Il concetto di fame nel mondo viene spesso recepito come uno stereotipo, come un modo di dire che ormai a forza di ripeterlo non fa neanche più presa sulla sensibilità delle persone. Eppure parlarne serve sempre. Questo è uno dei tanti concetti emersi nella conferenza “Obiettivo fame zero” tenutasi stamattina a Bergamo.
Di fatto la conferenza, accolta nello splendido scenario dell’aula magna della sede di Sant’Agostino dell’Università di Bergamo, ha aperto le porte per i due giorni cruciali del
G7 sull’agricoltura che proseguirà domani. Presenti al tavolo politici, tecnici, personaggi di spicco della vita sociale e culturale bergamasca e nazionale e testimoni diretti di ciò che accade nei Paesi colpiti dalla fame e dalla povertà.
L’intervento più applaudito e seguito dalla platea, composta da molti giovani, è stato senza dubbio quello del segretario generale della Cei
Nunzio Galantino il quale ha dimostrato come il problema “fame” sia una battaglia tra cultura e finanza. Una battaglia che la si vince solo se si sta dalla parte della prima forza. «Quello che si sta dicendo in questi giorni e che si è detto oggi - ha spiegato - ci ha ricordato quanto l’arroganza della finanza sia devastante nei confronti di problemi quali fame e povertà. Parlare di questi argomenti fa sempre bene perché spesso ci dimentichiamo che esistono e invece sono doverosi per spogliarci dagli slogan che fanno bene solo alla politica e ad ottenere voti. Quegli slogan che non fanno bene alla ragione e alla coscienza di chi invece certe questioni deve risolverle. Da qui nascono i problemi, da qui l’uomo diventa causa delle problematiche. Tutto gira attorno al prezzo delle cose ed è questa la grande questione e la grande contraddizione della società di oggi».
Maurizio Martina durante il suo intervento
Presente, naturalmente, anche il ministro alle Politiche agricole
Maurizio Martina che ha accolto e fatto sue le provocazioni di Galantino dicendo: «Se dovessi seguire la politica del consenso, come ha detto Galantino in modo provocatorio ma molto stimolante ed edificante alzerei muri, barriere, imporrei dazi ma io non è da questa parte che voglio andare. Io voglio mettere a fuoco le sfide e cercare di risolverle con l’amicizia, la collaborazione, la cooperazione, la costruzioni di ponti e alleanze. Dobbiamo renderci conto che il problema della fame deriva dal problema dell’agricoltura e vale tanto quanto altre questioni tanto grandi quanto l’energia e il petrolio. Questo perché la fame è democratica e se non lo è genera disuguaglianza, povertà, ingiustizia sociale. Noi invece dobbiamo andare verso un mondo che si basa su nuove regole per mercati nuovi e aperti. L’altra grande sfida è aiutare i piccoli produttori, le aziende storiche a conduzione famigliare ad affacciarsi sui mercati globali sfruttando in modo efficace le nuove tecnologie. Se questo non avviene cade tutto. Bisogna organizzarsi di più e meglio in questo senso consci del fatto che un agricoltore che lavora quotidianamente la terra ne sa più di uno scienziato di problemi enormi come quello del cambiamento climatico».
Giorgio Gori durante la conferenza
A fare gli onori di casa il sindaco di Bergamo
Giorgio Gori che si è compiaciuto nel vedere una città intera attenta a questa manifestazione: «Questo evento ha catturato l’interesse anche della cittadinanza - ha osservato - e non solo quello di politica e burocrazia. I temi che si stanno affrontando in questi giorni sono centrali per modificare ciò che sta accadendo ed è necessario capire che bisogna far coesistere diversi modelli di agricoltura per iniziare a risolvere il problema della fame che è strettamente legato al concetto di uguaglianza». Un concetto ripreso anche dal presidente della Provincia di Bergamo
Matteo Rossi che ha legato la centralità di due figure papali come quella di Giovanni Paolo II e Francesco. Dunque l’altro padrone di casa, il rettore
Remo Morzenti Pellegrini che ha parlato di «diritto al cibo come problema attorno al quale devono gravitare le discussioni politiche ed economiche di oggi e di domani».
Raffaele Trombetta, sherpa e ambasciatore G7 ha aperto ricordando lo slogan “Creiamo le basi per una fiducia rinnovata” e ha individuato nella «capacità di accompagnare i cittadini a far fronte alle nuove esigenze e a saper manovrare con virtù le nuove tecnologie» il tema comune di questi incontri organizzati per il G7.