Il Pil italiano accelera grazie a consumi e servizi in ripresa

30 giugno 2021 | 11:52
Il Pil riparte prima di quanto precedentemente immaginato. Lo certifica il Centro studi di Confindustria che rileva una «ripartenza più rapida» con consumi e servizi che «già si affiancano a investimenti e industria». Il motivo? L'accelerazione della campagna vaccinale che ha favorito un anticipo di un paio di mesi sulla ripartenza dei servizi. Il tutto per un recupero che dovrebbe consolidarsi nel terzo e quarto trimestre dell'anno.




A livello di dati, maggio e giugno hanno registrato una incoraggiante risalita degli ordini interni dei produttori di beni di consumo, che si è affiancata al forte aumento già visto per i beni di investimento. I prestiti alle famiglie accelerano (+4,1% annuo in aprile), quelli alle imprese continuano a frenare ma crescono (+4,5%). Intanto «l'accelerazione della domanda e la necessità di ricostituire le scorte tengono alte le attese per la produzione industriale, dopo il forte aumento in aprile (+1,8%) e una probabile correzione a maggio: per il secondo trimestre è attesa una variazione positiva».

Con l'allentamento delle misure anti-Covid da fine aprile e le riaperture nei settori legati al turismo e all'intrattenimento, grazie al forte calo dei contagi, come atteso, l'attività nei servizi è tornata a espandersi: a maggio l'indice Pmi (purchasing managers index) è balzato a 53,1, sopra la soglia neutrale, al massimo da marzo 2019. I consumi si stanno rispostando verso i servizi grazie alla ripresa dei viaggi e dei consumi fuori casa, e tale recupero è stimato accentuarsi a giugno e poi nel trimestre estivo.

A completare il quadro, l'export è «sopra i livelli pre-crisi», e nel commercio mondiale si registrano scambi in aumento. Resta il nodo di commodity carissime: «Il prezzo del Brent è schizzato a 73 dollari al barile a giugno, superando i livelli pre-Covid: le scorte di greggio, infatti, sono stimate sotto il livello di inizio 2020, data la domanda in ascesa. A maggio le commodity non energy hanno registrato un nuovo massiccio rincaro (+6,8%), particolarmente forte per i metalli (+9,1%) e i cereali (+7,0%). I margini delle imprese sono erosi e l'inflazione al consumo è alzata dal prezzo dell'energia, mentre la misura core resta molto bassa».


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Alberto Lupini


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