


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