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La Cucina italiana come convivialità I cuochi vogliono la tutela dell'Unesco

Fic, Euro-Toques, Le Soste, Jre, Chic e Alma. Le più importanti realtà del nostro mondo a tavola si sono dette disponili al progetto di ItChef e Fracassi per la candidatura della Cucina italiana a Patrimonio Unesco. Durante l'Italian Cuisine in the World Forum il primo passo lo hanno fatto i cuochi italiani nel mondo

20 giugno 2017 | 18:51
La Cucina italiana come convivialità 
I cuochi vogliono la tutela dell'Unesco
La Cucina italiana come convivialità 
I cuochi vogliono la tutela dell'Unesco

La Cucina italiana come convivialità I cuochi vogliono la tutela dell'Unesco

Fic, Euro-Toques, Le Soste, Jre, Chic e Alma. Le più importanti realtà del nostro mondo a tavola si sono dette disponili al progetto di ItChef e Fracassi per la candidatura della Cucina italiana a Patrimonio Unesco. Durante l'Italian Cuisine in the World Forum il primo passo lo hanno fatto i cuochi italiani nel mondo

20 giugno 2017 | 18:51
 

Partirà a breve l'iniziativa per ottenere il riconoscimento della Cucina italiana come Patrimonio immateriale dell'umanità Unesco. Il progetto, presentato durante l'Italian Cuisine in the World Forum, lanciato da Itchefs-Gvci e dal noto cuoco-artigiano della carne Simone Fracassi, è stato sostenuto durante l'ultima giornata dell'evento da tutte le più importanti associazioni di cuochi italiane, che si sono dette disponibili a collaborare per procedere lungo questo percorso, unite, da un obiettivo culturale-economico. E questa novità, senza se e senza ma, è una novità fondamentale per il mondo della ristorazione italiana che rafforza un po' tutte le associazioni.

La Cucina italiana come convivialità I cuochi vogliono la tutela dell'Unesco

La Fic - Federazione italiana cuochi (Rocco Pozzulo, presidente), Euro-Toques Italia (Ciro D'Amico, consigliere), Le Soste (Costantino Cipolla, consulente), Jre - Jeunes Restaurateurs d'Europe (Luca Marchini, presidente), Chic - Charming italian chef e Alma - La Scuola internazionale di Cucina italiana (Paolo Lopriore, docente). Vale a dire i più importanti e autentici rappresentanti del mondo dei cuochi italiani. E altrettanta disponibilità ha dimostrato chi gioca un ruolo preponderante nella comunicazione di settore. Al dibattito sono ad esempio intervenuti il noto critico Luigi Cremona e Alberto Lupini, direttore del network Italia a Tavola, il quale ha sottolineato l'importanza strategica di lavorare per ottenere un tale traguardo, che per avere successo deve basarsi su iniziative per fare crescere il valore aggiunto dei prodotti agroalimentari italiani.

L'obiettivo di questo plus è garantire alle nostre produzioni di qualità, non tanto di poter sfamare tutto il mondo, quanto di puntare all'eccellenza e soddisfare le esigenze di chi, a tavola, chiede sempre e solo il meglio. Ecco perché anche Italia a Tavola si affianca da subito ad associazioni e cuochi che si sono resi più che disponibili a sostenere l'Icw - Italian Cuisine in the World, e la neonata Fondazione, per creare scambi e sinergie tra chi opera in Italia e chi lavora nel resto del mondo, e la sua mission.

La Cucina italiana come convivialità I cuochi vogliono la tutela dell'Unesco

Questo incontro e questa adesione sono stati il primo passo per creare un'occasione, quella di unire il nostro mondo nel nome dello stile di vita italiano, così da dare un senso alla nostra cucina, incentrata non solo sui prodotti di altissima qualità, non solo sulla loro lavorazione, non solo sui piatti, ma anche sul valore generale della tavola, sul suo significato e su quella convivialità che ci contraddistingue e ci rende modelli di imitazione ai quattro angoli del mondo. L'obiettivo è definire e comunicare un insieme di valori che possa trainare, nell'immaginario collettivo di tutti, non solo l'agroalimentare italiano, ma il brand "Italia" tutto. Quello che da sempre è del resto l'obiettivo di Italia a Tavola.

Questo traguardo, reso attuale dalla presenza di tanti, davvero tanti cuochi italiani, molti dei quali anche stellati, e molti produttori, è stato condiviso durante tre giorni intensi di contatti e confronti che avevano al centro la cultura gastronomica del nostro Paese, in occasione del summit sulla Cucina italiana nel mondo, in cui hanno preso vita pasta e pizza show, convegni, dibattiti e un mercato di sapori.

La Cucina italiana come convivialità I cuochi vogliono la tutela dell'Unesco

In breve, «un riconoscimento come quello dell'Unesco - ha affermato Rosario Scarpato - potrebbe essere un significativo passo in avanti per far comprendere a livello mondiale l'importanza della nostra cucina, del suo rispetto e del suo essere tramandata correttamente, mantenendo intatto e rispettando ciò che ha contribuito, ed ancora contribuisce, a costruire la lunga storia del nostro Paese».

Grazie infatti alla partnership tra il Forum sulla Cucina italiana nel mondo, alla sua 6ª edizione, e Capolavori a Tavola, la manifestazione organizzata da Simone Fracassi e giunta alla sua 16ª edizione, si sono accesi i riflettori sul Casentino, tra Stia, Poppi, Rassina e Bibbiena, in provincia di Arezzo, con un appuntamento pensato sia per appassionati, sia, soprattutto, per operatori di settore provenienti da tutto il mondo - tra cui grandi chef e pizzaioli - che hanno dato il via ad un proficuo scambio di idee, opinioni e riflessioni riguardanti la cucina italiana nel mondo, con il suo presente ed il suo futuro.

La Cucina italiana come convivialità I cuochi vogliono la tutela dell'Unesco

Questo scambio di idee non ha toccato infatti solo la candidatura Unesco della Cucina italiana, quanto anche temi facilmente riassumibili con il dibattito "Prodotti dell'eccellenza enogastronomica italiana sui mercati esteri, quale futuro?", dove si è parlato anche delle difficoltà delle esportazioni, a causa di una burocrazia sempre più soffocante, e di rapporti difficili tra i vari stati (ad esempio Regno Unito e Stati Uniti) che di certo non aiutano. Si è discorso, inoltre, dell'importanza del controllo sulla qualità di ciò che arriva sulle tavole di tutto il mondo a marchio made in Italy e dell'utilizzo di prodotti di eccellenza anche fuori dall'Italia, quale unica via percorribile per poter mantenere viva la nostra tradizione culinaria senza inquinarla e stravolgerla.

La Cucina italiana come convivialità I cuochi vogliono la tutela dell'Unesco

Cuochi partecipanti alla tre giorni
  • Tommaso Arrigoni, Innocenti Evasioni, Milano*
  • Peppe Aversa, Il buco, Sorrento (Napoli)*
  • Stefano Bartolini, La buca, Cesenatico*
  • Salvatore Bianco, il Comandante, Napoli*
  • Francesco Bracali, Bracali, Massa Marittima (Grosseto)**
  • Arcangelo Dandini, L’arcangelo, Roma*
  • Gianni D’Amato, Caffè arti & mestieri, Reggio Emilia*
  • Paolo Gramaglia, Ristorante President, Pompei*
  • Vincenzo Guarino, Ristorante Il Pievano, Gaiole in Chianti*
  • Peppe Guida, Antica osteria Nonna Rosa, Vico Equense (Napoli)*
  • Agostino Iacobucci, I portici, Bologna*
  • Sebastiano Lombardi, Il pellicano, Porto Ercole (Grosseto)*
  • Giuseppe Mancini, Il piccolo principe (Viareggio)*
  • Valeria Piccini, Da Caino, Montemerano (Grosseto)**
  • Massimiliano Poggi, Poggi, Trebbo di Reno (Bologna)
  • Tano Simonato, Tano passami l’olio, Milano*
  • Marco Stabile, Ora d’aria, Firenze*
  • Paolo Teverini, Paolo Teverini, Bagno di Romagna (Forlì-Cesena)
  • Gaetano Trovato, Arnolfo, Colle Val d’Elsa (Siena)**
  • Emanuele Vallini, Taverna La carabacia, Bibbona (Livorno)
  • Luciano Zazzeri, La Pineta, Marina di Bibbona (Livorno)*
  • Daniele Sera, Castello di Casole, Casole d'Elsa (Siena)

A sinistra, in primo piano: Rocco Pozzulo, Simone Fracassi e Roberto Rosati - La Cucina italiana come convivialità I cuochi vogliono la tutela dell'Unesco
A sinistra, in primo piano: Rocco Pozzulo, Simone Fracassi e Roberto Rosati

Maestri pasticceri
  • Gino Fabbri, La caramella, Bologna
  • Paolo Sacchetti, Nuovo mondo, Prato

Pastry chef
  • Loretta Fanella, Opera, San Miniato (Pisa)
  • Antonio Maresca

Cuochi pizzaiuoli
  • Gino Sorbillo, Sorbillo, Napoli
  • Pasqualino Barbasso, Il falco azzurro, Cammarata (Agrigento)
  • Renato Bosco, Sapore’, San Martino Buonalbergo (Verona)
  • Giovanni Mandara, Piccola Piedigrotta, Reggio Emilia
  • Gennaro Nasti, Bijou, Parigi
  • Simone Padoan, I tigli, San Bonifacio (Verona)
  • Panificio Menchetti, Arezzo
  • Pierluigi Police, Ó Scugnizzo, Arezzo
  • Ciro Salvo, 50 Kalo’, Napoli
  • Giovanni Santarpia, Santarpia, Firenze
  • Cristian Zaghini, Consultapizza

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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