Lo storione è un pesce d’acqua dolce e salmastra con una storia alle spalle lunga 250 milioni di anni. Può raggiungere anche i sei metri di lunghezza e vivere più di un secolo. Ne esistono 27 specie al mondo
.
In Italia hanno prosperato lo storione comune, quello ladano o beluga e il cobice o adriatico. I primi due nel nostro Paese sono ormai scomparsi, mentre il codice è stato classificato dall’Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn) come “specie in pericolo critico di estinzione”.
Del suo
progetto di recupero, operativo ormai da tempo, se ne è parlato in un incontro pubblico all’Acquario di Milano. Ospiti di
Nicoletta Ancona, conservatore dell’Acquario civico,
Sergio Giovannini, amministratore di Storione Ticino, Leonardo Congiu, professore associato dell’Università di Padova-dipartimento di Biologia, Bruno Dotto, consigliere federale Fipsas-Federazione italiana pesca sportiva e attività subacquee, e Paolo Bray, fondatore di Friend of the Sea, ong a difesa della pesca sostenibile.
Il progetto di ripopolamento dello storione cobice nei fiumi italiani è avvenuto nell’arco degli ultimi 20 anni grazie all’impegno di Fipsas e Acquacoltura Ticino. A più riprese sono stati rilasciati nei principali fiumi del nord Italia 15mila esemplari, schedati e dotati di microichip, sia potenziali riproduttori sia giovani, “figli” di Storione Ticino, azienda di acquacoltura attiva dal 1970 e che nel giugno dell’88 ha certificato la prima riproduzione in cattività con tecnica incruenta. «Il nostro obiettivo - ha puntualizzato Giovannini - è perseguire la sostenibilità ambientale assicurando risparmio energetico e sicurezza alimentare in un’ottica di collaborazione tra pubblico e privato per la salvaguardia di specie ittiche di interesse conservazionistico. A questo proposito è fondamentale creare una popolazione ittica che si autosostenga, una rete capillare di monitoraggio costante e una sempre più elevata sensibilizzazione dei pescatori».
Nicoletta Ancona, Sergio Giovannini e Paolo Bray
«Ci stiamo muovendo con determinazione per controllare il territorio e l’attività dei pescatori sportivi e professionisti - ha precisato il consigliere Fipsas
Bruno Dotto - personalmente ho restituito all’acqua del Sile uno storione di 1 metro e mezzo che avevo immesso da piccolo nel Piave. Questo pesce è cresciuto cambiando fiume e con un passaggio in mare: è la prova che il progetto funziona».
Ma perché si è arrivati a tutto questo e al rischio estinzione? La risposta è multipla e trova complicità tra il crescente inquinamento dovuto all’industrializzazione degli ultimi decenni, a un eccesso di pesca illegale, all’antropizzazione dei corsi fluviali e agli sbarramenti artificiali che hanno impedito la risalita degli storioni lungo i fiumi. «Lo storione cobice è stato dato per estinto in natura - ha annotato
Leonardo Congiu - e il ripopolamento effettuato rappresenta un grande risultato non solo riguardo la conservazione della specie intesa come numero di individui, ma anche la sua diversità genetica. Un plauso va fatto a Storione Ticino che ha effettuato incroci compatibili».
Leonardo Congiu e Bruno Dotto
Oltre il 50% di pesce consumato al mondo oggi deriva dall’acquacoltura. La pesca industriale dal 1957 al 2006 ha sviluppato per dieci l’area di approvvigionamento, mentre è quintuplicato il numero di pescato. La domanda mondiale è quindi compensata dall’acquacoltura. «Le specie a rischio estinzione - ha sottolineato Paolo Bray - sono in aumento. Nel 2011 su 24mila specie 400 erano considerate a rischio, oggi sono 2.200, il 9%. Tra queste anche il palombo e l’anguilla. Per quanto riguarda lo storione cobice siamo ancora in zona “rossa” dal momento che per ora si riproduce in allevamento e poi viene immesso nei fiumi. Siamo in attesa di un suo consistente ripopolamento in natura». E Friend of the Sea vigilia. È infatti una sorta di Iso del mondo ittico che vanta 122 imprese di acquacoltura certificate, 800 aziende per prodotti di allevamento e cattura in 65 Paesi, 85 attività di pesca e più di 70 specie ittiche. Il progetto storione è un esempio concreto di certificazione applicata alla conservazione.
Per informazioni:
www.progettostorionecobice.it