L’Italia ha perso nel 2014 almeno 1,2 miliardi di euro di export in Russia per effetto del crollo del rublo, che ha reso meno convenienti gli acquisti, ma anche per l’effetto dell’embargo e delle tensioni politiche che hanno frenato gli scambi. È quanto emerge da una proiezione della Coldiretti che evidenzia un crollo delle esportazioni made in Italy in Russia del 10,5% nei primi dieci mesi del 2014 sulla base dei dati Istat.
La situazione si è progressivamente deteriorata nella seconda parte dell’anno a causa del crollo del rublo ma anche dell’embargo e del deterioramento dei rapporti politici che hanno ostacolato gli scambi. Se i settori più colpiti sono chiaramente quelli interessati dal blocco economico che ha sancito il divieto all’ingresso di una lista di prodotti agroalimentari che comprende frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce, perdite di quote di mercato considerevoli si registrano anche in altri importanti comparti.
Nei primi dieci mesi rispetto allo scorso anno le esportazioni sono calate in media del 10,5%, con cali anche più pesanti che hanno interessato alcuni settori chiave, dall’agricoltura (-25,8%) alle automobili (-45,4%), dai mobili (-7,5%) all’abbigliamento e accessori (-15,2%) fino agli apparecchi elettrici (-5,2%). Nell’agroalimentare si sommano anche io danni indiretti dovuti alla perdita di immagine e di mercato provocata dalla diffusione in Russia di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il made in italy.
Lo stop alle importazioni di frutta, verdura, salumi e formaggi dall’Italia ha infatti provocato in Russia un vero boom nella produzione locale di prodotti made in Italy taroccati, dal salame Italia alla mozzarella “Casa Italia”, dall’insalata “Buona Italia” alla robiola Unagrande, ma anche la mortadella Milano o il parmesan Pirpacchi tutti rigorosamente realizzati nel paese di Putin.