Firenze, Cgil contro Venchi: “Licenziata una mamma per un congedo”

Per Filcams Cgil, l'azienda avrebbe infatti licenziato una giovane lavoratrice, madre di un bimbo, nonché rappresentante sindacale, del negozio nella Stazione di Santa Maria Novella a Firenze

10 settembre 2022 | 11:58

La Venchi, nota azienda di cioccolato e gelati, è finita nell’occhio del ciclone. La Filcams Cgil l’accusa, infatti, di aver licenziato una giovane lavoratrice, madre di un bimbo, nonché rappresentante sindacale, del negozio nella Stazione di Santa Maria Novella a Firenze. Il motivo? Lo spiega Gianni Filindassi di Filcams Cgil: la donna, Alekxandra Bullari, 37 anni, avrebbe «chiesto il congedo parentale. Anche con preavviso più lungo di quanto previsto dalle norme di legge e di quanto aveva sempre fatto». Ma, dopo tale richiesta per «per poter gestire il bambino in un momento familiare difficile, vista la malattia di un parente stretto», è arrivata la lettera di licenziamento.


La richiesta per un momento difficile in famiglia

«Mia suocera che vive in Albania ha un tumore all’ultimo stadio - ha raccontato al Tirreno Alekxandra Bullari - A giugno siamo andati a trovarla, vista la situazione ho fatto la richiesta per poter rimanere lì ancora una settimana, vivendo così lontani per noi non è facile spostarci e volevamo che potesse stare un po’ col bambino. Mi hanno detto che si trattava di un’assenza ingiustificata e non l’hanno accettata. Eppure, in passato era successo altre volte che chiedessi il congedo parentale con cinque giorni di anticipo senza che nessuno facesse problemi. Questa volta invece il licenziamento è arrivato così, in maniera brusca».


Cgil: «Fatto grave e ingiusto»

«Siamo di fronte a un fatto grave - continua Filindassi — Troviamo ingiusta nonché sproporzionata la scelta dell’azienda nei confronti di questa lavoratrice, che dal 2015, quando fu assunta, non ha mai ricevuto nessuna contestazione disciplinare, anzi ha più volte ricevuto encomi dall’azienda, svolgendo anche ruoli di responsabilità non riconosciuti».


Ma per la Cgil, dietro al licenziamento ci potrebbe essere di più: «Alcuni mesi fa si è iscritta alla Cgil, per migliorare le condizioni di lavoro dei colleghi in azienda. Da lì stranamente sono cominciate contestazioni verbali e scritte. Difenderemo la lavoratrice in tutte le sedi, convinti che abbia ragione».


Nessuna dichiarazione dall’azienda

Dall’azienda, invece, al momento nessuna dichiaraziona. Per la Cgil, Venchi si appellerebbe, per giustificare questo trattamento, «a un’interpretazione tecnica del contratto collettivo che riteniamo errata. Ma al di là della questione tecnica, è inaccettabile l’insensibilità mostrata nei confronti della lavoratrice e madre di un bimbo piccolo».

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Alberto Lupini


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