Maxi sequestro al Salumificio Beretta. Indagine per manodopera a basso costo

16 aprile 2022 | 15:50

Sequestro da capogiro (circa 4 milioni di euro) è stato eseguito mercoledì 13 aprile, dalla Guardia di Finanza di Lecco alla Fratelli Beretta Spa. L'azienda ha uffici e la propria sede amministrativa nell'impianto di Trezzo sull'Adda, a pochi passi dal casello dell'autostrada.


Secondo quanto emerge dell'inchiesta del Pm di Milano Paolo Storari la società avrebbe fatto ricorso, dal 2015, ai cosiddetti "serbatoi di manodopera", cioè si sarebbe affidata a cooperative esterne che non versavano imposte e contributi previdenziali per la gestione dei lavoratori all'interno degli stabilimenti. Un sistema studiato a tavolino, secondo l'ipotesi degli inquirenti, per aggirare il Fisco e non pagare l'Iva e che ha indotto il magistrato a emettere il provvedimento cautelare nei confronti dell'azienda.


Nella stessa inchiesta è scattato un altro sequestro, pari a oltre 9 milioni di euro, ai danni delle cooperative che sarebbero state coinvolte nel "sistema". Secondo la Guardia di Finanza, queste fornivano alla Beretta la possibilità di impiegare personale sottopagato e a basso costo, in modo da ridurre i costi per l'azienda e massimizzare i profitti sul mercato.


Nella nuova inchiesta milanese è indagato, come legale rappresentante, l'ammostatore delegato del gruppo Vittore Beretta e anche la società per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. Il provvedimento, firmato dal gip Tommaso Perna, riguarda anche un sequestro da 9 milioni di euro a carico delle cooperative coinvolte.


Attraverso una nota ufficiale il salumificio fondato a Barzanò si è detto completamente estraneo alla vicenda e intenzionato a dimostrarlo nelle sedi competenti.


L'azienda asserisce infatti di essersi «immediatamente attivata per offrire la più ampia collaborazione all'autorità giudiziaria e per fornire tutti i documenti e le informazioni che verranno richieste. Fratelli Beretta consapevole della correttezza del proprio operato, attende con fiducia tutte le verifiche e gli approfondimenti ritenuti necessari da parte degli inquirenti e si augura una rapida valutazione delle buone ragioni della nostra società».

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Alberto Lupini


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