A luglio crescono le vendite al dettaglio, ma cala la spesa per i beni alimentari

07 settembre 2022 | 12:59

A luglio 2022 si stima una crescita congiunturale per le vendite al dettaglio (+1,3% in valore e +1,0% in volume). In aumento sia le vendite dei beni non alimentari (+1,3% in valore e +1,4% in volume) sia quelle dei beni alimentari (+1,2% in valore e +0,5% in volume).

Nel trimestre maggio-luglio 2022, in termini congiunturali, le vendite al dettaglio crescono in valore (+1,9%) e in volume (+0,3%). Sono in aumento le vendite dei beni non alimentari (rispettivamente +1,1% in valore e +0,5% in volume) mentre quelle dei beni alimentari crescono in valore (+2,7%) e sono stazionarie in volume.

Su base tendenziale, a luglio 2022, le vendite al dettaglio aumentano del 4,2% in valore e diminuiscono dello 0,9% in volume. Sono in crescita le vendite dei beni non alimentari (+2,7% in valore e +1,0% in volume) mentre quelle dei beni alimentari registrano un aumento in valore (+6,1%) e una diminuzione in volume
(-3,6%).

Per quanto riguarda i beni non alimentari, si registrano variazioni tendenziali positive per quasi tutti i gruppi di prodotti ad eccezione di Foto-ottica e pellicole (-1,3%) e Cartoleria, libri, giornali e riviste (-1,2%). Gli aumenti maggiori riguardano Dotazioni per l’informatica, telecomunicazioni, telefonia (+8,2%) ed Elettrodomestici, radio, tv e registratori (+6,9%).

Rispetto a luglio 2021, il valore delle vendite al dettaglio cresce per la grande distribuzione (+7,3%) e il commercio elettronico (+20,6%) mentre non subisce variazioni per le imprese operanti su piccole superfici e diminuisce per le vendite al di fuori dei negozi (-1,5%).

«La crescita congiunturale delle vendite di luglio non attenua le preoccupazioni sulla tenuta, nei prossimi mesi, della domanda delle famiglie - fanno sapere da Confcommercio - Il recupero a volume registrato nel confronto con giugno si associa, infatti, ad un ridimensionamento rispetto allo stesso mese del 2021. Pur considerando che questa evoluzione è stata determinata dall’alimentare, che sconta oltre all’effetto sostituzione con il ritorno ai consumi fuori casa anche l’impatto di un aumento molto consistente dei prezzi, non va trascurato il fatto che in molti casi i miglioramenti non si inseriscono in un trend di ripresa consolidato. In quest’ottica può essere valutato il recupero dell’abbigliamento e delle calzature che, nonostante un andamento positivo dei saldi, pagano nel complesso dei primi sette mesi dell’anno un ritardo dei volumi venduti rispetto allo stesso periodo del 2019 ancora prossimo al 10%». 

 

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Alberto Lupini


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