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Teroldego Doc - SCHEDA TECNICA

 
07 settembre 2014 | 17:47

Teroldego Doc - SCHEDA TECNICA

07 settembre 2014 | 17:47
 

La zona di produzione
La zona di produzione del vino Teroldego comprende la zona del Campo Rotaliano, nei comuni di Mezzolombardo, Mezzocorona e nella frazione di Grumo del comune di San Michele all'Adige. Il Campo Rotaliano, o piana Rotaliana, si può identificare facilmente come l’allargamento della valle dell’Adige all’altezza del casello San Michele all’Adige, presso Mezzocorona.

L'indiscussa qualità del vitigno del Teroldego, coltivazione a pergola, è stata premiata nel 1971 con il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata “Teroldego Rotaliano”, prima D.O.C. del Trentino.



Il vitigno
Vitigno autoctono. Coltivazione caratteristica a Pergola Trentina.

Caratteristiche

  • Aspetto: Rosso rubino con riflessi violacei.
  • Profumo: Fruttato, lampone e viola. Si sentono anche note vegetali mentolate, lievemente balsamiche.
  • Gusto: Leggermente tanninico, robusto, con un tipico retrogusto di mandorla.
  • Gradazione alcolica: Se supera gli 11,5% può fregiarsi della qualificazione "Superiore".
  • Età ottimale: Il Teroldego è il vino ideale per l'invecchiamento, se ben conservato può esprimere al meglio le sue caratteristiche anche dopo 10 anni di cantina.
  • Calice e servizio: Da servire in un bicchiere per vino rosso importante. La temperatura di servizio varia, dai 16°C ai 18°C se giovane, dai 18°C ai 20°C se invecchiato.
  • Abbinamento con i cibi: Si abbina bene con i tipici piatti della tradizione trentina.

Cenni storici (e leggendari)
Sul Monte di Mezzocorona e sospesi sulle sue rupi si vedono ancora i resti del Castel San Gottardo. Si racconta che nelle grotte dell’eremo un tempo ci fosse un terribile Drago. Un giorno un prode Cavaliere, il Conte Firmian, della famiglia storica dei Mezzocorona, volle sfidare il Drago; così armato di lancia e spada, il Cavaliere si arrampicò sulla montagna per lasciare davanti alla grotta una ciotola di latte ed un grande specchio. Il Drago, richiamato dal profumo del latte, uscì, ma vedendosi allo specchio rimase stupido e nello stesso tempo attratto. Il Cavaliere ne approfittò e lo trafisse mortalmente. Tutta la popolazione esultò, portando per le strade il coraggioso cavaliere e il suo trofeo, il Drago ucciso. Ma alcune gocce del suo sangue caddero nel terreno rotaliano, e da lì germogliarono i primi ceppi di Teroldego. Ecco perchè ancora oggi i locali usano chiamare il Teroldego Rotaliano, dal colore rosso rubino violaceo, Sangue di Drago.

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